Una donna viene costretta, per mangiare, a farsi somministrare degli ormoni per produrre ovociti. Un'altra donna, per mangiare, si sottopone a una somministrazione ormonale atta a preparare l'utero per la gravidanza. Sono due sfruttamenti imbarazzanti per il genere umano, anche solo di per sé. E che ci siano ostetriche che sostengono il fatto che regolamentare questa modalità di guadagnare per una donna, sia civile e assolutamente non aberrante, basta per capire l'ideologia che c'è dietro. Si dipinge la scelta di mettere il pane in tavola per sé e i propri familiari vendendo la femminilità insita nel proprio corpo e nella propria psiche, come fosse quella di essere sfruttate per una qualunque manodopera. Liberalismo allo spasimo.
Quella donna che viene poi ingravidata, come si fa con le vacche, nutre uno o più bambini, nel suo ventre. Lì si aprono due strade: o si relaziona con quel bambino come una qualsiasi donna fa durante la gestazione, e allora quando le verrà strappato il bambino (per darlo a chi suppone che esistano gravidanze "della mente") tenterà di sopravvivere raccogliendo le lacrime di latte materno che goccioleranno dal suo corpo; o sceglierà di non-relazionarsi con quel bambino sperando che la placenta che la unisce a costui sia fatta di plexiglass. Costei tratterà il suo corpo come fa una prostituta qualunque: "Uso me stessa perché è l'unico mestiere che sono riuscita a trovare".
E il bambino?
Il bambino non può scegliere di relazionarsi o meno con la madre: lo fa e basta. E' insito nel suo sistema nervoso. Creerà con lei un rapporto fatto di suoni, voci, battito cardiaco, sapori, tocco. E quando nascerà tutto quel mondo crollerà.
Credere che ciò che esiste prima della nascita non sia nulla di più che una fase di sviluppo e che al momento in cui l'essere umano nasce sia tabula rasa, è molto pericoloso. Il motivo lo conoscono benissimo i genitori adottivi: quei 9 mesi esistono eccome e, prima o poi, usciranno fuori, ma se ami un figlio come un dono, avrai la forza di accompagnarlo nello scoprire un rapporto d'amore incondizionato.
Ma c'è un'altra relazione che è posticcia, alla quale il bambino è obbligato: quella con la madre che lo acquisisce, dopo che il marito si è masturbato ingravidando altre due donne (ovocita e utero). Costei è chiamata ad amare il figlio di ben due amanti del marito che certo non hanno avuto un rapporto con costui ché tutto è avvenuto in terreno di coltura sterile, ma di fatto c'è. E quel velo tra lei e il figlio ci sarà come ci sarà nelle donne che hanno optato per l'ovodonazione in caso d'infertilità: il loro bambino - certamente amato - avrà gli occhi del marito o della donna che ha "donato" l'ovocita?
In caso di uno o due uomini che acquisiscono un bambino in questo modo, so di per certo che necessitano di un aiuto femminile (le mie colleghe ostetriche più "progressiste" mi hanno rinfacciato il fatto di aver trovato giusto sostenere due uomini ad affrontare la cura di un neonato): ed ecco la tata (o le tate se si tratta di gemelli). Colei che è chiamata a fare la madre di un figlio che verrà corretto se chiamerà quella persona "mamma" (oppure questa verrà licenziata al momento della creazione di un legame più profondo). E le nonne: felici per esserlo diventate e sicuramente disponibili a intrattenere il nuovo arrivato (finalmente possono realizzarsi anche loro).
Le donne sfruttate, per cui, sono tre. E il pensiero va a quelle tate. A me facevano già pena le tate che vivono in famiglia facendo tutto quello che dovrebbe fare una madre, affezionandosi ai propri "clienti".
Vengono cancellate le emozioni, i sentimenti, gli istinti di cura e connessione, i legami, di ben tre (o quattro) donne. Donne che sono trattate parimenti a quelle che non devono ribellarsi al fatto di condividere spazi con uomini che hanno il diritto di sentirsi donne.
In qualunque modo nasca quel bambino, egli viene acquisito per crescere in una famiglia che vuole un legame per lo meno parziale dal punto di vista genetico con lui. Perché? Perché si tratta di adulti narcisisti che tipicamente necessitano di espandersi su un'altra persona. Questo bambino crescerà amato non perché è un dono per i suoi genitori, ma perché costui è un frammento di almeno un genitore. Quando avverrà la maturazione di quel ragazzino che vorrà differenziarsi dai genitori (lo fanno tutti gli adolescenti ed è una fase un po' stancante, ma fisiologica), non gli sarà permesso (ricordiamoci Grimilde e Biancaneve, tipico racconto di un genitore narcisista). Quindi l'amore che quel figlio vivrà sarà condizionato (cioè sarà amato per quello che fa, non per quello che è: ovvero si sentirà di non appartenere, di non essere importante) [Sagone, 2023]. Ci saranno genitori sufficientemente buoni che non intraprenderanno questa relazione, è vero. Ma questo è quello che avverrà di massima. E che si abbia il coraggio di dire che di quel bambino poco importa: ciò che interessa è quello che il bambino è disposto a dare e fare per quegli adulti che lo acquisiscono.
E ora si guardi questo filmato e si neghi che tra quella donna-madre e quel bambino-figlio non ci sono 9 mesi di relazione profondissima.