Un articolo solletica la mia curiosità: il titolo è interessante e la mia attenzione è catturata da alcune dichiarazioni bibliografate, che informano di alcuni dati di fatto importanti, circa la salute dei bambini.
Il titolo molto interessante contiene termini come "Materno", "Nido" e "Sviluppo del Bambino".
Prima di condividerne i punti e di illustrare quelli che ho trovato ...strani... effettuo una premessa chiara: io non penso che un titolo di studio sia fondamentale per poter possedere delle opinioni e, di per contro, penso che non sempre chi possiede un titolo di studio abbia le competenze per esprimere convincimenti e giudizi. Quindi se io ho di fronte un super professorone di Pedagogia riconosciuto pressoché come genio incontrastato, che mi dice che i bambini devono andare all'asilo nido per socializzare, poi ho di fronte una tata che si occupa di famiglie e bambini piccoli da trent'anni che dice che ai bambini non è assolutamente detto che l'asilo nido serva, io sono più tentata di credere e dare credito a quest'ultima, piuttosto che al professorone titolato.
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Come alcuni pedagogisti/pediatri vedono alcune mamme |
Nell'articolo di cui sopra, pubblicato nel 2018, si leggono molte ovvietà, le elencherò e, a fianco, le commenterò.
- L'asilo nido stimola la maturazione cognitiva del bambino. Mi pare un ragionamento ovvio: più una giovanissima mente è stimolata, più le sue sinapsi si moltiplicano. Tuttavia mi chiedo verso cosa sia stimolata? Per esempio ci sono bambini per i quali il distacco da mamma è molto forte e non hanno bisogno di essere stimolati da altri adulti, ma solo di stare con mamma o con persone conosciute. Stimolare un bambino è importante, ma con che rapporto tra adulto e numero di bambini? Stimolare, poi, verso che cosa?
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- Le mamme più acculturate e istruite trasmettono una ricchezza lessicale maggiore che nelle famiglie di mamme meno scolarizzate e istruite. Abbiamo un Istituzione scolastica pessima in continuo peggioramento: non credo di dichiarare chissà quale breacking news se affermo che la mia generazione ha studiato di più e meglio a scuola, rispetto alle successive. Lo vedo quotidianamente nelle mamme che frequento: anche solo le diplomate ai licei hanno un livello di conoscienze nettamente inferiore rispetto a quella di chi ha frequentato li stessi licei, decenni fa. Siamo certi che queste madri meno istruite non siano banalmente troppo scolarizzate con un sistema scolastico attuale e recente che è mostruosamente vuoto?
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- Spesso l'ignoranza di una famiglia coincide con la povertà economica: mi pare piuttosto ovvio. Cosa facciamo per migliorare queste situazioni? Proponiamo l'Agenda 2030 e banalmente smettiamo di far nascere bambini nel terzo mondo? E poi mi chiedo: quale ignoranza? Di che tipo?
Io vedo una cospicua ignoranza, ad esempio, in tutto quello che è definito 'creanza' (la cosiddetta buona educazione) anche solo da come comportarsi in modo civile nei locali pubblici. Il problema, per me, non è solo sapere chi è stato Dante Alighieri, ma anche solo usare uno smartphone in modo tale da non accumulare competenze su come violentare delle donne. Avendo contatti con famiglie facoltose ove i genitori sono entrambi liberi professionisti e i figli sono certamente scolarizzati, posso garantire che non sempre tali famiglie sono positive né possiedono buona educazione: è infatti possibile che alcune di tali famiglie siano in grado di stimolare, a livello cognitivo, cosa vuole dire cyberbullizzare l'amichetta dodicenne ubriaca od organizzare festini a base di alcool, oppure noleggiare una vettura con la quale speronare una macchina più piccola e uccidere un bambino di 5 anni solo per il gusto di produrre contenuti per youtube. Insomma: ricchezza, per me, non è affatto sinonimo d'ignoranza.
