Visualizzazione post con etichetta Cigols. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cigols. Mostra tutti i post

sabato 1 febbraio 2025

E adesso parliamo di spirito critico, gender e aborto

 


Se ne fa un gran parlare.

Spirito critico è un po' un pas-par-tout dei grandi educatori che assennatamente o meno vogliono parlare di pedagogia, ma se c'è una cosa che attualmente non c'è proprio, è l'educazione allo spirito critico. 

Perchè per criticare e, soprattutto, ricevere critiche, sono necessari alcuni punti che ritengo fondamentali (chi mastica pedagogia e/o psicologia ne avrà molti altri: io sono solo una mamma).

domenica 9 giugno 2024

Progetti estivi di Educazione Civica...

Cigols non è un bambino molto fortunato.

Lo fu alla Scuola dell'Infanzia. Lo fu anche l'ultimo anno scolastico e mezzo della Scuola Elementare (no, "primaria" mi fa scappare la pazienza). Qui il racconto inerente la prima elementare (terminata bruscamente a dicembre dopo tre mesi -letteralmente- di lacrime) e qui quello del triste epilogo dei successivi tre anni e mezzo di elementari (quando ricominciò tutto il ciclo in un'altra scuola -privata- per tentare inutilmente di avere delle garanzie sulla serenità del bambino).

Non è stato fortunato neppure con altri adulti educatori. Anzi, "educatori" per modo di dire. Qui le riflessioni sulla circostanza.

Adesso che finalmente è passato in seconda Media, posso dire che grazie a Dio, ha incontrato qua e là adulti generosi e accoglienti, ma per trovarli ha dovuto penare. Certo, come dice lui, probabilmente gli è servito. Checcolens, che è passato in quarta, ha una maestra con la M, la A, la E, la S, la T, la R e la A, maiuscole e questo ci piace pensare che sia perchè Checcolens non avrebbe avuto le risorse per superare vivo sia le esperienze scolastiche di Cigols, sia le altre. Checcolens è spesso un Barbabarba e l'essere contrastato, aggredito verbalmente, violato nella sua privacy e ingannato, lo avrebbe condotto alla perizia neuropsichiatrica o, banalmente, all'educazione parentale (che a mio parere talvolta eviterebbe diagnosi di ADHD, DSA e altro, ma posso abbondantemente sbagliarmi). 

Cigols, da sempre, è caparbio, ma dichiara che questa che io chiamo testardaggine frammista a sbruffonaggine, è riassumibile con la dichiarazione "Sono cazzuto, molto cazzuto" alla Hangman maniera. 

Ciò non toglie che sia un pubere sbruffone, rompiscatole, pedante, oppositivo, disordinato, noioso e incline alla lite, ovvamente. Ma core de mamma sa bene che sotto quella spessa coltre d'inaugurazione della pulsatilità testosteronica, batte un cuore che vorrebbe dire «Mamma ti voglio bene» anche quando sta grugnendo di avere fame dopo sei etti di pasta al pomodoro. 

La Nonna Daniela ha sempre sostenuto che Cigols assomigli ad Alain Delon

venerdì 28 maggio 2021

Urlo come una scimmia (sulla pubertà dei figli)

Lo ammetto tra amici, infondo: sono una madre urlatrice. Arrivo a sentire male alla gola, quando sgrido i figli. Hai voglia di aver letto libri sulla comunicazione non violenta, sull'ascolto attivo, sulla comunicazione empatica, sui linguaggi dell'amore... Ci sono situazioni che mi fanno uscire dai gangheri. E di tali situazioni proverò a parlare qui, tra pochi intimi.


mercoledì 31 marzo 2021

Fuori dalla mia Chiesa! Fuori! Fuori!

Presente le panciate con le quali Fra Tuck butta fuori dalla sua chiesetta, il perfido sceriffo di Nottingham? Ecco: la mia situazione è questa. 


lunedì 10 agosto 2020

Pronti, partenza, via!!

Ci siamo.
Tra un mese andiamo in montagna. La Figlia G, grande organizzatrice di viaggi, sta già compilando un elenco di tutto ciò che può servire. E ovviamente lo compila con dovizia di particolari.


giovedì 28 maggio 2020

Le famiglie numerose sono "Pietra d'angolo"

E così non eravamo preparati. Come spesso ci è accaduto a me e al mio Sposo, l'arrivo di un nuovo membro della famiglia non ci ha sconvolto particolarmente (nonostante l'età ci ricordiamo ancora come funziona la "storia") ma la sorpresa non è mancata. Tuttavia questa volta non solo ho esternato un sommesso «Non pensavo proprio di arrivare a sette», ma mi sono arrischiata tantissimo nel dichiarare «Speriamo che sia femmina, giusto per abbassare la saturazione testosteronica della famiglia».

Dopo di che il tutto si è svolto come da protocollo: ricerca di abiti da "appanciate", scommesse (all'ultimo sangue) sul sesso del nascituro, ricerca dei vestitini da amiche e parenti, modesto acquisto di capi d'abbigliamento color rosa confetto giusto per sfogare la sete da shopping... Insomma dal test positivo in poi, tutta la famiglia è stata coinvolta nell'attesa di colei che adesso si chiama ufficialmente Pantuffola.

