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mercoledì 14 agosto 2024

Denatalità. La mia idea.

Non ho la verità in mano, sono discalculica e ho diverse lacune in aritmetica e non ho una laurea in demografia.

Quindi parlo, diciamo così, per parlare. Parlo con gli occhi di mera osservatrice. Parlo da persona che ascolta le donne e lo fa da un po'. Parlo da madre.

Comincio con raccontare di me, così da non tirare in ballo altre persone e risultare dogmatica.

Ho avuto la prima figlia a vent'un anni con un cesareo d'emergenza piuttosto sgraziato e aggressivo. Lavorava mio marito che già da due anni era abilitato alla professione di geometra. Siamo andati ad abitare in un monolocale per il quale abbiamo pagato un mutuo estinto da poco tempo. 

Io frequentavo l'università e la interruppi perchè avrei dovuto presenziare alle lezioni, ma era troppo distante (non tutte le università hanno tutte le facoltà). Mi laureai anni dopo in tutt'altra materia subendo mobbing aggressivo e delinquenziale (i motivi di questi trattamenti erano e sono tutt'ora a me ignoti) per il quale mi dispiace non aver sporto regolare esposto civile: il mio errore di non averlo fatto ha causato che altre dopo di me abbiano subìto torti gravissimi (talvolta peggiori di quelli subìti da me). Le università italiane sono piene zeppe di gentaglia schifosa, viscida, putrida e maligna che si sente in diritto di sfogare le proprie turbe psichiche sugli studenti e (soprattutto) sulle studentesse: effettuo questo discrimine perchè, chiaramente, le studentesse hanno il difetto di rimanere gravide con l'oltraggio, talvolta, di accogliere la gravidanza e la maternità, il che è visto universalmente come la disgrazia peggiore che un essere umano possa realizzare. 

mercoledì 13 settembre 2023

Mi scusi Signor Professore, permette una domandina? IL RITORNO

Un articolo solletica la mia curiosità: il titolo è interessante e la mia attenzione è catturata da alcune dichiarazioni bibliografate, che informano di alcuni dati di fatto importanti, circa la salute dei bambini.

Il titolo molto interessante contiene termini come "Materno", "Nido" e "Sviluppo del Bambino".

Prima di condividerne i punti e di illustrare quelli che ho trovato ...strani... effettuo una premessa chiara: io non penso che un titolo di studio sia fondamentale per poter possedere delle opinioni e, di per contro, penso che non sempre chi possiede un titolo di studio abbia le competenze per esprimere convincimenti e giudizi. Quindi se io ho di fronte un super professorone di Pedagogia riconosciuto pressoché come genio incontrastato, che mi dice che i bambini devono andare all'asilo nido per socializzare, poi ho di fronte una tata che si occupa di famiglie e bambini piccoli da trent'anni che dice che ai bambini non è assolutamente detto che l'asilo nido serva, io sono più tentata di credere e dare credito a quest'ultima, piuttosto che al professorone titolato. 

Come alcuni pedagogisti/pediatri vedono alcune mamme

lunedì 10 ottobre 2022

"Ma chi me l'ha fatto fare di diventare madre?" è LA questione

Avere un figlio, per una certa percentuale di mamme, è una faccenda mostruosa. Se ne accorgono quando nasce o forse dopo qualche mese/anno. Lo capisco perfettamente. Io stessa avrei cancellato tutto (gravidanza, matrimonio, figlia), se avessi potuto. E non perché la Figlia G non è stata assolutamente programmata (in realtà quando si decide di avere rapporti sessuali si decide di avere figli), perché questa percezione l'ho avuta anche in altre circostanze. Tuttavia mi chiedo perché questo sia accaduto. E non solo a me. 
Ero sola.

Per esempio analizzai le parole di una tizia che raccontò dell'amore per la figlia che però denunciava - con lo scopo di creare un movimento - il suo non apprezzamento nei confronti della maternità.



giovedì 6 ottobre 2022

Mi scusi, ma io non ho solo un figlio

Giusto per fare un esempio:

