lunedì 8 ottobre 2018

Tua figlia sarà troia

Cara collega ostetrica, ti ricordi di me? Sì dai! Ero quella sempre col ditino alzato stile maestrina. Quella noiosa che ha sbobinato tutte le lezioni di anatomia... discutemmo del fatto che ai miei figli insegnavo il valore del proprio corpo, la bellezza (la qualità capace di appagare l'animo attraverso i sensi, divenendo oggetto di meritata e degna contemplazione - dizionario di google) dell'intimità, della castità, della verginità e di tutto quello che di meraviglioso può esserci nella cura di sé e del proprio pudore... Ricordo che tu mi lasciasti a bocca aperta perché mi linciasti verbalmente con un perentorio: "Ah tu sei una di quelle madri che vorrebbe la propria figlia suora, ma che invece si ritroverà una troia: e io glielo auguro!". Condisci tutto con una risata sarcastica che mi fece turbare non poco.


Partiamo dall'inizio, perché io quel giorno lì, tacqui (non sono un tipo sveglio e rapido nelle risposte, come si evince dal fatto che ci ho messo 10 anni a risponderti).

Una figlia suora. Il problema non sussiste. Prego ogni giorno perchè mia figlia possa trovare accanto a sé una persona buona e con la quale volersi bene costruendo con fatica-gioria-passione-stanchezza e molto altro, il proprio matrimonio. Sono anche pronta al fatto che mio Padre faccia di lei una suora: quale compagno migliore? La faccenda non mi sorprenderebbe né causerebbe in me scompiglio. Non la priverebbe né dell'essere madre -esiste la genitorialità spirituale- né del voler bene, né nell'essere voluta bene. Non vorrei mia figlia suora, come non la vorrei madre, come non la vorrei netturbina... Se lei non lo vedesse compimento di un suo percorso.  

Seconda possibilità: una figlia che vende il suo corpo. Mi farebbe male per moltissimi motivi, non lo nascondo. Spero vivamente che mia figlia si stimi sempre a tal punto dal non aver bisogno di vendere nessuna delle parti del suo corpo: avrei tanta pena. Ho letto tante storie di donne che vengono sfruttate con cattiveria e violenza. Insisto tanto -come sempre mi distinguo in morigeratezza e sintesi- coi miei figli sul fatto che il nostro corpo è un dono di valore che va curato (bisogna prendersene cura: è per questo che si insegna ai bambini a mangiare bene, no?), preservato (lavarsi le mani e coprirsi dal freddo vengono annoverate tra queste azioni), difeso (anche i vaccini sono una parte importante) e amato (trattato bene, rispettato e gestito con riguardo). Ci è stato donato nella sua interezza e  ogni volta che gli riserviamo un trattamento, questo si ripercuote sulle altre "entità" che fanno parte del nostro Io (anima + mente).

Terza possibilità. E forse tu intendevi questa? Sai sono lenta, per cui arrivo pianino pianino. Probabilmente tu intendevi per "troia" una di quelle donne che, in piena libertà di disporre del proprio corpo (e della propria anima, ovviamente), hanno numerose relazioni erotiche. Era questo, vero? Eh lo so. Te l'avevo detto che sono di coccio.
Dicevamo: una donna libera, quindi, dal giogo della moralità pressante (della madre  immagino).

