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lunedì 10 marzo 2025

Lacrime di mamma

Io mi domando come si faccia.

Mi chiedo come sia umanamente possibile desiderare un figlio.

No, non ne senso del sognare la maternità, ma nel senso della bramosia del mettere al mondo o, peggio, del far mettere al mondo per poi procurarselo, un essere umano (parlo pure dei gameti, eh). Un conto è il desiderio di poter dare una famiglia a un piccino che non ce l'ha, ben altro è il fare di tutto per pretendere il concepimento e la nascita di una creatura che venga a colmare il proprio immaginario identitario.

Me lo sono chiesta spesso quando ho constatato il dolore di amiche che hanno realmente fatto di tutto per cercare un figlio: persino volare in altri Paesi. Non che questo io non lo accetti, ovviamente. Tutt'altro: il dolore di chi vorrebbe poter dare la vita ma non ce la fa per problemi oggettivi e personali, è comprensibilissimo. Quello che non capisco - che avviene anche in famiglie dove non ci sono problemi di fertilità - è l'investire tutto su un figlio, su quella che è una persona, un essere umano. 

Persona che avrà gusti, temperamento, sogni, dubbi, paure, desideri che il genitore non potrà mai ottemperare né potrà mai capire. Perchè un figlio è, nel modo più assoluto, qualcuno che è altro-da-me. 

"Ho fatto il meglio che ho potuto"

giovedì 28 novembre 2024

Tutte le mamme amate, amano

Ero studentessa, ma ero già mamma. Un pezzo di strada l'avevo compiuto con fatica poichè avevo avuto una figlia da giovane e con tutta una serie di aspettative disilluse (cesareo, non allattamento, abuso del cosiddetto "Metodo Estivill"), e un figlio che aveva aiutato la mia autostima a ricredersi (parto vaginale, allattamento più lungo e bedsharing).

Lei era una giovane donna, incinta di qualche settimana, pancia piccola piccola. Aspettava che le facessero nascere suo figlio. Il primo era mancato a termine della gravidanza. Questo lo voleva vivo con tutta se stessa. 
Durante la gravidanza aveva avuto mal di schiena. Fitte, dolore, fastidio. In fine suo marito disse basta e la portò in ospedale. Il medico ginecologo attestò la gravidanza in uno stadio iniziale: il suo secondo bambino c'era e il suo cuore batteva veloce. Ma quel dolore non passava con le flebo di antidolorifico. Fu chiamato l'anestesista che fece una visita accurata con il ginecologo. Ad un tratto i loro sguardi si incrociarono. Io ero lì, ma troppo inesperta per capire. 
Volarono a fare una risonanza.

Carcinoma osseo. Quarto stadio.

martedì 31 ottobre 2023

Come si dichiara l'Imputata? Colpevole, Vostro Onore

Lo ammetto.

Sono colpevole.

Colpevole di aver dato cioccolato ai miei figli.

Colpevole di averli costretti a lavarsi i denti.

Colpevole di averli allattati.

Colpevole di non averlo fatto.

Colpevole di averli costretti a dormire nel loro letto.

Colpevole di farli dormire con me.

Questi dentini sono molto meno cariati di quelli della Pantuffola
L'immagine è tratta da questo sito 

sabato 5 agosto 2023

Mamma mia che film femminile!!

La storia è quella di una ragazza che fa un po' di pasticci ma poi diventa una donna responsabile.

Sto parlando di un film che ritengo interessante, soprattutto per le figlie femmine.

Quindi oggi parlerò di "Mamma Mia! Ci risiamo!", uno dei cult della nostra famiglia.



lunedì 24 aprile 2023

Figlio sarai padre, figlia sarai madre (nonostante le O.S.E.)

