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mercoledì 15 febbraio 2023

Da quando ho pubblicato il mio libro, tante donne mi confidano che... (sulla mia immaturità di madre)

Qui la puntata intera che racconta la storia di Cristian

Non è mia abitudine guardare la televisione. Non so proprio cosa trasmettono. Per questo la Tata, che la sera mentre stira ascolta alcuni programmi che trattano di vita delle persone e di casi di cronaca, mi informa di quello che ha visto e ascoltato. Lei mi fa da "urlone" come quei ragazzini che vendevano i quotidiani strillando la notizia più interessante del giornale. Così trovo il video di questo programma e lo rivedo alcune volte.

giovedì 3 febbraio 2022

Essere genitori perfetti: come diavolo si fa??

Non lo so.

Provate a farlo: scrivete su un qualsiasi motore di ricerca la frase "Come fare per essere genitori perfetti" e guardate il risultato. Migliaia di pagine di carta stampata che guida i poveri due malcapitati passo passo, per diventare genitori con la medaglietta ed avere figli con la medaglietta. Figli gentili, educati, che sanno comportarsi adeguatamente, che imparano con facilità. Genitori simpatici che educano i figli con estrema facilità, che sanno come comportarsi, che nutrono in modo sano e impartiscono regole di convivenza civile perfette. 


Ecco: io manco per sbaglio.

venerdì 31 dicembre 2021

L'unica ragione di vita - Te Deum Laudamus

Perché siamo al mondo? 

Questa domanda mi tormenta da anni. Soprattutto nella sofferenza, mi sono trovata a guardarmi allo specchio e a ripetermi incessantemente il motivo per il quale siamo su questa Terra. 

Per comprendere a pieno il significato dello stare in vita e l'importanza del farlo bene, è stato necessario, per me, vedere la vita spegnersi. 


giovedì 10 giugno 2021

Sono uguale a mia madre (e un bel po' anche a mio padre)

Un ventennio fa, ammettere che nel mio carattere ci sono aspetti che ho acquisito dai miei genitori, sarebbe stato una sconfitta. Da brava e diligente studentessa del corso "Tutto, ma non come i miei genitori!" con approfondimenti in "Se i miei hanno fatto così con me, allora faccio il contrario", la strada che ero decisa a perseguire era quella - pseudoadolescenziale - del fare tutto in modo diametralmente opposto a come avrebbero fatto i miei genitori. Così, giusto per partito preso. Come dire GNE GNE GNE, SPECCHIO RIFLESSO, CICCA-CICCA!
Ho sempre pensato che gli adulti siano ben più capricciosi dei bambini, più profondamente viziati, più 'battoipiedifinchénonottengociòchevoglio', dei poveri neonati che da secoli vengono torturati con misure diseducative ideate - probabilmente- da individui con problemi psichici di sadismo. 
Il trauma più grosso, in tutto questo contesto, è stato riconoscere nei miei figli i medesimi spunti caratteriali dei miei genitori e reagire guardandomi allo specchio pronunciando parole sconclusionate che assomigliano più a dei muggiti di vacche in agonia, scuotendo la testa come mufloni attaccati da mosche di montagna. 

venerdì 29 novembre 2019

Una grande coppia di amici

Cigols ha un caro  amico sostanzialmente coetaneo con il quale gioca da tempo immemore. Cigols aveva qualche mese, quando fu lasciato tra le braccia della Ziacla in quanto Albus decise di nascere senza avvisare e, quel che è peggio, di portarsi dietro la sua placenta e il suo brevissimo cordone ombelicale. La sua mamma era ancora stanchissima per lo spavento e il cesareo fatto in quattro e quattr'otto, che Albus si fece il suo primo viaggio a sirene spiegate in una lussuosa e superaccessoriata culla termica, con un'équipe tutta per lui. Quando è nato aveva un elegante color blu notte che fece venire i capelli bianchi, oltre che alla sottoscritta, a tutta la sala operatoria. La sua mamma me lo chiese subito a bruciapelo: «È morto?».

giovedì 6 giugno 2019

Stella e il buonsenso. Auguri Figlia G: colla tra mamma e papà

Figlia, Figlia amata. Da oggi sarai donna. Lo sei già in mille e un modo, ma lo Stato oggi decide che ti devi assumere le tue responsabilità.
Te le devi assumere perchè io e papà passiamo in secondo piano. Saremo sempre affianco  a te anche se dovessi ipoteticamente sgozzare una suocera invadente (anzi, se vuoi, in giardino c'è spazio). Saremo sempre affianco a te anche se dovessimo venire in capo al mondo a trovarti (tanto ti troviamo subito, avendo il gps nel tuo cellulare). Saremo sempre affianco a te anche se diventerai famosissima e se avrai un milione d'impegni mondani tipo red carpet (non butto via le scarpe del tuo battesimo, casomai, dato che sono praticamente nuove). Saremo sempre affianco a te anche se decidessi di sposare Bigfoot e mettere al mondo tanti bei bambini pelosi (casomai mi organizzo con le torte abbondanti per i compleanni). Saremo sempre affianco a te anche se volessi fare l'eremita sul monte Everest (ho una sciarpa bella morbidosa e la boulle dell'acqua calda della nonna Eda, la tua trisavola, che è sostanzialmente nuova: ha fatto solo la seconda guerra mondiale, non ha un graffio). Insomma, non riuscirai a liberarti di noi.