Ovvio che un bambino che nasce e cresce nei sobborghi di Calcutta non possiede un bagaglio culturale particolarmente ricco e un coetaneo figlio di un ingegnere e una avvocato milanese, avrà un tantinello di possibilità in più: tuttavia non credo che un asilo nido per il bambino di Calcutta sia un vantaggio migliore rispetto a quello di vivere senza mendicare e con una famiglia unita composta da genitori che se ne prendano cura. Viceversa se il bambino milanese potrà approfittare di un asilo nido meraviglioso, ma avrà la famiglia i cui componenti adulti fanno a gara per occuparsene il meno possibile, non mi appare particolarmente vantaggioso neppure questo.
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- Il tempo che una mamma passa con il bambino può essere di tre tipi: pedagogicamente strutturato (quindi sono attività che mamma organizza proprio per stimolare il bambino), strutturato (attività che possono stimolarlo positivamente secondariamente), non-strutturato (attività nelle quali il bambino è lasciato organizzarsi da solo): i primi due hanno esiti positivi sulla maturazione cognitiva e motoria dei bambini, indipendentemente dal substrato culturale delle madri. Mi pare abbastanza ovvio, tuttavia vorrei sottolineare il fatto ci sono delle condizioni nelle quali anche il vivere il normale tran-tran familiare magari con fratelli maggiori, nonni, parenti fragili, non danneggia ma avvantaggia. Il problema, a mio avviso, non riguarda il tipo di attività (strutturate o meno), ma il fatto che le famiglie sono mononucleari e composte di un solo bambino. Se una mamma non è aiutata a relazionarsi con il piccolo, è ovvio che questo nuoccia potenzialmente alla loro relazione.
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- Il crescere in famiglie socio-economicamente avvantaggiate porta il bambino a mostrare delle performance scolastiche migliori a 15 anni. Questo concetto è abbastanza lapalissiano. Tuttavia mi chiedo perché utilizzare il termine "performance": è una parola che mette in luce dei risultati esteriori spesso ben lontani da quelli profondi che fanno del singolo quindicenne una persona felice, nonostante le situazioni sociali e familiari spicevoli che accadono quotidianamente. Io sarei più interessata a capire se vivere in famiglie socio-economicamente avvantaggiate porta il bambino a sentirsi forte di una identità solida e portato alla ricerca di una serenità interiore sicura.
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- Vi sono correlazioni tra lo stato socio-economico della famiglia e lo sviluppo neurologico della corteccia cerebrale (quella deputata alla conoscenza e il raziocinio), anche se le cure prossimali offerte dalla famiglia migliorano moltissimo lo status dei bambini indipendentemente dallo status economico delle famiglie. E infatti il problema è questo: se una famiglia è unita, tranquilla nonostante magari difficoltà economiche, lo status del bambino è positivo. Non penso che le famiglie di contadini e allevatori descritte da Herriot nei suoi libri, abbiano un vantaggio così pregnante rispetto alle famiglie di Downtown Abby: probabilmente le differenze tra le due estrazioni sociali fanno maturare persone con competenze diverse e la scuola italiana, per come fu strutturata (per esempio con il Latino alle scuole medie) era davvero un modo per livellare i figli di tutte le famiglie (proletarie e borghesi, per capirsi).
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Le madri che lavorano hanno l'opportunità di fornire ai bambini una qualità elevata del tempo strutturato, proteggendo maggiormente le condizioni di vita dei figli, mandandoli in scuole migliori, mentre le mamme più ignoranti trascorrono più tempo effettuando attività non-strutturate. Le madri che lavorano hanno più possibilità di pagare di più per dei servizi che si occupino positivamente dei loro bambini: ovviamente chi non si può permettere tali servizi e magari deve arare il terreno e nutrire le vacche, ha meno possibilità. La domanda è: le opportunità fanno la felicità? Come rendere uguali le opportunità per tutti i bambini?