«Mamma sto male a scuola» mi disse una mattina la Figlia G. Stava frequentando la prima media e si era scontrata con ben quattro docenti le cui capacità didattiche giudicai per lo meno discutibili. La prof. d'Inglese mi apostrofò indispettita che era impossibile insegnare la sua materia a mia figlia perché non sapeva nulla di Inglese. Fu lì, dopo aver avuto ben tre colloqui simili prima di costei, che la mia lingua si biforcò e mi cominciò a uscire il fumo dalle orecchie. Chiesi - con tutta la gentilezza possibile ed immaginabile che potevo raccattare da una mattinata di mer immenso nervosismo - cosa ci facesse mia figlia a scuola se non per imparare. Detto questo uscii, presi mia figlia e le dissi che, dopo aver subìto un cambio di scuola ogni anno fino alla quarta elementare; dopo aver attraversato non indenne il mio periodo di frequenza obbligatoria all'università per diventare ostetrica; aver affrontato la morte improvvisa della nonna e il conseguente biennio di lutto che aveva dovuto affrontare suo padre con annessa crisi matrimoniale tra me e lui; aver vissuto - con gioia fisiologicamente ambivalente - la nascita di due fratelli e preparandosi ad affrontare l'inizio della pubertà, se anche la scuola pareva ostacolare ogni apprendimento e sviluppo della sua curiosità, avevo deciso di proporle la scuola parentale. Le si illuminarono gli occhi. «Ma quindi staremo sempre insieme? Mi porterai con te sempre?» Le risposi che sì, l'avrei portata sempre con me. Saremmo stati come Jenny e Forrest, come pane e burro.
La Figlia G con Cigols dormiente: mi seguivano entrambi durante i corsi
  

lunedì 10 ottobre 2022

"Ma chi me l'ha fatto fare di diventare madre?" è LA questione

Avere un figlio, per una certa percentuale di mamme, è una faccenda mostruosa. Se ne accorgono quando nasce o forse dopo qualche mese/anno. Lo capisco perfettamente. Io stessa avrei cancellato tutto (gravidanza, matrimonio, figlia), se avessi potuto. E non perché la Figlia G non è stata assolutamente programmata (in realtà quando si decide di avere rapporti sessuali si decide di avere figli), perché questa percezione l'ho avuta anche in altre circostanze. Tuttavia mi chiedo perché questo sia accaduto. E non solo a me. 
Ero sola.

Per esempio analizzai le parole di una tizia che raccontò dell'amore per la figlia che però denunciava - con lo scopo di creare un movimento - il suo non apprezzamento nei confronti della maternità.



mercoledì 31 agosto 2022

Mamma imperfetta non esisti perché sei figlia di Dio

«Assolutamente è necessario non dare punizioni ai bambini: diventano adulti insicuri (E poi devono andare dallo psichiatra tutta la vita per colpa tua!!)»

«Certo che figlio capriccioso! Gli hai insegnato che se piange viene assecondato... (Che madre degenere e incapace)»

«È fondamentale seguire queste indicazioni, se vuoi un figlio felice! (Se non fai così non sei una madre adatta)»

«Deve socializzare altrimenti non legherà mai con nessuno (Diventa certamente un sociofobico)»

«Non fare il genitore "spazzaneve": i figli devono imparare a cavarsela da soli (spianare loro la strada non li aiuterà a maturare mai)»

«Ogni figlio deve poter avere tutto quello di cui ha bisogno: cosa fai? Non glielo dai il cellulare? E il corso di calcio/danza? (Non fare figli se non puoi soddisfare tutte le necessità)»

«Ma come il nido? Si ammalano di più e poi... Come fai a non sentirti in colpa se piange? (Devi licenziarti e stare a casa)»

mercoledì 15 giugno 2022

Maltrattati, stuprati, uccisi: la cultura adultocentrica cancella i bambini da secoli. Il vero progresso sono la cura, l'affetto, la protezione.

Donne e uomini sono uguali.

Non è mai esistito che le donne siano migliori degli uomini o viceversa. Se una madre picchia un figlio o lo uccide, non compie un delitto di peso morale inferiore a un padre che compie il medesimo gesto.

Sia ben chiaro, questo.