Cigols e Checcolens entrano a scuola alle 8.30 in una zona, il Piccinaccolo e la Pantuffola entro le 9 in tutt'altra zona. Tuttavia io, dovendo ancompagnare Lannina entro le 8 (terza zona diversa dalle prime due), devo caricare lei e i piccolini in modo da fare un viaggio solo (che poi sono due zone trafficatissime e lontanissime). Ma Cigols e Checcolens? Loro vanno molto vicino a casa, e non posso farli andare da soli per il semplice motivo che ci sono delle strade ammazzavecchietta da attraversare e - com'è già accaduto - se una mattina c'è qualche sciopero e la scuola non apre, loro dovrebbero tornare da soli. Quindi, in qualche modo, io devo essere certa che entrino a scuola: questo significa che un adulto deve esserci. Ora: mi si potrebbe dire che «Ai miei tempi i figlioli andavano a scuola da soli», tuttavia io rispondo che  «Ai miei tempi c'era un tantino di rispetto del Codice della Strada e - forse esagero io - i bambini da soli erano un po' più tenuti d'occhio anche dagli estranei (ricordo che io frequentavo le elementari qui e percorrevo a piedi 700 metri attraversando viali trafficati): si aiutavano ad attraversare, per esempio». Quindi mi sono informata per poter far entrare Checcolens e Cigols un po' prima, tuttavia non solo non è contemplato che questo accada perché le mamme casalinghe - si sa - dispongono di un tempo infinito, ma non è neppure contemplato se una mamma è lavoratrice autonoma: lo si può richiedere solo se i genitori sono dipendenti (il modello prestampato lascia lo spazio del nome dell'Azienda).

La Pantuffola e la Nobis: due esseri umani pieni di vita e dignità, che non producendo non hanno (avevano, visto che la Nobis non è più) diritti.

mercoledì 15 giugno 2022

Maltrattati, stuprati, uccisi: la cultura adultocentrica cancella i bambini da secoli. Il vero progresso sono la cura, l'affetto, la protezione.

Donne e uomini sono uguali.

Non è mai esistito che le donne siano migliori degli uomini o viceversa. Se una madre picchia un figlio o lo uccide, non compie un delitto di peso morale inferiore a un padre che compie il medesimo gesto.

Sia ben chiaro, questo.

Quando leggo i commentucci di chi afferma che limitando l'inesistente diritto alla soppressione del nascituro, si "torna indietro", mi percorre un brivido. Nei lunghi secoli di Storia dell'essere umano, i bambini hanno subìto ogni sorta di tortura, violenza, vessazione da parte del mondo adulto. Scrive Lloyd De Mause (psicostorico): «La storia dell'infanzia è un incubo dal quale solo di recente abbiamo cominciato a destarci. Più si va addietro nella storia, più basso appare il grado di attenzione per il bambino, e più frequentemente tocca a costui la sorte di venire assassinato, abbandonato, picchiato, terrorizzato, e di subire violenze sessuali».


giovedì 13 gennaio 2022

Cari pedagogisti e cari psicologi...

Lo confesso. Ho sbagliato un milione di volte e più. Ho urlato e ho sculacciato. 

Tuttavia, prima di proseguire, vado indietro nel tempo. 

Le botte a fin di bene, non esistono. Le sculacciate educative sono un enorme bugia. Ed è vero. Chiunque supponga che una sberla o una sculacciata possano essere educative, sbaglia. E molto. 


venerdì 31 dicembre 2021

L'unica ragione di vita - Te Deum Laudamus

Perché siamo al mondo? 

Questa domanda mi tormenta da anni. Soprattutto nella sofferenza, mi sono trovata a guardarmi allo specchio e a ripetermi incessantemente il motivo per il quale siamo su questa Terra. 

Per comprendere a pieno il significato dello stare in vita e l'importanza del farlo bene, è stato necessario, per me, vedere la vita spegnersi. 


giovedì 10 settembre 2020

I Bambini vedono Cristo grazie al Battesimo

Osservo sempre con stupore le espressioni che i neonati fanno da svegli e mentre dormono. Questa cosa di solito la si fa quando si è mamma oltre il secondo figlio: col primo non è possibile farlo poiché -per lo meno a donne come me, tra l'insicuro, il pigro, il disordinato e il confusionario- quando il pupo dorme, si fa giusto a tempo a lavarsi la faccia e cambiarsi d'abito (che di solito è un pigiama/tuta/grembiule). Il resto del tempo lo si passa a cercare di capire come sopravvivere agli strilli del pupo (presente quando si esce dalla discoteca con gli acufeni?); ai consigli della suocera che ha avuto un figlio solo e non è venuto così bene; a i suggerimenti della mamma che non ha allattato ed è tornata al lavoro quando i figli avevano due mesi; alle zie che vengono a vedere il bimbo ma osservano l'ordine della casa; alle amiche che -soprattutto se sei giovane- ti dicono che a vent'anni dovresti divertirti ancora, uscire la sera, truccarti un po'; al marito che va instradato un pochino nel come-capire-rapidamente-se-stai-facendo-la-cosa-sbagliata-e-correggerti-prima-che-tua-moglie-ti-tiri-un-pannolino-sporco (pensavo di realizzare dei podcast sui "piccoli suggerimenti per una famigliola serena", magari potrebbero essere utili, ma poi mi sono ricordata che può essere tutto, la mia famiglia, ma definirla "serena" è un po' impreciso: potrei dire "rumorosa", "strillosa", "disorganizzata", quindi ho cambiato idea), all'assoluta drammatica ignoranza sull'infanzia che le donne della generazione divenuta madre dopo gli anni '70 possiedono se non hanno avuto fratelli o cuginetti vicini... 

domenica 12 luglio 2020

Se vai in Chiesa devi essere buono per forza!

