martedì 22 gennaio 2019

Sorella Grande. Fratello Piccolo.

Leggendo il libro che raccoglie le biografie professionali delle ostetriche diplomatesi tra il 1900 e il 1980 (Le ostetriche dell'Umbria si raccontano, a cura di Antonella Mari), salta all'occhio il fatto che una volta si diventava ostetriche tra i 18 e i 20 anni. Le levatrici di una volta si occupavano delle condotte, ovverosia di quelle zone che includevano paesi e villaggi lontani dalla città, ricevevano un alloggio dal Comune, e sempre il Comune forniva loro il pacchetto per il parto (il materiale per l'assistenza alla nascita). Venivano avvisate del fatto che la donna dovesse partorire o dai parenti mandati con le carrozze, i calessi, i muli, e solo molto più tardi le macchine, oppure da un passaparola tra le donne delle fattorie. La levatrice non conosceva la donna prima di assisterla e dai tanti racconti sappiamo che la levatrice si trovava a occuparsi, dopo aver assistito al parto, anche degli altri figli della donna. Le "comari" si avvicendavano e gli uomini stavano ben fuori da tutte le procedure. Sono tantissimi e racconti che le levatrici fanno delle loro avventure conclusesi "senza morti e senza feriti". 

Quello che però salta all'occhio spessissimo è il fatto che giovani donne (adesso si autodefinirebbero "ragazze") di 18-25 anni sapevano perfettamente come relazionarsi con le donne e con i bambini (oltre che coi neonati). Viceversa, conto sulle dita di massimo due mani le ostetriche e le altre figure che ruotano intorno alla gravidanza e alla neonatalità (doule e consulenti varie) che conosco - e ne conosco tantissime - che sanno relazionarsi in generale. In linea di massima le giovani ostetriche che escono dal corso di laurea hanno poca pratica di cosa voglia dire vivere la gravidanza, sanno relazionarsi relativamente sia con le persone, sia coi bambini e, se fossero messe in grado di vivere le esperienze delle loro antenate (che non avevano una pomposa quanto discutibile laurea, ma un diploma), si scioglierebbero come neve al sole. Le ostetriche (e, lo ripeto, tutte le figure che ruotano intorno alla donna) che cicalecciano di maternità, attualmente sono bravissime con le parole, le immagini, le "tende rosse" (gruppi di donne che se la cantano e se la suonano sulla femminilità, spesso escludendo la regolazione naturale della fertilità perché è roba troppo cattolica), i blog, gli slogan femministi, le battaglie (tutte quelle che capitano a favore della donna), l'educazione sessuale stile OMS, la promozione dell'uso dei vibratori (no, non so cosa possono servire e non me lo chiedete perché lo ignoro) e molte altre cose sicuramente invece positive delle quali io mi accorgo poco perché poco pubblicizzate.
Tutto ciò accade per un solo motivo: non nascono più bambini. C'entra e c'entra molto. Cominciamo col dire che se ogni donna mettesse al mondo almeno 4 figli, le ostetriche non avrebbero tempo di scrivere blog colorcartadazucchero quanto sia bello aiutare le donne nei loro diritti civili di abortire il nascituro, perché avrebbero troppi cordoni da tagliare. Se ogni donna avesse 4 figli almeno (e da quando ne ho conosciute che hanno dieci/dodici mi sento novellina), le ostetriche si concentrerebbero un po' di più sulle cose importanti e meno sul rilasciare interviste nude promuovendo l'autoerotismo (l'esclusione del maschio-padre sta giungendo anche nel mondo della nascita da quando per avere un figlio basta del seme gentilmente concesso da uomini che di paternità non vogliono saperne nulla). Se tutte le donne avessero almeno 4 figli e si dedicassero a questa risorsa e potenzialità con più dedizione (è anche un passatempo piuttosto delizioso, altro che autoerotismo e oggettistica pietosa), le ostetriche si impegnerebbero a studiare le cose importanti: assistenza alla gravidanza fisiologica in autonomia (fattibile se la donna è giovane, in salute, con gravidanza insorta in modo naturale) e assistenza al parto fisiologico in autonomia (assistere tanti parti porta ad avere tanta esperienza). Se le donne facessero più bambini, anche le ostetriche avrebbero fratelli e saprebbero bene dove e come agire: non a caso anche le ostetriche zie o con diversi fratelli partono con molti vantaggi.

Ma torniamo a bomba: quando ero in travaglio del Piccinaccolo, la figlia G mi stava d'intorno con molta femminilità capace. Conosce già i metodi naturali, i potenziali problemi della gravidanza, gli intoppi più frequenti dell'allattamento, le problematiche del neonato, i nodi principali delle fasce porta bebé.

Potrebbe davvero fare l'ostetrica meglio di molte che conosco.

Tuttavia il suo sogno è il trucco cinematografico. Quindi adesso mi vado a far restaurare, che ho parenti a cena!