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giovedì 28 maggio 2020

Le famiglie numerose sono "Pietra d'angolo"

E così non eravamo preparati. Come spesso ci è accaduto a me e al mio Sposo, l'arrivo di un nuovo membro della famiglia non ci ha sconvolto particolarmente (nonostante l'età ci ricordiamo ancora come funziona la "storia") ma la sorpresa non è mancata. Tuttavia questa volta non solo ho esternato un sommesso «Non pensavo proprio di arrivare a sette», ma mi sono arrischiata tantissimo nel dichiarare «Speriamo che sia femmina, giusto per abbassare la saturazione testosteronica della famiglia».

Dopo di che il tutto si è svolto come da protocollo: ricerca di abiti da "appanciate", scommesse (all'ultimo sangue) sul sesso del nascituro, ricerca dei vestitini da amiche e parenti, modesto acquisto di capi d'abbigliamento color rosa confetto giusto per sfogare la sete da shopping... Insomma dal test positivo in poi, tutta la famiglia è stata coinvolta nell'attesa di colei che adesso si chiama ufficialmente Pantuffola.

Il titolo del bellissimo giornalino dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose

martedì 19 novembre 2019

L'esercito di Lily Potter

Una delle scene più belle e struggenti dei racconti su Harry Potter, anche se non sono una fan esagerata dei film,  è certamente quando Lily Potter protegge il proprio bambino con il proprio amore: "Papà ti ama, mamma ti ama..." pronuncia lei sapendo di avere poco tempo. Nel libro è il professor Silente - se non ricordo male - che spiega a Harry, che Voldemort non è riuscito a uccidere un bambino di un anno, perché questi è stato protetto dalla forza più grande che esista: l'amore. E questo non è un incantesimo, ma è una grande e potente protezione che nulla può distruggere, neppure uno degli incantesimi più cattivi. 



giovedì 6 giugno 2019

Stella e il buonsenso. Auguri Figlia G: colla tra mamma e papà

Figlia, Figlia amata. Da oggi sarai donna. Lo sei già in mille e un modo, ma lo Stato oggi decide che ti devi assumere le tue responsabilità.
Te le devi assumere perchè io e papà passiamo in secondo piano. Saremo sempre affianco  a te anche se dovessi ipoteticamente sgozzare una suocera invadente (anzi, se vuoi, in giardino c'è spazio). Saremo sempre affianco a te anche se dovessimo venire in capo al mondo a trovarti (tanto ti troviamo subito, avendo il gps nel tuo cellulare). Saremo sempre affianco a te anche se diventerai famosissima e se avrai un milione d'impegni mondani tipo red carpet (non butto via le scarpe del tuo battesimo, casomai, dato che sono praticamente nuove). Saremo sempre affianco a te anche se decidessi di sposare Bigfoot e mettere al mondo tanti bei bambini pelosi (casomai mi organizzo con le torte abbondanti per i compleanni). Saremo sempre affianco a te anche se volessi fare l'eremita sul monte Everest (ho una sciarpa bella morbidosa e la boulle dell'acqua calda della nonna Eda, la tua trisavola, che è sostanzialmente nuova: ha fatto solo la seconda guerra mondiale, non ha un graffio). Insomma, non riuscirai a liberarti di noi.

