martedì 9 aprile 2024

Cara figlia mia, ti vorrei spiegare l'amore... (Lettera alle tre meraviglie)


Ho tre figlie.

Ho tre figlie avute in tre momenti diversissimi.

Ho tre figlie che ho amato per tre ragioni diverse.

A tutte e tre vorrei provare a scrivere qualcosa sull'amore.

Questo perchè due di queste figlie hanno cominciato ad affacciarsi all'amore, a provare amore, a desiderare amore. Ed è bellissimo sempre e comunque perchè non sono sole.

martedì 5 marzo 2024

I "bei tempi andati", quandi i treni arrivavano in orario

Prendiamo in considerazione qualche riga dell'esperta: 

«Quando [...] le intemperanze giovanili diventano troppo frequenti si incomincia a ricercarne le cause (anche il medico più malaccorto al ventesimo bubbone incomincia a sospettare che vi sia qualcosa che non va nell’ organismo) e, guarda la coincidenza, la più importante si è trovata nel patriarcato. [...] si scrive patriarcato ma si legge famiglia cristiana [...]. È da diversi decenni che è andato affermandosi nel campo dell’educazione familiare un radicale cambio di paradigma [...]. Questo ha significato anzi tutto il recidere i legami con la Tradizione e le tradizioni [...]. Il passato era sbagliato e comunque non ha più nulla da dirci tanto meno da insegnarci; meglio affidarsi alle scienze pedagogiche, alla tecnica – tecniche ispirate al criterio supremo della funzionalità. Nelle famiglie ci si rivolge a pediatri, a manuali su come diventare ‘genitori efficaci’, a psicologi e forum di madri ansiose, nelle parrocchie fioriscono come pratelline in primavera gruppi, iniziative, comitati e comitatini. [...].Vediamo allora come se la cavavano le generazioni passate ancora prive dei dettami scientifici. Mi ricordo di quando a passeggio con mamma e papà mi mettevo a correre seguita immancabilmente dal grido malaugurante: "Non correre che puoi cadere - spesso seccamente predittivo  che cadi”. Per il malefico potere insito nella natura genitoriale, non riuscivo a fare 10 metri che ero già a terra con le ginocchia escoriate e il ghiaietto appiccicato alla ferita. Non avevo ancora deciso se e quanto piangere quando mia madre scendeva a picco sopra di me e mi scuoteva il braccio come fosse la pompa dell’acqua nei vecchi acquai, qualche volta aggiungeva uno sculaccione pro forma e un “te l’avevo detto, guarda ora il vestito”. Orribile, vero? Ma istruttivo: imparavi sul campo che le azioni hanno inevitabili conseguenze e che non necessariamente gli adulti, gli altri te la faranno passare sempre liscia. [...] Oggi succede che un ragazzino sui 10 anni, capace quindi di leggere, preso da giovanil irrequietezza, in un Grande Magazzino apra la porta di sicurezza e faccia scattare l’allarme: si spaventa e corre tra le braccia amorose del padre che lo rassicura- non è successo niente! Eh no, caro signore, è successo che il segnale sonoro abbia appunto allarmato le persone, che gli addetti siano dovuti accorrere a controllare e a disattivarlo: ora non dico che dovesse chiudere il bambino per due giorni nella legnaia, anche perché probabilmente non ce l’ha, ma un’inflessione (leggerissima) di rimprovero nella voce avrebbe potuto mettercela. [...] il progetto in qualche modo si autoalimenta nello stesso processo di formazione, come la dinamo si carica con il movimento stesso: il giovane che sin da piccolo è stato abituato ad ottenere ciò che vuole ed è convinto che non solo i genitori ma tutto il mondo sia chiamato ad assecondarlo non si smuove più da quella posizione, anzi ha solo ampliato il suo raggio d’azione sino al cambio di genere, ed oltre. I nostri baldi giovani, sempre pronti a manifestare – a costo zero d’altronde – contro le politiche fasciste del governo (si sono fatti vaccinare per poter continuare a divertirsi nei locali).[...] Hanno riscritto il palinsesto delle regole educative, nuovi talebani che non conoscono deroghe al loro approccio gentile e comprensivo e al loro sfrenato protezionismo. [...] Orbene, tra tutti questi riferimenti alti, ci siamo dimenticati dei bambini che ormai saranno cresciuti. Anche i piccoli Turetta crescono».


sabato 13 gennaio 2024

Biancaneve e la Bioetica

Se c'è una storia che in casa nostra è stata più e più volte letta e ascoltata, è quella di "Tantabebe", ovvero sia Biancaneve, nella lingua infantile della Figlia G. Lei iniziò ad ascoltarla con la musicassetta che era stata mia, e che a tutt'oggi custodisco. La riproduceva un mangiacassette un po' vecchiotto ma che mi servì poi per sbobinare le lezioni di Anatomia all'Università. I viaggi con la Figlia G, infatti, hanno ancora il suono del raccontastorie che narra della regina Grimilde, del cacciatore e della strega che si prende gioco di Biancaneve e le dà la mela avvelenata da sgranocchiare (da lì tutti gli insegnamenti del non accettare cibo degli estranei). 

