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sabato 1 febbraio 2025

E adesso parliamo di spirito critico, gender e aborto

 


Se ne fa un gran parlare.

Spirito critico è un po' un pas-par-tout dei grandi educatori che assennatamente o meno vogliono parlare di pedagogia, ma se c'è una cosa che attualmente non c'è proprio, è l'educazione allo spirito critico. 

Perchè per criticare e, soprattutto, ricevere critiche, sono necessari alcuni punti che ritengo fondamentali (chi mastica pedagogia e/o psicologia ne avrà molti altri: io sono solo una mamma).

martedì 5 marzo 2024

I "bei tempi andati", quandi i treni arrivavano in orario

Prendiamo in considerazione qualche riga dell'esperta: 

«Quando [...] le intemperanze giovanili diventano troppo frequenti si incomincia a ricercarne le cause (anche il medico più malaccorto al ventesimo bubbone incomincia a sospettare che vi sia qualcosa che non va nell’ organismo) e, guarda la coincidenza, la più importante si è trovata nel patriarcato. [...] si scrive patriarcato ma si legge famiglia cristiana [...]. È da diversi decenni che è andato affermandosi nel campo dell’educazione familiare un radicale cambio di paradigma [...]. Questo ha significato anzi tutto il recidere i legami con la Tradizione e le tradizioni [...]. Il passato era sbagliato e comunque non ha più nulla da dirci tanto meno da insegnarci; meglio affidarsi alle scienze pedagogiche, alla tecnica – tecniche ispirate al criterio supremo della funzionalità. Nelle famiglie ci si rivolge a pediatri, a manuali su come diventare ‘genitori efficaci’, a psicologi e forum di madri ansiose, nelle parrocchie fioriscono come pratelline in primavera gruppi, iniziative, comitati e comitatini. [...].Vediamo allora come se la cavavano le generazioni passate ancora prive dei dettami scientifici. Mi ricordo di quando a passeggio con mamma e papà mi mettevo a correre seguita immancabilmente dal grido malaugurante: "Non correre che puoi cadere - spesso seccamente predittivo  che cadi”. Per il malefico potere insito nella natura genitoriale, non riuscivo a fare 10 metri che ero già a terra con le ginocchia escoriate e il ghiaietto appiccicato alla ferita. Non avevo ancora deciso se e quanto piangere quando mia madre scendeva a picco sopra di me e mi scuoteva il braccio come fosse la pompa dell’acqua nei vecchi acquai, qualche volta aggiungeva uno sculaccione pro forma e un “te l’avevo detto, guarda ora il vestito”. Orribile, vero? Ma istruttivo: imparavi sul campo che le azioni hanno inevitabili conseguenze e che non necessariamente gli adulti, gli altri te la faranno passare sempre liscia. [...] Oggi succede che un ragazzino sui 10 anni, capace quindi di leggere, preso da giovanil irrequietezza, in un Grande Magazzino apra la porta di sicurezza e faccia scattare l’allarme: si spaventa e corre tra le braccia amorose del padre che lo rassicura- non è successo niente! Eh no, caro signore, è successo che il segnale sonoro abbia appunto allarmato le persone, che gli addetti siano dovuti accorrere a controllare e a disattivarlo: ora non dico che dovesse chiudere il bambino per due giorni nella legnaia, anche perché probabilmente non ce l’ha, ma un’inflessione (leggerissima) di rimprovero nella voce avrebbe potuto mettercela. [...] il progetto in qualche modo si autoalimenta nello stesso processo di formazione, come la dinamo si carica con il movimento stesso: il giovane che sin da piccolo è stato abituato ad ottenere ciò che vuole ed è convinto che non solo i genitori ma tutto il mondo sia chiamato ad assecondarlo non si smuove più da quella posizione, anzi ha solo ampliato il suo raggio d’azione sino al cambio di genere, ed oltre. I nostri baldi giovani, sempre pronti a manifestare – a costo zero d’altronde – contro le politiche fasciste del governo (si sono fatti vaccinare per poter continuare a divertirsi nei locali).[...] Hanno riscritto il palinsesto delle regole educative, nuovi talebani che non conoscono deroghe al loro approccio gentile e comprensivo e al loro sfrenato protezionismo. [...] Orbene, tra tutti questi riferimenti alti, ci siamo dimenticati dei bambini che ormai saranno cresciuti. Anche i piccoli Turetta crescono».


