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martedì 6 giugno 2023

Vuoi andare al ballo della scuola? Riordina la stanza!!

«Sì lo so, mamma» risponde sorridendo Lannina. L'espressione è di chi sapeva bene che non sarebbe sfuggita alla situazione, un mix tra l'arrendevole al proprio destino e la consapevolezza dell'essere nel torto.
Prima di essere accusata di perfidia mammesca, un paio di considerazioni. Lannina regna su una stanza molto grande composta da quattro pareti. Due sono un mobile a ponte con due letti (ovviamente uno dei due sarebbe per la Pantuffola, ma adesso è occupato da Cigols che ha la sua stanzina in mansarda, ma per adesso temporeggia poiché il buio... il legno che scricchiola... insomma, adesso non può proprio dormirci) sormontato da armadi (per adesso stipato di abiti dei maschi di ogni età e per tutte le stagioni, dal quale si pesca ogni qualvolta all'intero quartiere manca qualsiasi capo di abbigliamento dai 5 ai 14 anni), e un mobile enorme con cassetti e armadi; le altre due pareti hanno le finestre, ma sotto c'è la scrivania con due posti e una libreria. Ora: Lannina - campionessa number one in Diversamente Ordine - riesce a distribuire appuntifoglipenneevidenziatori (migliaia di mille colori diversi)libriquaderni sulla scrivania, compresi abiti da lavare e abiti già lavati senza un apparente sistema di distinzione.
Inoltre, quando qualcuno possiede in cuor suo sufficiente coraggio e apre gli armadi, rischia di essere travolto da un'orda barbarica nero-verde-bluastra, composta da abiti appallottolati in modo allucinante.

Chiara la faccenda?

Capito il motivo della minaccia?


lunedì 24 aprile 2023

Figlio sarai padre, figlia sarai madre (nonostante le O.S.E.)

«Mamma sto male a scuola» mi disse una mattina la Figlia G. Stava frequentando la prima media e si era scontrata con ben quattro docenti le cui capacità didattiche giudicai per lo meno discutibili. La prof. d'Inglese mi apostrofò indispettita che era impossibile insegnare la sua materia a mia figlia perché non sapeva nulla di Inglese. Fu lì, dopo aver avuto ben tre colloqui simili prima di costei, che la mia lingua si biforcò e mi cominciò a uscire il fumo dalle orecchie. Chiesi - con tutta la gentilezza possibile ed immaginabile che potevo raccattare da una mattinata di mer immenso nervosismo - cosa ci facesse mia figlia a scuola se non per imparare. Detto questo uscii, presi mia figlia e le dissi che, dopo aver subìto un cambio di scuola ogni anno fino alla quarta elementare; dopo aver attraversato non indenne il mio periodo di frequenza obbligatoria all'università per diventare ostetrica; aver affrontato la morte improvvisa della nonna e il conseguente biennio di lutto che aveva dovuto affrontare suo padre con annessa crisi matrimoniale tra me e lui; aver vissuto - con gioia fisiologicamente ambivalente - la nascita di due fratelli e preparandosi ad affrontare l'inizio della pubertà, se anche la scuola pareva ostacolare ogni apprendimento e sviluppo della sua curiosità, avevo deciso di proporle la scuola parentale. Le si illuminarono gli occhi. «Ma quindi staremo sempre insieme? Mi porterai con te sempre?» Le risposi che sì, l'avrei portata sempre con me. Saremmo stati come Jenny e Forrest, come pane e burro.
La Figlia G con Cigols dormiente: mi seguivano entrambi durante i corsi
  

mercoledì 8 febbraio 2023

Dignità ai figli (Blanco è un capriccioso e Amadeus un pessimo adulto)

Tra i film che nella nostra famiglia hanno raggiunto i vertici di numero di "proiezioni" c'è certamente Cantando sotto la Pioggia. Io ne sono sempre stata una fan sfegatata: ascoltavo anche la musicassetta con la colonna sonora, quando ero piccola. Gene Kelly è uno dei nostri attori preferiti... anche se si contende il posto con i grandi "vecchi" come Cary Grant e James Stuart, Sean Connery e Humphrey Bogart... C'è anche qualche attore giovane, che apprezziamo, ma sui nomi chiedete alla Figlia G e a Lannina perché io non me li ricordo.

