giovedì 7 febbraio 2019

La scuola dei figli unici

La Nobis si è diplomata nel luglio del '45. A settembre dello stesso anno vinse il suo primo concorso per andare a lavorare come maestra, presso la scuola elementare di Cesano Maderno (MI). Aveva quarantanove alunni per la prima elementare: aspettarono tutto l'anno il cinquantesimo che avrebbe consentito di dividere la classe in due, ma il cinquantesimo non arrivò mai e la Nobis si destreggiò con quarantanove bambini maschi dai 5 (andava di moda fare la 'primina') ai 13 anni (la guerra aveva impedito a tanti ragazzi di studiare). Li portò in quinta. Ai suoi tempi, ogni Istituto Magistrale si appoggiava ad una scuola elementare: studiavi e facevi tirocinio. Uscivi un po' spaventata, ma sapevi rapportarti coi ragazzini. E poi comunque avevi cugini, fratelli... Il tirocinio era in casa. La Nobis perse la sua sorellina per meningite, tanta 'scuola' non aveva potuto farla, e comunque coi ragazzini sapeva farci. Certo, un po' tremando, come accade a Giovanni Mosca fresco di diploma, che viene messo a cestire la famosa V C della scuola elementare.

La Nobis ai tempi nei quali suonava il pianoforte.
Aveva da poco preso il diploma di Istituto Magistrale.
Sì, il pianoforte è lo stesso sul quale si esercita Cigols.

Non ha mai dato i compiti a casa, la Nobis, perchè altrimenti li fanno i genitori. Pochi durante le vacanze «Altrimenti che vacanze sono?». Quasi mai durante il sabato e la domenica («Solo quelli che avevano bisogno», dice lei). Se dava da fare qualcosa a casa, dava a quel bambino, quei compiti: quasi mai gli stessi da bambino a bambino. Mi ha sempre detto che i dislessici/disgrafici/discalculici sono sempre esistiti: era la maestra che si adattava al bambino: niente certificati, niente leggi. «Le maestre devono saper capire i bambini e aiutarli a diventare autonomi nelle loro capacità», ha sempre detto.
Si è sempre fatta dare del 'Lei'.
Ha sempre tenuto cerotti nel cassetto della cattedra.
Ha sempre organizzato gite.
Ha sempre sgridato.
Ha sempre messo in castigo.
Ha sempre dato premi.
Ha sempre consolato i drammi dei "suoi" bambini.

Per anni i suoi ex-allievi, la cercarono a Natale. Capodanno. Pasqua. Scuillava il telefono: «Buonasera cerco la Maestra Rossella (Rossella era il cognome del Nonno Gianni) - diceva l'ex-allievo/ex-allieva - volevo farle gli auguri» e poi «Buonasera Signora Maestra, come sta? Sono Mariolino della 5° B anno 1972» e lei «Ah Bianchini, come stai?». Tanto per dire. L'ultimo messaggio me lo ha mandato la cara Pia, allieva della nonna negli anni '60, nel settembre 2021. La Nobis le ha pure mandato un messaggio vocale e ha voluto che le facessi una foto. La cara Pia ci è stata vicina con la preghiera, sino a che la Nobis, a dicembre, ci ha lasciati.

Oggi come oggi la scuola è fatta per chi ha un figlio, o massimo due. Questo significa che, come genitore:

1) Devi sapere fare i compiti: non manca giorno nel quale i miei figli non mi chiedano come devono eseguirli, non c'è giorno nel quale io non debba insegnare a fare i temi, come si fa un riassunto, come si esegue uno schema per studiare e ripassare, come mandare a memoria un argomento per l'interrogazione, e molto altro. Inoltre i docenti adeguati per sopperire a difficoltà oggettive come quelle di chi ha diagnosi di DSA, si contano sulle dita di una mano. Quindi spesso ci vuole l'insegnante privata, la pedagogista che interviene perché la docente non crede all'allievo in difficoltà, la psicologa per i bambino e un bravo sommelier per la madre che deve affogare tutta 'sta roba in un calice di qualcosa di forte come il Tenente Kojak.

2) Devi avere il tempo per partecipare ai gruppi whatsapp delle mamme che mi chiedo dove trovino il tempo (forse posseggono un giratempo come Hermione Granger). Io faccio solo la casalinga e le giornate mi corrono incontro. Inoltre - ma forse capita solo a me - quello che accade nelle chat delle mamme è degno di uno studio longitudinale sulla psiche delle persone abituate alla virtualità: tutte gentilissime e molto cuoriciose nel gruppo, ma se le incontri manco ti guardano. Tutte "pollice in su" quando inviti al compleanno del figlio, ma poi fanno finta di non aver visto il messaggio. Tutte molto amiche sul gruppo, ma fuori dalle scuole cacciano gli occhi sullo schermo e cercano di non incrociare il tuo sguardo. Tutte molto dolcissimissime e innamorate dei bambini e solidali "tra mamme" ma se tu hai il figlio piccolo che ulula nel passeggino e magari sei pure incinta, ti guardano con il classico occhio da "Esistono gli anticoncezionali".

