domenica 20 dicembre 2020

Quale Natale? Quello dei bambini

Pantuffola, Gesù nasce per te. Tra neonati vi capite. 

Si dice che i bambini sono viziati, furbi e che siano capaci di tirare "giuochi malandrini" all'adulto, ma quanta paura c'è, nel pronunciare tali ignobili cattiverie? Molta. Tu pensa che, nell'arco della Storia, il mondo degli adulti si è sentito minacciato costantemente dai bambini: tanto intimidito che ha usato. Non a caso, quando nacque Gesù, altri bambini perirono uccisi. Bambini come te, che hai sette mesi, e come tuo fratello, che ne deve compiere tre. Tutto per paura. Tutto perché un adulto temeva di essere sopraffatto. Di perdere la propria autonomia, la propria vita lussureggiante e lussuriosa, la propria libertà. Così un adulto, l'ennesimo, ma ne verranno altri, incaricò il proprio esercito di uccidere i bambini: che paura che potete incutere, eh? 

In realtà è così a tutt'oggi: orde di persone che dovrebbero avere un'età definita "della ragione" tremano al pensiero di confrontarsi con un bambino. Uno come sei tu, patatina della mamma: che ride quando vede i campanellini, sorride a chi le fa un complimento, apre la bocca per assaggiare cose nuove e, soprattutto, piange per avere coccole (altrimenti definite cocchile dal tuo fratello quasi treenne con il quale spesso condividi le coltri), e che getta le braccia al collo dei fratelli e delle sorelle. Che paura può fare uno scricciolo come te? E soprattutto, a chi?

Erode era un povero personaggio ricordato meramente proprio per le sue mancanze: quella di misericordia, innanzitutto. Poi di carità. Il timore che certe persone "in su d'età" possiedono nei confronti di un'ipotetica perdita di autonomia o libertà, denota realmente uno status spirituale e morale gretto e infimo, pressochè diabolico. E siccome tali personaggi non sanno affrontare la realtà con un briciolo di serena disponibilità, la soffocano, tentando di cancellarla. Se poi putacaso il soggetto che  indispone costoro non è facile da interpretare e crea disagio perché distoglie dal proprio tran-tran quotidiano, lo si accusa di cattiveria. Perchè voi bambini siete così: mettete gli adulti di fronte alle nostre mancanze, limiti, debolezze. Se poi le persone "grandi" non lo sono davvero, non sono intenzionate ad accettare la propria responsabilità.

Ma questi, Pantuffola mia, sono esempi di persone non adulte. 

Quando l'Arcangelo Gabriele - persona di grande fascino e di fantasia, considerato il modo di comparire dove inviato - appare a Maria, che era piuttosto giovincella, costei non è entusiasta. Non è così maleducata da rivolgersi all'interlocutore alato con l'acredine di chi si è preso un infarto, ma apparentemente è un po' allibita? Intimorita? Possiamo dire - per lo meno - senza parole? 

Costui non solo la informa che Dio la stima moltissimo, anzi, che ella ha trovato Grazia presso di Lui (e lei afferra al volo: io gli avrei risposto che non mi chiamo Grazia e che il suo GPS è da ritarare. Menomale che Maria è l'Immacolata Concezione ed era stata concepita per certe cose difficili), ma che sia in programma Ch'Ella diventi la madre di un Re che regnerà per sempre. Ovviamente le chiede se questo le torna. Dio è così: non s'impone a noi, e ci lascia liberi di scegliere. La informa che anche sua cugina Elisabetta aspetta un bimbo, nonostante per anni abbia sperato di diventare mamma e avesse perso la speranza.

Maria, che siccome è giovane ed è più aperta a capire la bellezza che c'è oltre ciò che si vede, accetta con serenità quello che l'Arcangelo le chiede: si pone solo la questione del fatto di non essere sposata, ma siccome Dio è Dio - le risponde il suo interlocutore - ci pensa Lui. Maria, che scopre che sarà mamma, lo accetta in modo molto maturo. E sa che cosa significa essere mamme: poppa, nanna, cacca. Forse non immagina - come potrebbe? - tutto quello che avverrà dopo, quando suo figlio sarà cresciuto, ma lo scopriremo a Pasqua. 

