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lunedì 10 ottobre 2022

"Ma chi me l'ha fatto fare di diventare madre?" è LA questione

Avere un figlio, per una certa percentuale di mamme, è una faccenda mostruosa. Se ne accorgono quando nasce o forse dopo qualche mese/anno. Lo capisco perfettamente. Io stessa avrei cancellato tutto (gravidanza, matrimonio, figlia), se avessi potuto. E non perché la Figlia G non è stata assolutamente programmata (in realtà quando si decide di avere rapporti sessuali si decide di avere figli), perché questa percezione l'ho avuta anche in altre circostanze. Tuttavia mi chiedo perché questo sia accaduto. E non solo a me. 
Ero sola.

Per esempio analizzai le parole di una tizia che raccontò dell'amore per la figlia che però denunciava - con lo scopo di creare un movimento - il suo non apprezzamento nei confronti della maternità.



mercoledì 15 giugno 2022

Maltrattati, stuprati, uccisi: la cultura adultocentrica cancella i bambini da secoli. Il vero progresso sono la cura, l'affetto, la protezione.

Donne e uomini sono uguali.

Non è mai esistito che le donne siano migliori degli uomini o viceversa. Se una madre picchia un figlio o lo uccide, non compie un delitto di peso morale inferiore a un padre che compie il medesimo gesto.

Sia ben chiaro, questo.

Quando leggo i commentucci di chi afferma che limitando l'inesistente diritto alla soppressione del nascituro, si "torna indietro", mi percorre un brivido. Nei lunghi secoli di Storia dell'essere umano, i bambini hanno subìto ogni sorta di tortura, violenza, vessazione da parte del mondo adulto. Scrive Lloyd De Mause (psicostorico): «La storia dell'infanzia è un incubo dal quale solo di recente abbiamo cominciato a destarci. Più si va addietro nella storia, più basso appare il grado di attenzione per il bambino, e più frequentemente tocca a costui la sorte di venire assassinato, abbandonato, picchiato, terrorizzato, e di subire violenze sessuali».


domenica 12 luglio 2020

Se vai in Chiesa devi essere buono per forza!

Le maestre Tiziana (quella con la lunghissima trecciona di capelli rossi) e Fabrizia (quella, invece, con capelli neri corti) avevano un'idea chiara di come affrontare i bambini che litigano: ricordo una volta - stavamo preparando la "Festa degli indiani" di fine anno 1985 presso la scuola materna di via Palermo a Milano - che io e la Cristina ci prendemmo a tirate di capelli perché lei aveva pasticciato qualcosa di mio e io qualcosa di suo... Che sgridata che ci prendemmo! Entrambe. 50 e 50. E poi, sedute di spalle, ci relegarono nel "pensatoio" in classe. Il "pensatoio" era uno spazio aperto dove i litiganti si dovevano calmare un pochino per poi cercare di riappacificarsi (ovvero guardarsi in cagnesco per un po' dopo un momento di chiarimento con la maestra) e serviva per fermare la fase "rabbia" del singolo, "staccando la spina". 


giovedì 16 gennaio 2020

La storia degli omini della cacca

L'argomento potrebbe non appassionare chi è schifiltoso, ma tra mamme spesso è fonte di discussioni. In realtà questa è la storia del Nonno Gianni, della sua fantasia e di quello che di prezioso mi ha lasciato (inclusa la storia della cacca).

Il Nonno Gianni era figlio di Paolo (un cosiddetto "Ragazzo del '99" che tornò dalla Grande Guerra) e Serafina (donna caparbia e risparmiosa). Paolo e Serafina - soprannominata poi Nonna Tina da tutti - si mantenevano grazie a un negozio di macelleria a Milano (che durante la Seconda Guerra Mondiale fu raso al suolo) e qualche lavoro di sartoria, e misero al mondo due figli: Giovanni Natale (il nostro eroe) ed Emanuele (lo zio Lele).

Il Nonno quattordicenne

mercoledì 16 ottobre 2019

Ricordi di gioventù

Sono cresciuta in casa di amici di famiglia che, tra figli e nipoti, ce n'era da benedire e santificare. Passavamo alcune settimane estive - le più belle della mia scarna pubertà - a Belgirate, in un'enorme casa piena di stanze. Ci dividevamo in bande (di solito maschi e femmine) e la prima gara della giornata era correre per arrivare a colazione, l'ultima della giornata era per arrivare per primi a servire Messa. L'adulto di riferimento era l'arzilla nonna che, come un generale di brigata, dettava affettuosamente legge. La nonna è stata una delle persone alle quali sono più affezionata e, neppure tanto segretamente, agogno di somigliarle, un giorno (POV: la nonna è ancora viva e in salute. Accusa bonariamente il Signore di essersi scordata di lei).




mercoledì 21 agosto 2019

Dio ci insegna come essere genitori

Il Piccinaccolo è malato. Dall'alto dei suoi 19 mesi, una stomatite erpetica, sta gettando tutta la famiglia nello sconforto. Sono notti pesanti e il povero Piccinaccolo è esausto. Noi con lui.