Il titolo del bellissimo giornalino dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose

domenica 1 marzo 2020

Educare o Istruire?

Dopo una settimana di comprensibile ansia, la Figlia G risulta patentata. Orbene, la prima che ne approfitterà sarà sicuramente la Nobis che desidera essere portata al McDonald's (hai capito la furba?): ovviamente - come da protocollo - la prossima ansia sarà data dall'esame di maturità. Una delle domande di questi giorni, quindi, è la seguente: chi si può dire effettivamente "maturo"? La Figlia G sta iniziando a saggiare i limiti di questa definizione guardandosi intorno e approfittando del fatto di essere, fondamentalmente, un'osservatrice cauta della realtà. Possiede qualche amica e diverse conoscenze che attuano comportamenti che ella osserva, deduce, 'annusa' e verso i quali si fa un'idea, verso i quali esprime un giudizio. Come poi sempre accade, sceglie - consapevolmente o meno - di utilizzare medesimi schemi comportamentali ed elimina quelli che non le si confanno. Di una cosa lei è certa, l'esame di maturità non misura la maturità: purtroppo non serve molto a riconoscere quelle caratteristiche che fanno delle persone degli adulti in grado di assumersi responsabilità pari alla patente e al diritto di voto. La Figlia G è in quella fase, credo, nella quale comprende che il voto scolastico giudica solo una mera capacità mnemonica, ma trova talvolta sconveniente che lo studente compia ragionamenti personali, tragga conclusioni spontanee, abbia opinioni soggettive. Purtroppo lei non ha conosciuto docenti - ce n'è sempre meno - che stimolano lo studente al ragionamento, docenti, quindi, che educhino. No, soprattutto negli ultimi anni, il docente riempie. E quando va bene riempie di nozioni (a scuola per lo più si va per imparare materie), quando va meno bene riempie di opinioni (personali). E quando questo accade, lo studente si trova impacciato: non è un caso che entrambi i miei figli più grandi si siano trovati a non poter controbattere ai docenti che portavano non solo nozioni, ma anche opinioni.

venerdì 29 novembre 2019

Una grande coppia di amici

Cigols ha un caro  amico sostanzialmente coetaneo con il quale gioca da tempo immemore. Cigols aveva qualche mese, quando fu lasciato tra le braccia della Ziacla in quanto Albus decise di nascere senza avvisare e, quel che è peggio, di portarsi dietro la sua placenta e il suo brevissimo cordone ombelicale. La sua mamma era ancora stanchissima per lo spavento e il cesareo fatto in quattro e quattr'otto, che Albus si fece il suo primo viaggio a sirene spiegate in una lussuosa e superaccessoriata culla termica, con un'équipe tutta per lui. Quando è nato aveva un elegante color blu notte che fece venire i capelli bianchi, oltre che alla sottoscritta, a tutta la sala operatoria. La sua mamma me lo chiese subito a bruciapelo: «È morto?».

martedì 26 novembre 2019

Natale... ma a cosa prepararsi?

Ci siamo!
È arrivato il periodo di Natale!
Io adoro il Natale: oltre che essere una delle "fasi" più belle della vita di una Fede, è anche un un momento magico per tutti i bambini... Gli sguardi complici tra fratelli per redigere la letterina a Babbo Natale, la preoccupazione di comportarsi in modo decente (no lancio di caccole a spregio, no vandalismi su quaderni di scuola dei fratelli più grandi, sì allo svuotamento della lavastoviglie e sì al riporre in modo consono - appaiato - le scarpe nella scarpiera), la gioia di sapere che ci si riposerà per un po' di tempo a casa tutti insieme...

martedì 30 luglio 2019

La Nobis va agli scout... o forse no?!

Da quando conosco la Nobis (circa da bzz... 'ntanni: interferenze, mi spiace), le sento dire quant'é rimbambita, quanto sta invecchiando, che pirima o poi le verrà l'"Elzeméir" (Alzheimer in "nonnese") e che non ci capisce più nulla sui vari impegni estivi dei pronipoti.

Lo Sposo fa prima: "Ditemi dove volete andare, che io vi ci porto", è la sua frase top. Lui attende ordini. Che sia da portare la Figlia G a una festa, Lillo agli scout, Lannina e Cigols al campetto della parrocchia o me al supermercato: lui è l'autista e attende direttive (anche perché mi è stato spiegato abbondantemente da numerosi esperti, che gli uomini non pensano, quando guidano, quindi sono tranquilla: mio marito è normale). Diverso è quando l'istinto lo porta - a ore improbabili per qualsiasi essere umano - a prendere canne e vari ammennicoli pericolosissimi (oramai i medici del pronto soccorso si preoccupano quando è un po' che non si presenta con ami conficcati qua e là) e spingersi alla ricerca di pesce fresco. Lì è nel suo elemento, è il comandante del Sea Tiger (sto paragonando mio marito a Cary Grant: pretenderei un encomio), perciò sa lui cosa fare.