lunedì 29 aprile 2019

L'allattamento è un gesto politico

Durante alcuni viaggi all'estero ho potuto constatare che in altri Paesi ci sono tanti bambini. Una media di due per donna (coppia). Ma l'unica mamma che ho visto allattare una neonata (copertina rosa), lo faceva coprendosi. Come se allattare significasse far vedere la poppa. Come se la poppa di mamma allattante fosse qualcosa di erotico, di conturbante e lussurioso. Ci ho messo un po' a capire che io, che allatto e ho allattato da tutte le parti i miei figli, ero animale raro. L'ho notato dopo qualche tempo che soggiornavamo lì, che il mio tranquillizzare/dialogare/nutrire/ninnare il Piccinaccolo e, adesso, la Pantuffola, "avvitandogli la tetta in gola" era per lo meno oggetto di curiosità.
Giusto per fare un elenco dei luoghi dove, nell'arco della mia vita, ho allattato (la media di tre anni per figlio):
- Chiese durante la celebrazione e la Comunione.
- La visita di Chiese.
- Musei
- Confessionali
- Uffici 
- Negozi
- Supermercati
- Ristoranti
Giusto tre episodi, tanto per chiarire:
- Assisi, Chiesa di Santa Chiara. Allatto, in piedi, Lannina di mesi 13. Giunge frate di mezza età che mi porta una sedia per farmi stare comoda: "Così vi rilassate entrambe!", dice sorridendo.
- Ufficio postale: allatto sicuramente un figlio che cammina già con sicurezza (14 mesi circa). Impiegata che fa passare i clienti, ma quando vede che tocca a me (figlio in preda a pianto di sonno di quelli a ultrasuoni) avverte la coda che mi metto da parte momentaneamente e quando ho allattato e sono pronta, tocca a me.
- Comune: sala di rappresentanza con assessori. Allatto e un assessore (di sinistra) mi dice: "Che bella scena, Lei sembra la Madonna col Bambino".
- Santuario de La Verna. Gruppetto di suorine anzianotte (una cammina appena, sostenuta da un'altra). Si fermano ed è tutto un "Ohh che bello". La suorina claudicante poggia la mano senza peso, sulla testina di Checcolens - che si gira subito a guardarla (10 mesi circa) e io, ovviamente, rimango con poppa spruzzante scoperta: "Oh tesoro, scusa. Questa suora che ti ha disturbato è birbona che ti disturba mentre fai la pappa! E' che mi ricordo della mia mamma quando allattava i miei fratelli", dice tutta tenerosa.

venerdì 8 marzo 2019

I primi dieci anni de Lannina

Erano passati neanche otto mesi dalla morte della Nonna Grazia. Morte che aveva traumatizzato tutti e che, a tutt'oggi, ci lascia strascichi. Il suo cuore smise di battere mentre quello de Lannina iniziava e, questo, era l'unica luce infondo al tunnel. Tutti impazzirono di dolore, ma il Mari più di altri poiché quando nasci da una donna giovane - avevano neppure diciotto anni di differenza - non ne concepisci la morte per un incidente cretino.
Lannina è stata il filo di Arianna che ha permesso al mio adorato sposo di sopravvivere a pelo d'acqua nei giorni di sofferenza che hanno separato la perdita di una vita, alla nascita di una nuova. Per ripararlo di tutta la sua sofferenza, il Signore ha donato al Mari una bambina uguale alla sua mamma: occhi quasi verdi, capelli quasi biondi, caratterone spigoloso, caparbietà da vendere, gioia di esserci, lealtà verso le amiche, capacità di essere servizievole e tante bellissime cose...

Come sempre mi trovavo ben oltre il termine di gravidanza. Non ho ancora capito come mai, ma i miei figli (Piccinaccolo a parte), godono moltissimo nel loro liquido amniotico. Sguazzano. Fanno bracciate e tuffi. E di nascere non ci pensano proprio. Pur tuttavia in qualche modo lo sfratto va dato, poiché - se pur con amore di mamma - dopo un po' siamo tutte stanche di avere questo pancione enorme. Ne parlai un po' con le mie colleghe e si convenne che dare una stimolatina non sarebbe stato male. Così, giusto per dire a Lannina: "Guarda, ci sono i saldi, spicciati che si va a fare shopping" (giusto per sollecitarne l'animo femminile). 
Qualche doloretto accennava a crescere in serata, ma nulla si mosse con chiarezza fino alla mattina successiva. Ora, la scena non era delle più edificanti: come spesso accadeva, accompagnammo (la Figlia G, Lillo e io) il Mari al cimitero e fu lì che, in modo che poteva apparire quasi miracoloso, le prime contrazioni apparirono ben più poderose. Mi aggiravo tra le tombe appoggiandomi a ogni statua che, con aria pensosa, mi guardava un po' stupita. Nel mentre che il Mari puliva il marmo e dava acqua alle piante, le Madonne parevano compatirmi con materno sostegno. 