Ordunque il personaggio interpretato da Gene Kelly in Cantando sotto la Pioggia, introduce il racconto della propria vita, riassumendo le indicazioni dei genitori in una semplicissima frase: «Dignità, solo e sempre dignità». Ecco, vorrei cominciare il discorso sull'adolescenza con questo punto ben chiaro: diamo ai nostri figli la loro dignità. 



lunedì 9 gennaio 2023

Il pene di plastilina o lo spaghetti western?

Le scuole non perdono tempo prezioso per "fare cultura". Perché l'obiettivo, adesso, è la prevenzione della violenza di genere e del bullismo. 

Posso serenamente dire di essere contro entrambe le situazioni: prima di tutto perché ho un'idea di cosa significhi 'violenza' in contesto familiare (indirettamente), in seconda istanza perché - avendo subito bullismo (da ragazzina e da parte di adulti) - ho una vaga idea di cosa significa. 

mercoledì 31 agosto 2022

Mamma imperfetta non esisti perché sei figlia di Dio

«Assolutamente è necessario non dare punizioni ai bambini: diventano adulti insicuri (E poi devono andare dallo psichiatra tutta la vita per colpa tua!!)»

«Certo che figlio capriccioso! Gli hai insegnato che se piange viene assecondato... (Che madre degenere e incapace)»

«È fondamentale seguire queste indicazioni, se vuoi un figlio felice! (Se non fai così non sei una madre adatta)»

«Deve socializzare altrimenti non legherà mai con nessuno (Diventa certamente un sociofobico)»

«Non fare il genitore "spazzaneve": i figli devono imparare a cavarsela da soli (spianare loro la strada non li aiuterà a maturare mai)»

«Ogni figlio deve poter avere tutto quello di cui ha bisogno: cosa fai? Non glielo dai il cellulare? E il corso di calcio/danza? (Non fare figli se non puoi soddisfare tutte le necessità)»

«Ma come il nido? Si ammalano di più e poi... Come fai a non sentirti in colpa se piange? (Devi licenziarti e stare a casa)»

martedì 26 aprile 2022

"Da' il buon esempio!!"

«Basta Cigols! Da' il buon esempio ai tuoi fratelli!!» e laddove c'è lui, potremmo dire chiunque dei miei figli. Lannina, quando deve badare ai fratelli, impartisce ordini come un generale (chissà da chi ha preso), mentre Lillo, quando deve occuparsi dei più piccoli ha acquisito una modalità autorevole che ammiro.

Io, col mio linguaggio da scaricatrice di porto, non sono un esempio da 'medaglia al valore mammesco' e dovrei mettermi parecchio in discussione. Abbiamo presente Mamma Pig quando, tenendo in grembo Peppa e George che battono le mani a caso sulla tastiera del computer, riprende entrambi con tono equilibrato e perentorio, dando origine a un richiamo colmo di dolcezza e morbidezza? Ecco, io mancopeggnente. Se un figlio si avvicina al mio pc, io riesco a produrre suoni gutturali e a sputare fuoco. Senza parlare, come accennavo prima, del mio linguaggio. Le mie amiche lo sanno, il mio papà mi sgrida, il mio confessore si nasconde il viso tra le mani, il mio psichiatra ride come un matto... Infatti, core de mamma, anche la Figlia G pare una scaricatrice di porto. O meglio: lei carica e io scarico. Vabbé, sottigliezze. Tuttavia non posso far a meno di pensare al fatto che ci siamo dimenticati - tra un aperitivo e un esperto in talk show serali - che il primo passo verso l'educazione, è l'esempio.

Ricordo come se fosse ora le prime ore di Pedagogia alla Scuola Magistrale: la Prof, una suora giovane e molto simpatica, ci dette la prima infarinatura di cosa serve per educare. Quello che lei ci spiegò verteva tutto su un concetto: i bambini assorbono tutto. Quindi educare significa prima di tutto essere educatori, non fare gli educatori.


venerdì 28 maggio 2021

Urlo come una scimmia (sulla pubertà dei figli)

Lo ammetto tra amici, infondo: sono una madre urlatrice. Arrivo a sentire male alla gola, quando sgrido i figli. Hai voglia di aver letto libri sulla comunicazione non violenta, sull'ascolto attivo, sulla comunicazione empatica, sui linguaggi dell'amore... Ci sono situazioni che mi fanno uscire dai gangheri. E di tali situazioni proverò a parlare qui, tra pochi intimi.


mercoledì 31 marzo 2021

Fuori dalla mia Chiesa! Fuori! Fuori!