Diversamente lui pretende che io sappia esattamente giorni, ore e luoghi precisi dove sono i figli nei vari spostamenti estivi. Ed è lì che sospetto che l'Elzeméir ce l'abbia io, più che la Nobis.
Allora: dal 31 al 6 il Piccignaccolo è al campeggio scout. No: forse è Cigols... Poi il 1° tocca a Lannina che però torna il 10... Macché... La Nobis mi ascolta, rimugina, scuote la testa: "Non ero io quella di 93 anni mezza rimbambita?" chiede per informarsi se magari non sia meglio che io utilizzi la sua badante (il che mi andrebbe ottimamente: gulash polacco all you can eat) e, a questo punto, non vada lei agli scout.
Il mio calendario di Google è probabile che mi chiederà un aumento, perché se non ci fosse lui che suona, lampeggia, manda mail, ulula e temo che arrivi al martello di legno che esce dal display modello Loney Toons, io mi perderei... quante mutande? Calzini? Chi ha bisogno di pranzare al sacco? (Domanda cretina: tutti h24 hanno bisogno di pranzare al sacco)... "Lannina, tesoro: debbo aiutarti a fare lo zaino per le Vacanze di Branco?" chiedo sorridente e con l'aria di quella che sa di essere necessaria. "Mamma, l'ho fatto con mia sorella"... ella risponde con aria distratta.
Mi prodigo in organizzare impegni che si accavallano uno con quell'altro nella speranza di non portare un figlio al posto del fratello, non scordare chi sta con me (ho già tentato di infilare il sacco a pelo nello zainetto di Shrek di Checcolens, che mi ha guardato con aria interrogativa) e chi parte da solo. Poi faccio un ripasso in generale, facendomi aiutare dalla Nobis e tradendo il mio calendario Google con quello di Frate Indovino: inforcati gli occhiali lei mi dice giorni e impegni, e io torno - con la memoria - alla preparazione della mia laurea. Io ripeto. Lei corregge. Lei domanda. Io rispondo.
E mi chiedo che testa avesse, se questo significa essere rimbambite, quando era giovane: "Tutti a memoria... tenevo a mente nomi, compiti assegnati, poesie" racconta.
E io che sto lì, 'affidandomi' a Google calendar...


No, in realtà non è così: non ci si 'affida' a una macchina... a una persona, magari. Anche se in realtà c'è una sola Persona alla quale non temere mai di affidarsi. Ed è nostro Padre che è nei Cieli... A Lui possiamo affidarci. Lui non si muove di lì. Ci ama talmente tanto... e io, che sono una confusionaria e la più capricciosa delle figlie, so che Lui mi ascolta, mi ama e, soprattutto, mi perdona...


Non c'è bisogno di sveglie per questo impegno, infatti!


Il due d'agosto so dove sono: San Francesco ci invita a chiederlo, quel perdono. E anche quest'anno, ci vuole portare tutti in Paradiso. Anche se siamo figli dispettosi, smemorati, errabondi, orgogliosi... Lui ci porta con sé in Paradiso.


Buona festa del Perdono


lunedì 18 febbraio 2019

Sesso: un breve ripasso

Ci sono millemila (ora che ho imparato questo termine da Lannina, me ne approprio per qualche giorno poi smetto, giurin-giuretta) testi di educazione sessuale. Un po' perché la mia professione mi obbliga a tenermi aggiornata, un po' perché è un argomento che ho dovuto affrontare alcune di volte, ne ho diversi. 
Poi, siccome sono piuttosto una "signorina Perfettini" (grazie Figlia G di ricordarmelo anche quando ho le magliette macchiate: non vorrei abbandonare sane abitudini), ho preferito studiare. E ho affrontato con gioia una paio di corsi preparatori veramente organizzati benissimo: il primo è stato il Progetto Pioneer, il secondo è stato il Teen Star. Ho preferito affrontare dei corsi perché lo scambio attivo con altri professionisti e con altri operatori, mi piace e mi arricchisce moltissimo. E, inoltre, perché i testi che girano nelle librerie sono brutti.
Sì brutti.
Visivamente: disegni eroticamente espliciti, quindi inutili. 
Graficamente: didascalie esteticamente confusionarie.
Didatticamente: discorsi banali, argomentazioni scialbe, obiettivi formativi confusi.
Titoli e sottotitoli sensazionalistici: Passerine e pisellini (Lannina scuote la testa: «Pensano che siamo scemi?» mi chiede perplessa), Manuale di educazione sessuale dai 3 ai 9 anni (a parte che tutto ciò che è "manuale" mi ricorda molto chi dice al genitore come deve fare per essere bravo genitore e mi viene l'orticaria), Tutto ciò che non sai sul sesso te lo spieghiamo noi («Noi chi?» mi chiede Cigols preoccupato, «Me lo devono spegare la mia mamma e il mio papà, mica altri» aggiunge divorando una Girella), Le femmine sono fatte così, i maschi colà (che potrebbe sembrare mera biologia, ma in realtà ci vengono infilati termini un po' confusionari come 'erotismo' e 'orgasmo' dei quali a nove anni non c'è bisogno) e tanti altri.