Tutto questo per dirti cosa? Che Maria, ragazza semplice e non certo grande, ha accettato di diventare madre del Figlio di Dio. Non ha avuto timore di tutte quelle cose che temono le persone grandi che dubitano di un bambino. Maria si è "rimboccata le maniche". Quindi si è dimostrata ben più adulta di altre persone...

Che dire di Giuseppe? Pantuffola mia, questo anno che viene sarà l'anno di San Giuseppe: il padre che Dio ha scelto per Gesù. Non ha lasciato che Maria affrontasse tutto da sola: i bambini hanno bisogno di mamma e papà (ma questo lo saprai tra un pochino di tempo: il tuo papà è proprietà privata dei tuoi fratelli, per ora). Giuseppe era promesso a Maria, si sarebbero sposati a breve, quando lei concepisce il bimbo di cui le ha parlato l'Arcangelo. Per Giuseppe dev'essere stato complicato, anche se lo stesso Arcangelo glie lo spiega, che quello che succederà a Maria sarà fondamentale per l'Umanità intera. Io Giuseppe lo capisco: diventare papà non è facile. La mamma sente nella pancia il bimbo: io ti ho sentito nel mio panciotto ancora prima che lo sapessero i tuoi fratelli e sorelle. Quando poi la pancia si è fatta più grossa, allora il tuo papà ha cominciato a parlare con te. Ovviamente è stato quando ti ha visto, che ha realizzato la tua esistenza. E così penso che sia stato per Giuseppe: ha protetto Maria e se n'è occupato, portandola con sé a Betlemme per il censimento. Poi Gesù è nato lì e Giuseppe è diventato papà. C'è qualcosa di più forte della paternità? No. Esercitare la propria fortezza significa sapere di essere colui che difende la madre del proprio bambino e il proprio bambino stesso (infatti Giuseppe scappa con Maria e Gesù, quando Erode "esce di testa"). E per fare questa grande parte, bisogna proprio essere adulti. Non solo è necessario essere persone di una certa età: bisogna proprio essere maturi. Papà tuo è diventato papà a ventitré anni, ma era prontissimo. 

Cara Pantuffola, nasce Gesù Bambino che è il simbolo chiaro del fatto che la parte migliore dell'Umanità è data dai bambini. È simbolo del fatto che il Natale, la Natività, sia il passato di ogni persona e il futuro di ognuno di noi. 

Un'ultima cosa, poi facciamo la nanna, Pantuffola mia. Ti ricordi quando ti ho raccontato della cugina di Maria, Elisabetta, che per tanto tempo non ha avuto bimbi anche se li avrebbe voluti? Ecco: a Elisabetta mancava la speranza nel futuro. Perché voi bambini siete speranza nel fatto che tutti coloro che si affidano nelle braccia di Dio, vivranno in eterno: prima qui sulla terra (dove dovranno darsi da fare per gioire del dono della vita), poi nel Regno di Dio. Tu pensa che il marito di Elisabetta, nonostante fosse uno di quelli che dovrebbe aver dimestichezza con le parole di Dio, quando riceve dall'Angelo la notizia che diventerà papà, non ci crede: così rimane muto fino al giorno del Battesimo di suo figlio, Giovanni. Perché muto? Perché è facile parlare a vanvera: ma se Dio ci ama e ci informa che non ci abbandonerà mai, bisogna fidarsi. Altrimenti è meglio stare zitti. 

La Fede è felicità pura, quando ti affidi a Lui, piccola mia. Ed essere bambini è davvero una scelta fondamentale: ecco perché il Natale lo ricordiamo ogni anno, ecco perché ogni anno Gesù nasce per noi. 

Buon primo Natale, piccola