lunedì 18 febbraio 2019

Sesso: un breve ripasso

Ci sono millemila (ora che ho imparato questo termine da Lannina, me ne approprio per qualche giorno poi smetto, giurin-giuretta) testi di educazione sessuale. Un po' perché la mia professione mi obbliga a tenermi aggiornata, un po' perché è un argomento che ho dovuto affrontare alcune di volte, ne ho diversi. 
Poi, siccome sono piuttosto una "signorina Perfettini" (grazie Figlia G di ricordarmelo anche quando ho le magliette macchiate: non vorrei abbandonare sane abitudini), ho preferito studiare. E ho affrontato con gioia una paio di corsi preparatori veramente organizzati benissimo: il primo è stato il Progetto Pioneer, il secondo è stato il Teen Star. Ho preferito affrontare dei corsi perché lo scambio attivo con altri professionisti e con altri operatori, mi piace e mi arricchisce moltissimo. E, inoltre, perché i testi che girano nelle librerie sono brutti.
Sì brutti.
Visivamente: disegni eroticamente espliciti, quindi inutili. 
Graficamente: didascalie esteticamente confusionarie.
Didatticamente: discorsi banali, argomentazioni scialbe, obiettivi formativi confusi.
Titoli e sottotitoli sensazionalistici: Passerine e pisellini (Lannina scuote la testa: «Pensano che siamo scemi?» mi chiede perplessa), Manuale di educazione sessuale dai 3 ai 9 anni (a parte che tutto ciò che è "manuale" mi ricorda molto chi dice al genitore come deve fare per essere bravo genitore e mi viene l'orticaria), Tutto ciò che non sai sul sesso te lo spieghiamo noi («Noi chi?» mi chiede Cigols preoccupato, «Me lo devono spegare la mia mamma e il mio papà, mica altri» aggiunge divorando una Girella), Le femmine sono fatte così, i maschi colà (che potrebbe sembrare mera biologia, ma in realtà ci vengono infilati termini un po' confusionari come 'erotismo' e 'orgasmo' dei quali a nove anni non c'è bisogno) e tanti altri.
Sfogliando tanti di questi testi mi sono limitata a vedere il messaggio dietro a ogni informazione che si vorrebbe fornire ai bambini e tutte queste informazioni esulano moltissimo da un termine: fisiologia. Da ostetrica io non posso che essere favorevolissima a ogni tipo di formazione che qualsiasi persona di ogni età deve ricevere in modo adeguato, ma porto avanti con coerenza ciò per cui io ho studiato, ovvero che esiste una fisiologia. Per esempio, a Cigols estremamente preoccupato del fatto che partorire faccesse male o meno (Lannina era molto intenzionata a ricevere nozioni sul dolore che può dare il parto naturale rispetto al cesareo), si è rasserenato subito quando gli è stato detto che, da che mondo e mondo, sono le femmine che fanno nascere i bambini. Come i maschi sono più coraggiosi quando si tratta di difendere la propria famiglia, le femmine sono delle fuoriclasse nel partorire i loro bambini. Sono sempre loro che mettono al mondo i cuccioli. 
Cercando qualche disegno esplicativo (aspettando, più che altro, che me li faccia la Figlia G), ho mostrato a Lannina (che per ora è quella che mi ha mosso le domande più articolate), queste immagini:
Eh sì: il buon vecchio libro che ho conservato con amore, è il miglior fornitore d'informazioni per bambini curiosi.


Nella natura siamo tutti abbastanza simili (ci scappa anche un po' di ecologia e di rispetto per il Creato)

L'ape porta il polline e "impollina" il fiore

Per le piante ci vuole il polline, per gli animali gli spermatozoi

Il gallo "ingalla" la gallina

Nella pancia della gallina ci sono le uova che se non sono "gallate" sono buone con lo zucchero (dicesi zabaione)

Se nel pollaio c'è il gallo, le gallina depongono uova con il pulcino

La "cana" e il cane fanno come il gallo e la gallina

Il cane ha gli spermatozoi, la "cana" le uova

Dopo un mese circa la "cana" partorisce uno o più cuccioli
Gli esseri umani sono maschi e femmine
Il maschio (papà) e la femmina (mamma) si vogliono bene
Gli spermatozoi del papà cercano le uova della mamma in un bellissimo posto (casina), che ogni mese costruisce e disfa una culletta per l'arrivo del bimbo. Se gli spermatozoi arrivano nel momento giusto e la culletta è pronta, il bimbo si mette a nanna nella culletta e cresce, cresce, cresce finché è pronto per nascere.

Dopo 9 mesi... eccolo qua

Pronto per essere allattato in braccio alla sua mamma. (Sì, lo so: erano gli anni '70 e il biberon era una moda: adesso consiglio di parlare di fisiologia anche dopo il parto)