mercoledì 13 settembre 2023

Mi scusi Signor Professore, permette una domandina? IL RITORNO

Un articolo solletica la mia curiosità: il titolo è interessante e la mia attenzione è catturata da alcune dichiarazioni bibliografate, che informano di alcuni dati di fatto importanti, circa la salute dei bambini.

Il titolo molto interessante contiene termini come "Materno", "Nido" e "Sviluppo del Bambino".

Prima di condividerne i punti e di illustrare quelli che ho trovato ...strani... effettuo una premessa chiara: io non penso che un titolo di studio sia fondamentale per poter possedere delle opinioni e, di per contro, penso che non sempre chi possiede un titolo di studio abbia le competenze per esprimere convincimenti e giudizi. Quindi se io ho di fronte un super professorone di Pedagogia riconosciuto pressoché come genio incontrastato, che mi dice che i bambini devono andare all'asilo nido per socializzare, poi ho di fronte una tata che si occupa di famiglie e bambini piccoli da trent'anni che dice che ai bambini non è assolutamente detto che l'asilo nido serva, io sono più tentata di credere e dare credito a quest'ultima, piuttosto che al professorone titolato. 

Come alcuni pedagogisti/pediatri vedono alcune mamme

mercoledì 15 giugno 2022

Maltrattati, stuprati, uccisi: la cultura adultocentrica cancella i bambini da secoli. Il vero progresso sono la cura, l'affetto, la protezione.

Donne e uomini sono uguali.

Non è mai esistito che le donne siano migliori degli uomini o viceversa. Se una madre picchia un figlio o lo uccide, non compie un delitto di peso morale inferiore a un padre che compie il medesimo gesto.

Sia ben chiaro, questo.

Quando leggo i commentucci di chi afferma che limitando l'inesistente diritto alla soppressione del nascituro, si "torna indietro", mi percorre un brivido. Nei lunghi secoli di Storia dell'essere umano, i bambini hanno subìto ogni sorta di tortura, violenza, vessazione da parte del mondo adulto. Scrive Lloyd De Mause (psicostorico): «La storia dell'infanzia è un incubo dal quale solo di recente abbiamo cominciato a destarci. Più si va addietro nella storia, più basso appare il grado di attenzione per il bambino, e più frequentemente tocca a costui la sorte di venire assassinato, abbandonato, picchiato, terrorizzato, e di subire violenze sessuali».


martedì 26 aprile 2022

"Da' il buon esempio!!"

«Basta Cigols! Da' il buon esempio ai tuoi fratelli!!» e laddove c'è lui, potremmo dire chiunque dei miei figli. Lannina, quando deve badare ai fratelli, impartisce ordini come un generale (chissà da chi ha preso), mentre Lillo, quando deve occuparsi dei più piccoli ha acquisito una modalità autorevole che ammiro.

Io, col mio linguaggio da scaricatrice di porto, non sono un esempio da 'medaglia al valore mammesco' e dovrei mettermi parecchio in discussione. Abbiamo presente Mamma Pig quando, tenendo in grembo Peppa e George che battono le mani a caso sulla tastiera del computer, riprende entrambi con tono equilibrato e perentorio, dando origine a un richiamo colmo di dolcezza e morbidezza? Ecco, io mancopeggnente. Se un figlio si avvicina al mio pc, io riesco a produrre suoni gutturali e a sputare fuoco. Senza parlare, come accennavo prima, del mio linguaggio. Le mie amiche lo sanno, il mio papà mi sgrida, il mio confessore si nasconde il viso tra le mani, il mio psichiatra ride come un matto... Infatti, core de mamma, anche la Figlia G pare una scaricatrice di porto. O meglio: lei carica e io scarico. Vabbé, sottigliezze. Tuttavia non posso far a meno di pensare al fatto che ci siamo dimenticati - tra un aperitivo e un esperto in talk show serali - che il primo passo verso l'educazione, è l'esempio.