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Le madri single che passano meno tempo coi figli ma in modo qualitativamente migliore, hanno effetti migliori sui bambini, rispetto alle madri single che passano più tempo coi figli, ma di qualità (pedagogicamente) inferiore. L'essere madre single è uno svantaggio primariamente per le madri medesime: l'essere rimaste vedove oppure essere state abbandonate o essersi dovute separare, è uno svantaggio soprattutto per loro. Soprattutto se vi sono cause legali pesanti dietro alle separazioni. Certo è che anche qualunque figlio di madre sola, patirà la mancanza del padre. Trovo normale che una madre single dia al figlio l'attenzione che pensa sia giusto dargli, proprio nella sua situazione. In realtà non tutte le mamme sanno come rendere qualitativamente vantaggioso il tempo col figlio: spesso basterebbe essere loro d'aiuto.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Le madri che hanno un vocabolario più ricco e sollecitano i loro bambini durante le attività quotidiane, hanno bambini che sviluppano un linguaggio migliore; - madri altamente istruite hanno figli altamente istruiti; - i figli di madri laureate hanno ricevuto un'educazione non-scolastica migliore, rispetto alle madri diplomate. Essendo figlia di una professoressa di Indologia, a tre anni sapevo pronunciare correttamente alcuni termini in sanscrito (il mio nome favorito era quello di Arjunavarmadeva, poeta), ma questo non toglie che non mi sia mai stato chiaro come calcolare le equivalenze. Ho entrambi i genitori laureati, ma questo non mi ha impedito - grazie al fatto che lo legge consenta alle persone di separarsi e grazie alla cultura post sessantottina che ha inculcato l'ideologia libertina nelle menti di chi ci ha creduto - di soffrire come una bestia andando a rovinare anche metà del mio percorso scolastico (alle medie e per metà delle superiori sono stata una capra). Io credo che nella più completa onestà potremmo affermare banalmente che una madre che sa coniugare i verbi al congiuntivo, trasmetterà questo sapere al figlio: starà al figlio stesso trarre giovamente dal saper coniugare i verbi. Se invece parliamo di madri che investono nei figli tutte le loro energie perché i figli realizzino le loro aspirazioni e non le proprie, ovviamente è un altro paio di maniche. Tuttavia noto che esistono ancora madri che tolgono il saluto per un 7 a Italiano in seconda media. Questo, per me, è un problemone.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Le madri che lavorano hanno minor tempo da dedicare a loro stesse o alle incombenze domestiche, per cui si dedicano maggiormente ai figli. La solita solfa della qualità. In questo modo il bambino cresce vedendo una madre sempre al meglio e mai al peggio. Facile così: ma se poi un giorno la madre si lascia andare e il bambino constata che la madre prova anche emozioni negative? Gli farà bene?
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- Il livello cognitivo negativo derivante dall'assenza della madre per ragioni lavorative, è evidente solo nelle madri ignoranti. La madre che lavora in una filanda e magari non legge Kundera, forse non arriccchisce il livello cognitivo, ma se invece stimolasse il livello emotivo?
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Le madri con più possibilità economiche, hanno a disposizione servizi infantili migliori. Purtroppo in Italia è così. La scuola, in passato, aveva tentato di dare a tutti le stesse possibilità... poi vediamo invece che dobbiamo amaramente constatare questo dato.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Non è detto che le madri che lavorano part-time o non lavorano (casalinghe) passino il tempo qualitativamente migliore coi figli. Sì, è vero: in effetti una mamma che sta in casa deve anche lustrare le latrine, ma si sà che i mariti patriarcali non lasciano volentieri che le mamme stiano coi figli.... Chiedo scusa per il sarcasmo.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ I bambini che hanno frequentato l'asilo nido sono meno aggressivi e disobbedienti dei bambini che non lo frequentano. Questa affermazione mi fa tremare i polsi: sarà per questo motivo che il buon Bonaccini e tutta la sinistra vogliono rendere obbligatorio l'asilo nido? In questo modo potrebbero tirar su bambino meno aggressivi e più obbedienti. Bambini che non si oppongono. Bambini abituati a sottomettersi...