Quando leggo i commentucci di chi afferma che limitando l'inesistente diritto alla soppressione del nascituro, si "torna indietro", mi percorre un brivido. Nei lunghi secoli di Storia dell'essere umano, i bambini hanno subìto ogni sorta di tortura, violenza, vessazione da parte del mondo adulto. Scrive Lloyd De Mause (psicostorico): «La storia dell'infanzia è un incubo dal quale solo di recente abbiamo cominciato a destarci. Più si va addietro nella storia, più basso appare il grado di attenzione per il bambino, e più frequentemente tocca a costui la sorte di venire assassinato, abbandonato, picchiato, terrorizzato, e di subire violenze sessuali».


venerdì 29 aprile 2022

Viva la mamma

Se io fossi la Cristoforetti, mi girerebbero assai. La Boldrini dice che è vergognoso che alla Cristoforetti sia chiesta la sorte dei figli mentre lei sarà nel cosmo a fare cose delle quali io non ho idea. Lei – la Cristoforetti – potrebbe serenamente rispondere da sola alla Boldrini chiedendole di non essere usata come il simbolo di un femminismo che vede nel distacco materno dalle pareti domestiche una sorta di evoluzione darwiniana vincente, rispetto alle povere mentecatte che se ne stanno patriarcalmente controllate a fare da serve ai piagnistei dei figli.



giovedì 3 febbraio 2022

Essere genitori perfetti: come diavolo si fa??

Non lo so.

Provate a farlo: scrivete su un qualsiasi motore di ricerca la frase "Come fare per essere genitori perfetti" e guardate il risultato. Migliaia di pagine di carta stampata che guida i poveri due malcapitati passo passo, per diventare genitori con la medaglietta ed avere figli con la medaglietta. Figli gentili, educati, che sanno comportarsi adeguatamente, che imparano con facilità. Genitori simpatici che educano i figli con estrema facilità, che sanno come comportarsi, che nutrono in modo sano e impartiscono regole di convivenza civile perfette. 


Ecco: io manco per sbaglio.

venerdì 28 maggio 2021

Urlo come una scimmia (sulla pubertà dei figli)

Lo ammetto tra amici, infondo: sono una madre urlatrice. Arrivo a sentire male alla gola, quando sgrido i figli. Hai voglia di aver letto libri sulla comunicazione non violenta, sull'ascolto attivo, sulla comunicazione empatica, sui linguaggi dell'amore... Ci sono situazioni che mi fanno uscire dai gangheri. E di tali situazioni proverò a parlare qui, tra pochi intimi.


venerdì 23 ottobre 2020

E se un domani mi venisse detto che sono stata una pessima madre? "Stacce"

«Mamma, io vorrei proprio fare la mamma, da grande», queste le poche parole dette settimane fa da Lannina, e che ci hanno portato lontano. Sì perché le considerazioni che mi ha poi proposto sono risultate essere chiaramente il frutto di tutta una serie di ragionamenti che, evidentemente, sta compiendo da tempo. Il fatto di volere essere mamme, per lei implica il sacrificarsi per i figli. Me lo ha detto chiaramente: le mamme donano la loro vita ai figli. «Come hai fatto tu», mamma, ha poi aggiunto.



La mia bisnonna Lina Greppi Sagramoso con il sesto figlio, Giovanni (1930)

Chiedendole cosa la attrae della maternità, mi ha risposto che è incuriosita dalle sensazioni che si provano durante la gravidanza, durante il parto e l'allattamento («Perché tutte le mamme urlano, ma poi piangono di felicità, dopo che hanno partorito... è come se non sentissero il dolore, come se diventassero Avengers»), ma che le piace proprio l'idea di stare coi bambini... Allora le ho posto una domanda: «Ascolta, ma allora, tutte le volte che ti ho sgridato? Tutte le volte che ho perso la pazienza? Tutte le volte che ti ho fatto piangere negandoti ciò che mi chiedevi? Fare la mamma implica per forza anche essere definita "cattiva" quando si sgrida o quando si dice di "No!"». Lannina mi ha risposto che sgridare spesso significa voler bene, aiutare un bambino a capire dove sbaglia. «Quando ci sgridavi, io da piccola pensavo che non ci volessi bene, che tu davvero eri cattiva, che non ci volessi con te. Poi quando ho cominciato ad ascoltarti e a capire che lo facevi per insegnarci a comportarci anche tra di noi in maniera decente, mi sono tranquillizzata. I miei figli li sgriderò, se sbaglieranno». 

domenica 1 marzo 2020

Educare o Istruire?