Ricordo come se fosse ora le prime ore di Pedagogia alla Scuola Magistrale: la Prof, una suora giovane e molto simpatica, ci dette la prima infarinatura di cosa serve per educare. Quello che lei ci spiegò verteva tutto su un concetto: i bambini assorbono tutto. Quindi educare significa prima di tutto essere educatori, non fare gli educatori.


venerdì 28 maggio 2021

Urlo come una scimmia (sulla pubertà dei figli)

Lo ammetto tra amici, infondo: sono una madre urlatrice. Arrivo a sentire male alla gola, quando sgrido i figli. Hai voglia di aver letto libri sulla comunicazione non violenta, sull'ascolto attivo, sulla comunicazione empatica, sui linguaggi dell'amore... Ci sono situazioni che mi fanno uscire dai gangheri. E di tali situazioni proverò a parlare qui, tra pochi intimi.


mercoledì 31 marzo 2021

Fuori dalla mia Chiesa! Fuori! Fuori!

Presente le panciate con le quali Fra Tuck butta fuori dalla sua chiesetta, il perfido sceriffo di Nottingham? Ecco: la mia situazione è questa. 


venerdì 19 marzo 2021

Ma perché? Esistono ancora le mamme?

 «No, mia figlia dodicenne non ha il computer»

«No, preferirei che i bambini non frequentassero le attività non scolastiche, online»

«Ehm, sì sono a casa, ma devo aiutare i figli con la DAD perché ho un computer seminuovo che usa la figlia alle medie dalle 8 alle 14, e poi ho un altro computer un po' vecchiotto per il figlio alle elementari... oltretutto, essendo DSA, non posso lasciarlo solo perché spesso non riesce a capire ciò che fanno gli insegnanti, quindi ho davvero poco tempo»

«No, preferirei aspettare che si vedessero realmente, piuttosto che virtualmente»

«Mi spiace, sono molto incasinata al momento»

«No, mio figlio novenne non può stare al computer per giocare online coi compagni: se non ci sono io, preferisco che non usi internet»

«No, non farò fare gli esercizi di lettura online a mio figlio finché la DAD non è terminata: non voglio che si stanchi. Inoltre io non posso affiancarlo: non ho materialmente il tempo»

«No, la figlia dodicenne non possiede un cellulare: oltre che stare per forza a casa, non sono d'accordo che lo possieda»

No, mio figlio non possiede una mail privata: non credo che a nove anni gli sia utile»

mercoledì 23 settembre 2020

"Dopo i 18 anni, i figli sono liberi!" (e pure molto prima!!)

Se c'è una cosa che non reggo, è la classica frase, che puzza un po' di muffa,: «Ah, dopo il 18 anni un ragazzo, è libero!» o «Dopo i 18 anni una ragazza ha diritto di scegliere!!!». Tutto questo, di solito, viene dichiarato in campo "sentimentale" (occhio perché i sentimenti c'entrano poco e male: si parla spesso di genitalità). Provo a spiegarmi, ma devo prima raccontare un evento di qualche anno fa. 

mercoledì 29 gennaio 2020

Rifarsi il letto vuole dire "Ti voglio bene, mamma"

La proverbiale cattiveria della sottoscritta è stata evidenziata moltissime volte da tutti i figli.
Chi prima chi dopo ha affermato, tra le lacrime o le risate, che la mamma è cattiva. Talvolta tiranna. Spesso banalmente perfida come Crudelia de Mon o la matrigna di Cenerentola, glaciale come Crimilde o assetata della sofferenza - dei poveri figli - come Ursula. Non so quale figlio/figlia mi urlò che sono la peggiore madre del mondo. Capita - rispondo in questi casi - e mi limito a un armistizio fatto da crêpes e nutella, il che non guasta.