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ I bambini che stanno più in famiglia sviluppano problematiche comportamentali. Ci sono famiglie disfunzionali, è vero. Tuttavia queste famiglie non sono così tante rispetto alle normali famiglie cone le quali ci relazioniamo quotidianamente: non mi è chiaro se si sta giocando al "ti tolgo i figli perché non sei in grado".
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Il nido di qualità superiore aiuta il bambino a sviluppare più abilità cognitive di una frequenza ad un asilo nido qualitativamente inferiore. Eh ma il problema è: come posso capire se un asilo nido è di qualità superiore o inferiore? Solo il costo? Non credo.
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Dopo aver constatato che la frequenza al nido potrebbe essere problematica per i bambini (ansia, aggressività, peggioramento dello stato di salute e relazioni ostili con gli adulti, si è valutato il fatto che i bambini non devono trascorrere tanto tempo al nido e devono fare un periodo d'inserimento lungo e, inoltre, si è rilevato come il sistema scandinavo che prevede il miglioramento qualitativo drasticamente migliore, in un'ottica politica di promozione del lavoro femminile, sviluppi effetti cognitivi migliori rispetto a quelli di bambini che stanno in casa con le madri. Il sistema educativo scandinavo prevedeva pure l'uso di pc e tablet, ma a tutt'oggi
si è tornati a carta e penna. Inoltre vorrei ricordare che i bambini svedesi saranno più stimolati, ma hanno per lo più mamme che si sono
auto-inseminate con sperma acquistato su internet: questo per me è molto più grave del sapere le tabelline o meno. Ah, un'altra cosa della Svezia: i livelli di abuso sessuale sono abbastanza alti (Cantemi, Nati per essere liberi, Paoline, pag. 30). Io non prenderei i paesi nordici come buoni esempi educativi.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Il fatto di avere uno staff formato e qualificato, migliora lo status cognitivo dei bambini, specialmente quelli con madri ignoranti e famiglie svantaggiate (si fa notare come la frequenza di servizi educativi statali contribuisca alla scomparsa di sviluppare difficoltà comportamentali). Quindi facciamo allevare i bambini da persone che non possiedono un legame affettivo col bambino, ma solo un legame economico. A tal punto mi verrebbe da dire che così abituiamo i bambini a pagare per ricevere amore e attenzione... Non Una Di Meno potrebbe esultare: più sex-workers per gli uomini del futuro e più donne disposte a vendere l'utero... visto che l'affetto si paga.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - Se la madre soffe di depressione, è meglio che i bambini stiano all'asilo nido a tempo pieno: magari sarebbe anche meglio che qualcuno aiutasse la mamma comunque a occuparsi del figlio, invece di allontanarli. Anche se oramai si va verso questa ideologia: ti tolgo il bambino, così tu ti occupi di te (che poi vuole dire tutto o nulla).