Dopo una settimana di comprensibile ansia, la Figlia G risulta patentata. Orbene, la prima che ne approfitterà sarà sicuramente la Nobis che desidera essere portata al McDonald's (hai capito la furba?): ovviamente - come da protocollo - la prossima ansia sarà data dall'esame di maturità. Una delle domande di questi giorni, quindi, è la seguente: chi si può dire effettivamente "maturo"? La Figlia G sta iniziando a saggiare i limiti di questa definizione guardandosi intorno e approfittando del fatto di essere, fondamentalmente, un'osservatrice cauta della realtà. Possiede qualche amica e diverse conoscenze che attuano comportamenti che ella osserva, deduce, 'annusa' e verso i quali si fa un'idea, verso i quali esprime un giudizio. Come poi sempre accade, sceglie - consapevolmente o meno - di utilizzare medesimi schemi comportamentali ed elimina quelli che non le si confanno. Di una cosa lei è certa, l'esame di maturità non misura la maturità: purtroppo non serve molto a riconoscere quelle caratteristiche che fanno delle persone degli adulti in grado di assumersi responsabilità pari alla patente e al diritto di voto. La Figlia G è in quella fase, credo, nella quale comprende che il voto scolastico giudica solo una mera capacità mnemonica, ma trova talvolta sconveniente che lo studente compia ragionamenti personali, tragga conclusioni spontanee, abbia opinioni soggettive. Purtroppo lei non ha conosciuto docenti - ce n'è sempre meno - che stimolano lo studente al ragionamento, docenti, quindi, che educhino. No, soprattutto negli ultimi anni, il docente riempie. E quando va bene riempie di nozioni (a scuola per lo più si va per imparare materie), quando va meno bene riempie di opinioni (personali). E quando questo accade, lo studente si trova impacciato: non è un caso che entrambi i miei figli più grandi si siano trovati a non poter controbattere ai docenti che portavano non solo nozioni, ma anche opinioni.

martedì 17 dicembre 2019

Svelare il Natale, ovvero, gli auguri 2019


Il Natale svela verso Chi dobbiamo guardare, che non è (solo) una Persona (Gesù), che non è (solo) un bambino (che sarà adulto), che non è (solo) un figlio (di Dio), ma è una Famiglia. La nascita di una Famiglia ci deve svegliare dal torpore. Sì, perché stiamo dormendo da troppo tempo. Stiamo assopiti in un limbo vuoto fatto di inutilità. Maria è madre, Giuseppe è padre.

Allora ecco svelato il Natale: fatevi gli auguri di essere una famiglia, di diventarlo presto, di non perdere tempo in chiacchiere, di pretendere di essere una mamma e un papà, di avere la forza e il desiderio (basta chiederlo a Lui) di essere famiglia. 

Allora auguri a chi vuole l'amore vero, che lo trovi e si sposi.
Auguri a chi vuole un figlio perché che riceva quel dono meraviglioso aprendosi alla genitorialità che meglio lo realizza (e spesso non è quella che si pensa o si pretende per sé perché il Mistero non può che svelarsi dandoci indicazioni).
Auguri a chi non vuole un figlio, perché si scontri con la propria immagine l'ultimo giorno della propria vita e veda chi c'è al suo fianco, se non i figli.
Auguri di cuore a ogni bambino, che trovi chi lo rispetta, chi lo educa, chi lo ama.
Auguri perché ogni genitore voglia esserlo davvero.