giovedì 14 febbraio 2019

San Valentino

Era il 5 giugno del 2000. Giorno precedente al mio ultimo esame all'Università  (Scienze dell'Educazione). Camminavo lungo una lunga strada centrale a Viareggio ed entrai dentro la chiesa di San Paolino. Mi misi di fronte al Santissimo Sacramento. Era il decimo  anno che la mia vita era andata a rotoli: la morte della mia nonna quando avevo 10 anni aveva segnato l'inizio della mia adolescenza. Il tutto proseguì con la separazione dei miei genitori, con la confusione venutasi a creare a causa di un uomo che aveva rovinato mia madre (e che prima o poi incontrerò di nuovo) e col suo successivo tentativo di togliersi la vita. Avevo attraversato storielle affettive di poco conto e, all'alba dei vent'anni, ero stufa. 

Glielo dissi così, a Nostro Signore: "Vuoi altro da me?". Ero arrabbiata. Triste. Stanca. Avevo subìto le decisioni di adulti immaturi (alcuni direbbero "liberi") e in quel momento, ero definitivamente inesorabilmente incontrovertibilmente stufa.
Uscii di Chiesa. Piangendo. I miei occhi non sapevano più dove trovare le lacrime. Avevo diritto di diventare padrona della mia vita? 

Camminai per un po' e andai a trovare una cara conoscente, responsabile della scuola guida dove avevo preso la patente. Ridendo e scherzando, un po' per passare il tempo, mi disse che forse avrei avuto bisogno di fare un po' di volontariato, progetto che avevo accarezzato già da qualche settimana (l'idea era venuta dal volontario che venne in soccorso quando trovai mia madre in coma: mentre i colleghi si occupavano di lei, lui mi cercò solo per dirmi: «Non è colpa tua». Non gli credetti al momento, ma la sua frase mi ha segnato). 

Mi suggerì di andarmi a segnare al corso per andare sull'ambulanza, presso l'associazione di volontariato lì vicina. Aggiunse ridendo che lei il marito aveva trovato lì. Giunsi baldanzosa presso la portineria e mi iscrissi al corso, come suggeritomi. La sera successiva, il 6 giugno, una volta tornata dall'esame universitario, mi presentai e cominciai a seguire la lezione. Pochi istanti dopo, ci divisero in gruppi e un ragazzo si presentò a fare due chiacchiere. Qualche giorno dopo mi invitò al mare: era moderatamente insistente, così mi costrinse a prenderlo di punta e affrontarlo: "Amico - gli dissi perentoriamente - se ciò che cerchi è divertimento, hai sbagliato strada. Io devo sposarmi e farmi una famiglia. Per cui prendi la tua decisione". Poveraccio: non sono mai stata famosa per la mia delicatezza. Temo di averlo ghiacciato, poiché passò un po' di tempo prima che lui si accorgesse che la mozzarella stava colando dalla  fetta di pizza che teneva sospesa per aria a bocca aperta. Rimase interdetto qualche minuto, poi, con la mozzarella colata in bocca e un grande imbarazzo mi disse un "A me va bene". 
Iniziai ad accettare le sue visite. Stavamo sotto casa mia per qualche minuto, poi lui tornava a lavorare. Continuò così un mesetto, prima ch'io cedessi (anche il marmo può scalfirsi). Decidemmo di andare in montagna assieme e lì fu rapida la decisione di sposarci il maggio successivo.  
Poi successe. Ci affidammo. Non era un'impresa semplice. Ma io buttai giù dal letto Nostro Signore e gli chiesi aiuto. Potevo fidarmi? Era arrivata la mia serenità? Toccava a me?
Il 6 giugno 2001, esattamente 365 giorni dopo il nostro incontro, lo seppimo.  Alle 17.02 nacque nostra figlia. 
Meglio di così, Nostro Signore non poteva dircelo.



lunedì 29 ottobre 2018

L'amore? Non basta

Mio nonno tornò dalla Campagna di Russia col congelamento e un occhio guercio tutto fasciato. Era magro: aveva le piattole nel pube e le pulci nei capelli. Mia nonna faceva la Crocerossina volontaria in ospedale. Era ancora ricoverato quando, per fare un po' di privacy, dietro un giornale aperto, mio nonno chiese a mia nonna di sposarlo.
-non convissero ("Dobbiamo vedere se andiamo d'accordo");
-si mantennero casti ("Dobbiamo vedere se andiamo d'accordo da quel punto di vista lì");
-non aspettarono anni ("Dobbiamo prima fare quello e quello");
-non avevano casa;
-non avevano professione (mio nonno era mutilato, tra l'altro).
Sapevano che si volevano bene e che avevano deciso di amarsi.
Sì, l'amore vero. Quello fatto di impegno, razionalità, sacrificio.
E lo hanno fatto superando problemi enormi.
Fino alla fine.

Appunto per i milanesi: c'era la neve, a Sant'Ambrogio, quel giorno...