Il fatto è che non sono mai stata particolarmente organizzata, per cui non avevo preparato nulla per recarmi all'ospedale, così, tornati a casa e godendomi lo sguardo preoccupato del Mari, mi beccati una rimbrottata dalla Figlia G che, mostrando assai più pragmaticità della madre, ammucchiava sul letto camicie da notte e mutande usa e getta (beccherò poi l'inventore di cotanta biancheria sexy e gli chiederò se le misure le ha prese alla Barbie della figlia). Grazie alla sua capacità di organizzare viaggi (avremmo scoperto poi che la Figlia G è nata per viaggiare), la borsa fu pronta in poco tempo. Ma ovviamente, come ogni ostetrica che si rispetti, la sottoscritta - riottosa come un rottweiler dal veterinario - col cavolo che era intenzionata a recarsi all'ospedale! Così accettammo di andare a pranzo con amici in un ristorantino nei pressi dell'ospedale, anche se la Nobis, al tempo molto in gamba, rimase con i bambini a casa. Fu a una curva che il Mari, molto preoccupato del mio enorme ventre che si induriva e del mio soffiare come una lottatrice  di sumo (la stazza c'era), decise di portarmi dalle colleghe.

martedì 1 gennaio 2019

Gli auguri del Santo Natale 2018 e per un buon anno 2019

Santo Natale 

Auguro a chi è indeciso di sposarsi. Chi è in dubbio, di fare un bambino. Chi è in forse di farne un altro. Chi è in discernimento di consacrarsi. Chi non sa cosa fare, di non farlo, ma di lasciarsi invadere da Dio lasciando che sia Lui, a riempire quel vuoto, a rischiarare la nebbia che ci avvolge.

giovedì 27 dicembre 2018

I #dirittideibambini sono quelli di #stareconmamma

Devo essere drammaticamente sincera. E per farlo devo cominciare con la fisiologia. Un bambino di 5 mesi ha appena iniziato a poter stare un po' seduto se sorretto da guanciali, afferra qualche oggetto con le mani avendo ancora il riflesso di prensione abbastanza attivo. Sa benissimo qual è la sua mamma: ne riconosce la voce (come sanno le mamme che lo lasciano con la nonna e magari parlano nella stanza accanto: il bimbo sente la loro voce e piange), il sapore e l'odore (come sanno tutte le mamme che prendono in braccio un neonato urlante), la presenza (come sanno le mamme che aspettano che i bimbi si addormentino per fare pipì e debbono correre tirandosi su i pantaloni di corsa perché i bimbi medesimi si svegliano subito) e il viso (il sorriso che fanno quando la guardano è icona d'amore). Sì, il bambino: ricominciamo da lui, dai suoi bisogni. Innanzi tutto il bambino ha bisogno di presenza, ma non di una persona a caso. Necessita di quelle mani: quelle che lo toccano quando è sporco, lo lavano quando fa il bagnetto, lo massaggiano quando lo vestono, lo trattengono quando sta per accasciarsi giù dalla ancora spesso incerta posizione seduta, lo accompagnano al sonno mentre poppano (al seno o succhiano al biberon, non importa: il neonato vuole addormentarsi guardando occhi negli occhi chi si prende cura di lui), gli danno le prime bricioline di biscotto o pane, gli fanno ciucciare le prime golosità saporite e lo tengono in braccio. È nella figura materna che il bambino ripone tutta la sua fiducia: come un marziano caduto con la sua astronave da mondi lontani, il neonato non sa nulla di quello che gli accade e non capisce cosa gli succede: ogni suo disagio è doloroso. Potrebbe essere mal di pancia, prurito, noia, fame... lui sa che prova dolore.