Ora però fammi ragionare: ella è libera. Mi spiego: mia figlia è davvero libera. Lo sa di esserlo. Come sa che essere liberi significa anche essere responsabili non solo per se stessi -lì appare scontato- ma anche per chi dipende fisicamente e/o affettivamente da noi. Faccio un esempio? Io ho un figlio di 14 anni che ha il diritto di essere libero ed usare il motorino (è un esempio, eh). Tuttavia egli deve essere edotto dal fatto che, se col motorino si fa male o fa del male ad altri, io e il suo papà ne potremmo soffrire. Dai non è assurdo: altro esempio? Una ragazza sa di avere la libertà di fare ciò che desidera del proprio corpo, ma rimane incinta: a parte che questa situazione la coinvolge in tutta la sua interezza, la terza persona, il bambino che non ha preteso di essere lì, che fine fa? C'è sempre qualcuno che viene coinvolto nelle nostre azioni, oltre che noi stessi. Ed è per questo che alla vera libertà (dico "vera" perché non si confonda con quella posticcia che forse intendi tu quando dicevi che tu potevi fare tutto) è fondamentale contrapporre la responsabilità. È necessario farlo. Altrimenti puoi avere 18/28/38/48/58 ecc anni e non sei un essere umano adulto, ma un fanciullino oggetto di pulsioni irrazionali che cresce in età, ma non matura con l'animo o il cervello.
Vedi, puoi non credermi, tuttavia questa libertà è una schiavitù enorme. E sesso di qua, e fare sesso di là... ma che barba! E che ovvietà! Sì, lo so quello che stai per dirmi, per cui la faccio breve: l'usanza che più osservo diffusa tra le madri 'moderne' -quelle che si collocano in modo diametralmente opposto a chi, come me, è ritenuta medioevale(1)-, è quella che vede la consegna della pillola anticoncezionale in concomitanza, spesso, col giorno del menarca. Idem per i maschi, ovviamente: so di padri che fanno i fighi regalando preservativi. Queste madri  e questi padri pensano di essere anticonvenzionali a far capire chiaramente che, coi propri organi genitali, le loro figlie  e i loro  figli sono liberi di fare tutte le esperienze che desiderano (il verbo "desiderare" trovo che sia usato come sinonimo del verbo "volere" evidentemente il Re che possedeva il proverbiale giardino dove la pretesa era vietata, ha abdicato e si è ritirato a vita privata). Nello svolgersi della vita erotica dei loro figli, pare sia rivoluzionario far intendere che essi possono autodeterminarsi, ovvero possono crearsi una legge propria che può essere modificata a piacimento. Figli che, al momento in questione, sono adolescenti, ovvero sono ancora individui in netta formazione, possono essere estremamente suggestionabili, devono essere ancora seguiti (mai come in questo momento della loro vita debbono essere marcati a uomo), hanno ancora diritto alle coccole e spesso non sanno ancora cosa desiderano fare da grandi. Se intendi dire che io, madre medioevale e retrograda (anche se ti ho dimostrato la mia attualità: il '68 ha già 50 anni, è ora di evolversi!!), sto insegnando a mia figlia a mantenersi sana e retta, a fidarsi poco degli istinti, a preservarsi moralmente e a non rovinare la concezione che sappiamo avere dell'Amore, beh io sono onorata... sono molto più progressista ed anticonformista di ciò che mi stai facendo credere!!
Certo, non tutte le madri sono così: grazie a Dio ce ne sono moltissime che si pongono domande, sostengono i propri figli, tentano di instaurare una relazione propositiva con loro. E, come me, sbagliano sicuramente, ma non provocheranno di essere taciturne! Ricevono un lievissimo contrasto dalla cultura che indica come danno primario di una relazione sessuale l'avvento di un figlio e solo per robuste istanze seguenti quello di contrarre malattie veneree (l'AIDS è quella più importante, poi spesso non se ne sanno nominare molte), ma possiedono fermezza e possono riuscire davvero a far maturare bene i loro figli, crescendo loro in modo da renderli responsabili.

Cara collega ostetrica, se ti auguri che mia figlia, disprezzandomi, possa reagire diametralmente in modo opposto a quello che le ho trasmesso, cadi in errore. Io sono molto moderna: parlo, racconto, dialogo, litigo, discuto molto con mia figlia, e sai perchè? Perché le voglio bene: voglio il Bene per lei. E non il bene finto o di moda, ma quello vero: quello Vivo e Vero.
Ti piacerebbe conoscerlo? Ti aspetto la domenica. Sarò lì, vicino al confessionale, in fondo.



1 sul termine "medioevale" si legga: https://www.focus.it/cultura/storia/bugie-storiche-sul-medioevo?gimg=81230#img81230