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martedì 26 aprile 2022

"Da' il buon esempio!!"

«Basta Cigols! Da' il buon esempio ai tuoi fratelli!!» e laddove c'è lui, potremmo dire chiunque dei miei figli. Lannina, quando deve badare ai fratelli, impartisce ordini come un generale (chissà da chi ha preso), mentre Lillo, quando deve occuparsi dei più piccoli ha acquisito una modalità autorevole che ammiro.

Io, col mio linguaggio da scaricatrice di porto, non sono un esempio da 'medaglia al valore mammesco' e dovrei mettermi parecchio in discussione. Abbiamo presente Mamma Pig quando, tenendo in grembo Peppa e George che battono le mani a caso sulla tastiera del computer, riprende entrambi con tono equilibrato e perentorio, dando origine a un richiamo colmo di dolcezza e morbidezza? Ecco, io mancopeggnente. Se un figlio si avvicina al mio pc, io riesco a produrre suoni gutturali e a sputare fuoco. Senza parlare, come accennavo prima, del mio linguaggio. Le mie amiche lo sanno, il mio papà mi sgrida, il mio confessore si nasconde il viso tra le mani, il mio psichiatra ride come un matto... Infatti, core de mamma, anche la Figlia G pare una scaricatrice di porto. O meglio: lei carica e io scarico. Vabbé, sottigliezze. Tuttavia non posso far a meno di pensare al fatto che ci siamo dimenticati - tra un aperitivo e un esperto in talk show serali - che il primo passo verso l'educazione, è l'esempio.

Ricordo come se fosse ora le prime ore di Pedagogia alla Scuola Magistrale: la Prof, una suora giovane e molto simpatica, ci dette la prima infarinatura di cosa serve per educare. Quello che lei ci spiegò verteva tutto su un concetto: i bambini assorbono tutto. Quindi educare significa prima di tutto essere educatori, non fare gli educatori.


mercoledì 31 marzo 2021

Fuori dalla mia Chiesa! Fuori! Fuori!

Presente le panciate con le quali Fra Tuck butta fuori dalla sua chiesetta, il perfido sceriffo di Nottingham? Ecco: la mia situazione è questa. 


lunedì 10 agosto 2020

Pronti, partenza, via!!

Ci siamo.
Tra un mese andiamo in montagna. La Figlia G, grande organizzatrice di viaggi, sta già compilando un elenco di tutto ciò che può servire. E ovviamente lo compila con dovizia di particolari.


domenica 12 luglio 2020

Se vai in Chiesa devi essere buono per forza!

Le maestre Tiziana (quella con la lunghissima trecciona di capelli rossi) e Fabrizia (quella, invece, con capelli neri corti) avevano un'idea chiara di come affrontare i bambini che litigano: ricordo una volta - stavamo preparando la "Festa degli indiani" di fine anno 1985 presso la scuola materna di via Palermo a Milano - che io e la Cristina ci prendemmo a tirate di capelli perché lei aveva pasticciato qualcosa di mio e io qualcosa di suo... Che sgridata che ci prendemmo! Entrambe. 50 e 50. E poi, sedute di spalle, ci relegarono nel "pensatoio" in classe. Il "pensatoio" era uno spazio aperto dove i litiganti si dovevano calmare un pochino per poi cercare di riappacificarsi (ovvero guardarsi in cagnesco per un po' dopo un momento di chiarimento con la maestra) e serviva per fermare la fase "rabbia" del singolo, "staccando la spina". 


sabato 28 marzo 2020

E' tutta colpa delle famiglie numerose? Ma col cavolo!!!


«Dodici figli e ci diamo ancora dentro!!» dice il papà del film "Una scatenata dozzina", uno dei nostri preferiti (ti prego, marito, non ti entusiasmare dicendo che abbiamo ancora posto in mansarda). 

mercoledì 16 ottobre 2019

Ricordi di gioventù

Sono cresciuta in casa di amici di famiglia che, tra figli e nipoti, ce n'era da benedire e santificare. Passavamo alcune settimane estive - le più belle della mia scarna pubertà - a Belgirate, in un'enorme casa piena di stanze. Ci dividevamo in bande (di solito maschi e femmine) e la prima gara della giornata era correre per arrivare a colazione, l'ultima della giornata era per arrivare per primi a servire Messa. L'adulto di riferimento era l'arzilla nonna che, come un generale di brigata, dettava affettuosamente legge. La nonna è stata una delle persone alle quali sono più affezionata e, neppure tanto segretamente, agogno di somigliarle, un giorno (POV: la nonna è ancora viva e in salute. Accusa bonariamente il Signore di essersi scordata di lei).




mercoledì 21 agosto 2019

Dio ci insegna come essere genitori

Il Piccinaccolo è malato. Dall'alto dei suoi 19 mesi, una stomatite erpetica, sta gettando tutta la famiglia nello sconforto. Sono notti pesanti e il povero Piccinaccolo è esausto. Noi con lui.

giovedì 6 giugno 2019

Stella e il buonsenso. Auguri Figlia G: colla tra mamma e papà

Figlia, Figlia amata. Da oggi sarai donna. Lo sei già in mille e un modo, ma lo Stato oggi decide che ti devi assumere le tue responsabilità.
Te le devi assumere perchè io e papà passiamo in secondo piano. Saremo sempre affianco  a te anche se dovessi ipoteticamente sgozzare una suocera invadente (anzi, se vuoi, in giardino c'è spazio). Saremo sempre affianco a te anche se dovessimo venire in capo al mondo a trovarti (tanto ti troviamo subito, avendo il gps nel tuo cellulare). Saremo sempre affianco a te anche se diventerai famosissima e se avrai un milione d'impegni mondani tipo red carpet (non butto via le scarpe del tuo battesimo, casomai, dato che sono praticamente nuove). Saremo sempre affianco a te anche se decidessi di sposare Bigfoot e mettere al mondo tanti bei bambini pelosi (casomai mi organizzo con le torte abbondanti per i compleanni). Saremo sempre affianco a te anche se volessi fare l'eremita sul monte Everest (ho una sciarpa bella morbidosa e la boulle dell'acqua calda della nonna Eda, la tua trisavola, che è sostanzialmente nuova: ha fatto solo la seconda guerra mondiale, non ha un graffio). Insomma, non riuscirai a liberarti di noi.

lunedì 29 ottobre 2018

L'amore? Non basta

Mio nonno tornò dalla Campagna di Russia col congelamento e un occhio guercio tutto fasciato. Era magro: aveva le piattole nel pube e le pulci nei capelli. Mia nonna faceva la Crocerossina volontaria in ospedale. Era ancora ricoverato quando, per fare un po' di privacy, dietro un giornale aperto, mio nonno chiese a mia nonna di sposarlo.
-non convissero ("Dobbiamo vedere se andiamo d'accordo");
-si mantennero casti ("Dobbiamo vedere se andiamo d'accordo da quel punto di vista lì");
-non aspettarono anni ("Dobbiamo prima fare quello e quello");
-non avevano casa;
-non avevano professione (mio nonno era mutilato, tra l'altro).
Sapevano che si volevano bene e che avevano deciso di amarsi.
Sì, l'amore vero. Quello fatto di impegno, razionalità, sacrificio.
E lo hanno fatto superando problemi enormi.
Fino alla fine.

Appunto per i milanesi: c'era la neve, a Sant'Ambrogio, quel giorno...