Le maestre Tiziana (quella con la lunghissima trecciona di capelli rossi) e Fabrizia (quella, invece, con capelli neri corti) avevano un'idea chiara di come affrontare i bambini che litigano: ricordo una volta - stavamo preparando la "Festa degli indiani" di fine anno 1985 presso la scuola materna di via Palermo a Milano - che io e la Cristina ci prendemmo a tirate di capelli perché lei aveva pasticciato qualcosa di mio e io qualcosa di suo... Che sgridata che ci prendemmo! Entrambe. 50 e 50. E poi, sedute di spalle, ci relegarono nel "pensatoio" in classe. Il "pensatoio" era uno spazio aperto dove i litiganti si dovevano calmare un pochino per poi cercare di riappacificarsi (ovvero guardarsi in cagnesco per un po' dopo un momento di chiarimento con la maestra) e serviva per fermare la fase "rabbia" del singolo, "staccando la spina". 


giovedì 28 maggio 2020

Le famiglie numerose sono "Pietra d'angolo"

E così non eravamo preparati. Come spesso ci è accaduto a me e al mio Sposo, l'arrivo di un nuovo membro della famiglia non ci ha sconvolto particolarmente (nonostante l'età ci ricordiamo ancora come funziona la "storia") ma la sorpresa non è mancata. Tuttavia questa volta non solo ho esternato un sommesso «Non pensavo proprio di arrivare a sette», ma mi sono arrischiata tantissimo nel dichiarare «Speriamo che sia femmina, giusto per abbassare la saturazione testosteronica della famiglia».

Dopo di che il tutto si è svolto come da protocollo: ricerca di abiti da "appanciate", scommesse (all'ultimo sangue) sul sesso del nascituro, ricerca dei vestitini da amiche e parenti, modesto acquisto di capi d'abbigliamento color rosa confetto giusto per sfogare la sete da shopping... Insomma dal test positivo in poi, tutta la famiglia è stata coinvolta nell'attesa di colei che adesso si chiama ufficialmente Pantuffola.

Il titolo del bellissimo giornalino dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose

lunedì 18 febbraio 2019

Sesso: un breve ripasso

Ci sono millemila (ora che ho imparato questo termine da Lannina, me ne approprio per qualche giorno poi smetto, giurin-giuretta) testi di educazione sessuale. Un po' perché la mia professione mi obbliga a tenermi aggiornata, un po' perché è un argomento che ho dovuto affrontare alcune di volte, ne ho diversi. 
Poi, siccome sono piuttosto una "signorina Perfettini" (grazie Figlia G di ricordarmelo anche quando ho le magliette macchiate: non vorrei abbandonare sane abitudini), ho preferito studiare. E ho affrontato con gioia una paio di corsi preparatori veramente organizzati benissimo: il primo è stato il Progetto Pioneer, il secondo è stato il Teen Star. Ho preferito affrontare dei corsi perché lo scambio attivo con altri professionisti e con altri operatori, mi piace e mi arricchisce moltissimo. E, inoltre, perché i testi che girano nelle librerie sono brutti.
Sì brutti.
Visivamente: disegni eroticamente espliciti, quindi inutili. 
Graficamente: didascalie esteticamente confusionarie.
Didatticamente: discorsi banali, argomentazioni scialbe, obiettivi formativi confusi.
Titoli e sottotitoli sensazionalistici: Passerine e pisellini (Lannina scuote la testa: «Pensano che siamo scemi?» mi chiede perplessa), Manuale di educazione sessuale dai 3 ai 9 anni (a parte che tutto ciò che è "manuale" mi ricorda molto chi dice al genitore come deve fare per essere bravo genitore e mi viene l'orticaria), Tutto ciò che non sai sul sesso te lo spieghiamo noi («Noi chi?» mi chiede Cigols preoccupato, «Me lo devono spegare la mia mamma e il mio papà, mica altri» aggiunge divorando una Girella), Le femmine sono fatte così, i maschi colà (che potrebbe sembrare mera biologia, ma in realtà ci vengono infilati termini un po' confusionari come 'erotismo' e 'orgasmo' dei quali a nove anni non c'è bisogno) e tanti altri.