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - In Italia, tramite gli INVALSI, è stato valutato che: i bambini che vanno al nido hanno risultati migliori in Italiano e mMatematica in II e V elementare; i bambini che sono andati al nido hanno capacità di ascolto, capacità di concentrazione, capacità di relazione, creatività migliori. Degli INVALSI non mi fido.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - La qualità del tempo con nonni, babysitter eccetera è più importante della quantità. Se hai una tata che sa fare il suo mestiere e non è una di quelle che mette i bambini davanti alla TV oppure hai una nonna o un nonno capaci, sei in una botte di ferro.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- - La frequenza al nido, precoce (almeno a cinque mesi, ndr) e a tempo pieno (almeno 8 ore, quindi, se non di più, ndr), riduce le disuguaglianze sociali nella performance scolastica almeno fino all'adolescenza. Più presto va il bimbo al nido, più questo è elimina le differenze. Ossia i bambini poveri che vanno al nido, hanno performance migliori in scrittura, lettura e matematica, rispetto a chi non ci va. Questo vale soprattutto per i figli di migranti. Mi potrebbe stare bene: ma come lo si spiega il fatto che ho diverse conoscenze con figli universitari e liceali che hanno una buona performance (se vogliamo usare questo aberrante termine) ma non hanno mai messo il piede né in un asilo nido, né in una scuola dell'infanzia? E come lo si spiega che i bambini nati in alcuni Paesi europei hanno mantenuto non solo una cultura forte del loro popolo, ma sono anche più estremizzati dei genitori? Dall'altro verso mi viene da dire che io vorrei che i bambini cinesi continuassero a conoscere bene la cultura cinese, idem per quelli indiani, pachistani, scozzesi eccetera: la globalizzazione che mira a cancellare le diversità, in virtù di altre diversità (quelle imposte dal mainstream, ad esempio), tagliando le radici familiari del singolo individuo per farlo diventare la marionetta politica di ideologie disparate, non la vedo una conquista.
L'articolo si conclude dicendo quello che io mi aspettavo che dicesse: nulla può sostituire l'interazione con i genitori nei primissimi tempi di vita, ma nulla può eguagliare la frequenza all'asilo nido in aspetti come la socializzazione, il gioco, le attività motorie, le regole... eccetera. Non si esclude che una famiglia ricca (livello socio culturale alto) possa offrire opportunità cognitive anche superiori al nido... tuttavia questo può verificarsi raramente e l'educazione familiare non ha granché vantaggi, di fronte alla socializzazione (eccola là, la mia beneamata) che può vivere un bambino in un asilo. Se la situazione familiare è difficile (non viene specificato cosa questo significhi) è meglio se il bambino frequenti presto e per più ore, il nido, perché tale frequenza è protettiva nei confronti del bambino, in quanto la povertà educativa è un rischio.
Ora: alla luce di tutto questo io non mi stupisco se nel nostro scellerato Paese si stiano perdendo dei valori enormi com'erano le famiglie di un tempo. Certo: alcune erano disagiate, altre cullavano batteri di pazzia... Tuttavia il modello funzionava.
So che adesso c'è chi dirà che io disprezzo gli asili nido: non è vero, anzi. I miei figli hanno avuto ottime opportunità all'asilo, ma sinceramente dobbiamo ammettere che l'asilo nido serve alla famiglia, alla madre. Io non ne ho mai visti dei vantaggi cognitivi, ma solo vantaggi pratici e il fatto che si dica che il bambino cresce meglio con persone qualificate mi fa rabbrividire: chi ha reso gli adulti incapaci di esserlo, incapaci di educare? Se io allevo intere generazioni con l'idea che sono libere da ogni dovere e libere di seguire le emozioni, io sto dicendo a degli adulti che se metteranno al mondo dei figli, ci sarà chi ci penserà. E lo saprà fare molto meglio dei genitori. Quello che io invece dico con certezza è che i genitori allevati a performance (quella che appare fondamentale al Professore) non sono nulla di fronte a genitori allevati a cure amorevoli, abituati ai fatti della vita, che si danno da fare tra alti e bassi, che sono stanchi e altre volte allegri, che sono pieni di casini, ma sempre in pista.
Quello che l'asilo nido non può dare è l'educazione affettiva, la gioia, la speranza e, soprattutto, la Fede. Perché un ragazzino di 15 anni può avere 10 a Italiano, 10 a Matematica, 10 anche in Condotta, ma se non vede il suo futuro, se non vede la speranza e se non guarda il Cielo, è tutto inutile.
Care mamme e papà: lasciate stare i Professoroni: facciamo i genitori. Ne siamo capaci.
PS. Einstein aveva 4 in matematica. Il fatto è: perché un tizio così aveva 4? Il giudizio nei suoi confronti era "così equilibrato"? ...non mi pare...