Presente le panciate con le quali Fra Tuck butta fuori dalla sua chiesetta, il perfido sceriffo di Nottingham? Ecco: la mia situazione è questa. 


venerdì 19 marzo 2021

Ma perché? Esistono ancora le mamme?

 «No, mia figlia dodicenne non ha il computer»

«No, preferirei che i bambini non frequentassero le attività non scolastiche, online»

«Ehm, sì sono a casa, ma devo aiutare i figli con la DAD perché ho un computer seminuovo che usa la figlia alle medie dalle 8 alle 14, e poi ho un altro computer un po' vecchiotto per il figlio alle elementari... oltretutto, essendo DSA, non posso lasciarlo solo perché spesso non riesce a capire ciò che fanno gli insegnanti, quindi ho davvero poco tempo»

«No, preferirei aspettare che si vedessero realmente, piuttosto che virtualmente»

«Mi spiace, sono molto incasinata al momento»

«No, mio figlio novenne non può stare al computer per giocare online coi compagni: se non ci sono io, preferisco che non usi internet»

«No, non farò fare gli esercizi di lettura online a mio figlio finché la DAD non è terminata: non voglio che si stanchi. Inoltre io non posso affiancarlo: non ho materialmente il tempo»

«No, la figlia dodicenne non possiede un cellulare: oltre che stare per forza a casa, non sono d'accordo che lo possieda»

No, mio figlio non possiede una mail privata: non credo che a nove anni gli sia utile»

mercoledì 23 settembre 2020

"Dopo i 18 anni, i figli sono liberi!" (e pure molto prima!!)

Se c'è una cosa che non reggo, è la classica frase, che puzza un po' di muffa,: «Ah, dopo il 18 anni un ragazzo, è libero!» o «Dopo i 18 anni una ragazza ha diritto di scegliere!!!». Tutto questo, di solito, viene dichiarato in campo "sentimentale" (occhio perché i sentimenti c'entrano poco e male: si parla spesso di genitalità). Provo a spiegarmi, ma devo prima raccontare un evento di qualche anno fa. 

giovedì 28 maggio 2020

Le famiglie numerose sono "Pietra d'angolo"

E così non eravamo preparati. Come spesso ci è accaduto a me e al mio Sposo, l'arrivo di un nuovo membro della famiglia non ci ha sconvolto particolarmente (nonostante l'età ci ricordiamo ancora come funziona la "storia") ma la sorpresa non è mancata. Tuttavia questa volta non solo ho esternato un sommesso «Non pensavo proprio di arrivare a sette», ma mi sono arrischiata tantissimo nel dichiarare «Speriamo che sia femmina, giusto per abbassare la saturazione testosteronica della famiglia».

Dopo di che il tutto si è svolto come da protocollo: ricerca di abiti da "appanciate", scommesse (all'ultimo sangue) sul sesso del nascituro, ricerca dei vestitini da amiche e parenti, modesto acquisto di capi d'abbigliamento color rosa confetto giusto per sfogare la sete da shopping... Insomma dal test positivo in poi, tutta la famiglia è stata coinvolta nell'attesa di colei che adesso si chiama ufficialmente Pantuffola.

Il titolo del bellissimo giornalino dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose

martedì 10 marzo 2020

Lillo, la mia vittoria di mamma

Hai sedici anni. 
Mi pare ieri che la Figlia G, appena duenne, informava chiunque (nel senso di chiunque proprio, pure il fruttivendolo e i vicini di casa) che nella pancia di mamma albergava il "Lillino", ossia la contrazione infantile di "fratellino", in seguito ribattezzato Lillo per l'intera famiglia. Oggi come oggi mi fulmini con lo sguardo quando ti chiamo così, soprattutto di fronte a persone con le quali vorresti non essere messo in imbarazzo (e quindi sai bene che sarà la prima figuraccia che farai con la tua fidanzata: accusami di arteriosclerosi galoppante, non mi offenderò): ricordo con vividezza il tuo sguardo di massimo disprezzo (quello che sapete rivolgere solo alle mamme e solo alle mamme che compiono affermazioni sdolcinate in momenti assolutamente fuori luogo) quando, in preda a collosità materna e a panico da primo campeggio fuori casa, ti abbracciai come se tu stessi partendo per il Vietnam. Ti allontanasti guardingo accertandoti che nessun amico coetaneo avesse visto quello slancio appiccicoso e imbarazzante - non avevi più di otto anni - e dicesti, con sorriso tirato: «Stringiamoci calorosamente la mano». Ecco: a tutt'oggi sei così, anche se, in alcuni momenti di scoramento e stanchezza (miei, non certo tuoi), mi abbracci accertandoti della nostra solitudine (che, in casa nostra, è cercare l'ago in un pagliaio).
Tu sei stato la mia vittoria per tanti motivi: il primo - e più semplice - riguarda il fatto che tu sei nato spontaneamente. La nascita della Figlia G, con un cesareo d'emergenza piuttosto atroce (atroce per come l'ho vissuta io, non per una cattiva gestione dei sanitari), non mi fu d'aiuto. In più mettiamoci le stupidaggini sull'allattamento e l'educazione (dormire separati e orari...) e la frittata fu fatta: arrivai a pensare di non essere tagliata per fare la mamma. Poi arrivasti tu e mi insegnasti un mucchio di cose.