Un paio di parole sulla strega, alias Grimilde ma più figa. Se stessimo attenti, comprenderemmo l'insegnamento di "Biancaneve" a partire dal fatto che i caratteri e i temperamenti con disturbo narcisistico di personalità sono sempre esistite e che fin dai tempi antichi il precetto era: bisogna starci lontani poiché tali persone non saranno mai soddisfatte finché non uccideranno psicologicamente o fisicamente la vittima della loro attenzione morbosa. Conosco benissimo i tratti di queste persone e attualmente ho per lo meno tre amiche che sono vittime di relazioni di questo genere a livello familiare (madri, padri o coniugi/exconiugi). La buona notizia è che tali persone sono "perdenti radicali", ovvero - come la vecchia strega in "Biancaneve" - prima o poi cadranno nel burrone scappando dalla vita che si sono abilmente costruiti/e; la cattiva notizia è che lasceranno strascichi piuttosto pesanti sul vissuto affettivo delle loro vittime. 

Torniamo a "Biancaneve" poiché la cosa si fa interessante. Non vedo la televisione. Non ho mai visto Sanremo. Non conosco i programmi di Maria de Filippi. Ignoro serie e lungometraggi italiani (mi fermo a qualcosa con Gino Cervi e Totò). Mea culpa. Solo per caso mi sono scontrata con Paola Cortellesi che non ho mai visto recitare e non mi attrae come personaggio. Tuttavia quando ho letto che Biancaneve fa da colf ai nani e che il guardiacaccia non avrebbe salvato la protagonista se fosse stata brutta, mi sono sentita tirata in causa. Noi brutte abbiamo sempre e comunque un guardiacaccia che prima o poi ci salverà: questo non solo perché agli occhi del guardiacaccia appariamo bellissime, ma perché il guardiacaccia salva a priori la persona più debole. Costui, infatti, non ha un doppio fine nel gesto di evitare che la regina Grimilde giochi a fare Frankenstein col parenchima cardiaco della protagonista (non vuole farsi la sprovveduta Biancaneve), ma banalmente ha una morale che gli ingiunge di mettere a rischio la propria vita per salvare una innocente. Fosse stata racchia lo avrebbe fatto lo stesso banalmente perché non si uccide, questa è la legge. Forse la Cortellesi crede che la vita vada avanti a botte di fondoschiena (le donne sanno bene come usare le loro natiche e si accorgono che avrebbero dovuto usare il cervello quando lo stesso fondoschiena comincia a cadere sotto il peso dell'età), ma non è così. Infatti Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Santa Ildegarda, Santa Caterina da Siena, Giovanna d'Arco, Santa Chiara d'Assisi e, non per ultima d'importanza, la Madonna, non le ricordiamo da millenni per il loro fondoschiena, ma per il loro acume e il loro cuore. 


venerdì 15 dicembre 2023

Mio marito, un barba-patriarca

Lo Sposo è un maschio, bianco, eterosessuale. In più è un uomo che a 22 anni, con un piccolo aiuto dei genitori, ha aperto uno studio tecnico e si è asssunto la responsabilità di portare avanti una professione che implica estrema attenzione e coscienza di sé. 



martedì 21 novembre 2023

Obbedisci!!!

Ci risiamo. Uno dei miei figli non sta bene a scuola. 
Ci risiamo. Uno dei miei figli ha trovato un'insegnante che non si sa relazionare con lui. 
Non penso sia colpa dell'insegnante. So per certo che non è colpa dei uno dei miei figli. La colpa sta nel fatto che non è automatico che due persone, semplicemente, si trovino. La colpa è da ricercarsi nel fatto che, molto banalmente, io ho dei figli che sono incapaci di andare d'accordo con tutti, di adattarsi alle situazioni, di socializzare sempre. Perché? Perche sono, banalmente, dei dissidenti. 
Eh, cosa volete, i miei genitori mi fecero vedere questo film... e da allora, vedo le cose da un altro punto di vista.