lunedì 5 novembre 2018

Pubblicità cretine

Allattare è diventare madre.
Allattare è farsi strumento di nutrimento biologicamente normale.
Allattare è "Dare, dare sempre" come dice Gesù a Marcellino.
Allattare è educarsi alla relazione col proprio bambino.
Allattare è sacrificarsi (rendere sacro il gesto che si sta compiendo) per il proprio bambino.
Allattare è il terzo fondamentale frammento di conoscenza tra due persone che saranno legate per sempre (il primo è la gravidanza, il secondo la nascita).
Allattare è insegnare che il primo passo per educare è stare con il proprio bambino: ascoltarlo, guardarlo, accoglierlo, cullarlo, addormentarlo, nutrirlo.
Allattare è compiere il gesto più importante dopo che il bambino è nato.
Queste due immagini sono l'una la contrapposizione dell'altra.
La seconda racchiude la bellezza della maternità: il bambino (che ha ancora abbondantemente l'età per poppare), ha già intrapreso una relazione con la sua mamma. Attraverso gli occhi di mamma lui interpreta il mondo. Ella sorride e lo ascolta: entrambi gesti che lo renderanno sicuro di sé. Sullo sfondo il papà, che c'è ed è presente per tutelare, proteggere e far sopravvivere la famiglia.
La prima mostra una relazione assente non solo tra due persone (la mamma e il bimbo che poppa al seno), ma tra tre persone (anche la bimba più grande non si guarda né con mamma, né col fratello). Assente, ovviamente, il padre (c'è? Non c'è? C'è stato, almeno?). I fratelli si guardano quasi sempre quando uno è alla poppa e l'altro tra le braccia di mamma anch'egli. La madre si è f
atta dipingere (assenza di educazione), non guarda che avanti a sé (assenza di relazione coi bambini) e pare che dica: "Aiuto: chi me l'ha fatto fare"?.
Bene: la mia risposta è la seguente.
Cara mamma della pubblicità di preservativi, la sessualità serve per fare bambini e tu hai avuto due doni meravigliosi dal Cielo. Ogni donna che ne vorrebbe, pagherebbe oro per essere al tuo posto. Ogni donna che ha perso il proprio bambino durante l'attesa, farebbe carte false per averne almeno uno. Ogni donna che ha partorito una creatura morta, darebbe la vita piuttosto che sentirsi la tomba del corpo del proprio figlio. Ogni donna che non ha potuto allattare, avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo. Ogni donna che ha perso un bambino per incidente o malattia, avrebbe dato la propria vita per quella del proprio figlio.
Fare l'amore è il gesto più nobile, più alto, e che racchiude più miracoli, che la natura (Dio, se sei audace) ci ha donato per riprodurci. Ed è meraviglioso farlo. Fare bambini è meraviglioso. Fare una famiglia è meraviglioso. E la nostra cultura ci sta sterilizzando nei confronti della vita.
Allora la mia proposta è semplice: boicotta i preservativi! Fai più bambini!
Cara mamma della pubblicità di preservativi: lavati il viso e fai una torta coi tuoi bambini!!

#boicottaipreservativi #faitantifigli

giovedì 24 maggio 2018

Vantaggi e svantaggi di far parte di una famiglia numerosa

Dopo l’ennesima domanda “Signora, ma sono tutti Suoi?” e “Ma non avete la televisione?”, ho deciso di redigere un modestissimo elenco di tutti quegli aspetti che rendono l’avere più di un figlio (possibilmente almeno tre ed oltre) un aspetto che facilita la vita del genitore e dell’intera famiglia.

1) Iniziando dalla foggia più esterna e ‘primordiale’, parliamo dell’attesa. Quando si vive la prima gravidanza, si affrontano spesso situazioni difficili e l’adattamento ai cambiamenti è spesso una corsa a ostacoli tra i suggerimenti del cosiddetto ‘esercito dei consigliatori’ (dalla suocera, all’amica, sino al lattaio, se non il postino o la cuoca della rosticceria), i velati pareri di giornali appositi che di solito dicono tutto e il contrario di tutto contraddicendosi a vicenda, i pareri delle ‘amiche’ sui social network (che sarebbero da evitare come lo zabaione con il saccarosio e le uova del contadino: chi ha avuto una gravidanza recente ne conosce il motivo) e gli ammonimenti del ginecologo scelto.