domenica 1 marzo 2020

Educare o Istruire?

Dopo una settimana di comprensibile ansia, la Figlia G risulta patentata. Orbene, la prima che ne approfitterà sarà sicuramente la Nobis che desidera essere portata al McDonald's (hai capito la furba?): ovviamente - come da protocollo - la prossima ansia sarà data dall'esame di maturità. Una delle domande di questi giorni, quindi, è la seguente: chi si può dire effettivamente "maturo"? La Figlia G sta iniziando a saggiare i limiti di questa definizione guardandosi intorno e approfittando del fatto di essere, fondamentalmente, un'osservatrice cauta della realtà. Possiede qualche amica e diverse conoscenze che attuano comportamenti che ella osserva, deduce, 'annusa' e verso i quali si fa un'idea, verso i quali esprime un giudizio. Come poi sempre accade, sceglie - consapevolmente o meno - di utilizzare medesimi schemi comportamentali ed elimina quelli che non le si confanno. Di una cosa lei è certa, l'esame di maturità non misura la maturità: purtroppo non serve molto a riconoscere quelle caratteristiche che fanno delle persone degli adulti in grado di assumersi responsabilità pari alla patente e al diritto di voto. La Figlia G è in quella fase, credo, nella quale comprende che il voto scolastico giudica solo una mera capacità mnemonica, ma trova talvolta sconveniente che lo studente compia ragionamenti personali, tragga conclusioni spontanee, abbia opinioni soggettive. Purtroppo lei non ha conosciuto docenti - ce n'è sempre meno - che stimolano lo studente al ragionamento, docenti, quindi, che educhino. No, soprattutto negli ultimi anni, il docente riempie. E quando va bene riempie di nozioni (a scuola per lo più si va per imparare materie), quando va meno bene riempie di opinioni (personali). E quando questo accade, lo studente si trova impacciato: non è un caso che entrambi i miei figli più grandi si siano trovati a non poter controbattere ai docenti che portavano non solo nozioni, ma anche opinioni.

mercoledì 29 gennaio 2020

Rifarsi il letto vuole dire "Ti voglio bene, mamma"

La proverbiale cattiveria della sottoscritta è stata evidenziata moltissime volte da tutti i figli.
Chi prima chi dopo ha affermato, tra le lacrime o le risate, che la mamma è cattiva. Talvolta tiranna. Spesso banalmente perfida come Crudelia de Mon o la matrigna di Cenerentola, glaciale come Crimilde o assetata della sofferenza - dei poveri figli - come Ursula. Non so quale figlio/figlia mi urlò che sono la peggiore madre del mondo. Capita - rispondo in questi casi - e mi limito a un armistizio fatto da crêpes e nutella, il che non guasta.


mercoledì 16 ottobre 2019

Ricordi di gioventù

Sono cresciuta in casa di amici di famiglia che, tra figli e nipoti, ce n'era da benedire e santificare. Passavamo alcune settimane estive - le più belle della mia scarna pubertà - a Belgirate, in un'enorme casa piena di stanze. Ci dividevamo in bande (di solito maschi e femmine) e la prima gara della giornata era correre per arrivare a colazione, l'ultima della giornata era per arrivare per primi a servire Messa. L'adulto di riferimento era l'arzilla nonna che, come un generale di brigata, dettava affettuosamente legge. La nonna è stata una delle persone alle quali sono più affezionata e, neppure tanto segretamente, agogno di somigliarle, un giorno (POV: la nonna è ancora viva e in salute. Accusa bonariamente il Signore di essersi scordata di lei).