3) Devi avere tempo di emozionarti per la pagella avvertendo anche su facebook che la figlia in prima liceo ha 9 a latino. Io ho scoperto oggi che la pagella di Lillo è uscita settimane fa. Me lo ha detto lui dichiarando i voti: 6 "in fase di consolidamento". Ma perché non dai 5 e basta? Adesso ci sono tutte quelle votazioni politicamente corrette che dovrebbero servire con lo scopo - forse - di non demotivare un bambino allo studio, ma di fatto non danno l'idea di quanto il figlio, che magari è realmente uno scansafatiche (amo i miei figli ma so esattamente in cosa si impegnano o meno), debba impegnarsi per raggiungere almeno la sufficienza.

4) Devi avere tempo per partecipare alle attività extrascolastiche: di solito a 56 minuti da casa. Di solito dal costo di 90 € al mese. Io devo scegliere solo ciò che ha costi relativi. L'unica eccezione è il catechismo perchè così posso prendere la Messa qualche volta in più rispetto alla domenica (non che mi basti, eh), e attualmente ho la Figlia G che è catechista anche di uno dei suoi fratelli, per cui ci pensa lei.

5) Devi avere tempo per le ripetizioni: un tempo le insegnanti dovevano per forza preparare i bambini per la classe o il ciclo successivo. Si adattavano ai bambini. Adesso l'insegnante deve andare avanti col programma, chi rimane indietro avrà chi lo aiuta a casa. 

6) Devi avere fine settimana di 6 giorni per smaltire tutti i compiti per lunedì.

7) Devi fare amicizia per forza cone le mamme. Le riunioni. I consigli di classe. I consigli d'istituto. E le feste. Le cene. E i compleanni: "Solo 5 € a persona" per il regalo di 24 bambini all'anno sono 120 € all'anno. Se io dovessi partecipare a tutti i compleanni di tutti i compagni dei miei figli andrei approssimativamente a spendere 720 € all'anno. Il capitolo socializzazione esce dal contesto morale ed educativo quando ci sono discussioni, lotte intestine, sottogruppi whatzapp rivoltosi contro la rappresentante, spin-off di padri che si passano filmetti porno... 

8) Devi avere tempo per il gruppo catechistico. Per il gruppo della danza. Per il gruppo d'inglese. Per il gruppo di pallavolo.

9) Devi avere tempo per esercitare la pazienza nei confronti di alcune maestre. Fanno l'università, ma di bambini e di relazioni tra adulti sanno pochissimo. Hanno profili facebook che potrebbero essere di adolescenti.


Avere tanti figli ti permette di: (Pubblicità Progresso promuoventi la Famiglia Numerosa):

1) Nessun gruppo whatzapp se non quelli graditi. Hai la scusa dei figli e del poco tempo. La conseguenza è che i gruppetti di mamme che si stanno sulle scatole (di solito dopo sei mesi dall'inizio della prima elementare, ci sono scontri indiretti e sanguinosi) non ti appartengono. All'uscita di scuola saluti tutti col sorriso sapendo che non sai nulla degli scontri spesso non sai né i nomi dei compagni dei figli, né quelli delle mamme. In sostanza sei un fantasma (il che è davvero comodo).

2) I figli devono fare i compiti da soli. Se la devono cavare al massimo tra fratelli. La Figlia G impartisce lezioni di inglese e spagnolo a Lannina. Lillo sta dietro a matematica di Cigols perché anche lui è discalculico e lo capisce. Cigols aiuta Checcolens per le prime letture. 
Quando qualche mamma mi chiede i compiti di italiano le dico che le passo Lannina. Dopo la 5° elementare i compiti perduti per le assenze escono dalla mia giurisdizione. 

3) Ai compleanni si partecipa solo ed esclusiamente se sono in luoghi areati e tranquilli. Nessun "Giocolandia", "Pallolandia", "Caramellandia". Nessun adulto all'infuori di me deve stare coi miei figli. E si partecipa solo se il compagno di scuola è un amico: non ci sono costrizioni nell'andare d'accordo. Nessuna pizzata in pizzeria senza genitori prima dei 13 anni. Nessun luogo privo di adulti coscienti. 

4) Nessuno pretende che io partecipi a cene tra genitori, vendite di beneficienza, feste in maschera e altro. Nessuno pretende che io prenda parte a discussioni sui regali alla maestra. Nessuno, ma proprio nessuno, si sogna di chiedermi soldi per attività scolastiche che vengono proposte durante l'anno, a meno che l'ammontare non sia inferiore ai 4€.

5) Non so nulla di risse, tradimenti, separazioni, nascite, lotte intestine, convocazioni dal Preside perché la maestra di religione non si ricorda i nomi di tutti i bambini.


In sostanza:

Vuoi Una Vita Tranquilla? Fai Più  di Quattro Figli.