L'uomo e la donna, il padre e la madre: diversi perché necessari al processo generativo ed educativo.
Alla differenza tra maschile e femminile, il bambino e la bambina devono essere aiutati a dare un valore. "Io sono maschio come il mio papà: è una cosa buona?" si chiede il bambino. "Io sono femmina come la mia mamma: è una cosa buona?". Ogni bambino e ogni bambina comprendono la risposta dal modo in cui si vive in famiglia: "E' bello essere come sono?": ognuno di noi definisce se stesso anche dalle relazioni nelle quali vive e nelle quali è coinvolto.
Per un bambino è necessario vedersi rispecchiare sia negli occhi della mamma, per capire se il maschile è positivo, sia in quelli del papà per capire il maschile che si relaziona col femminile, per rispettarlo e apprezzarne le differenze. La mamma è importantissima per aiutare il figlio a definirsi: cosa pensa del "maschile", dell'essere maschi? Il bambino osserva, ascolta, deduce.
La mamma apprezza la mascolinità virile, apprezza l'uomo? Che tipo di uomini apprezza la mamma? Il papà è un modello di quel maschile che apprezza la mamma?
Come si relaziona il papà con il figlio maschio e, al contrario, come si relaziona con la figlia femmina? La mamma è contenta che il suo bambino sia un maschio che assomiglierà al papà? La mamma è fiera del padre di suo figlio?
Il ruolo della mamma è anche quello di educare un maschio che apprezzi il suo essere tale, aiutandolo ad identificarsi in un maschile positivo e virile, traendo positività dalla differenza col femminile e apprezzi, in entrambi, le peculiarità. La mammitudine è anche non sostitursi al ruolo maschile della relazione col figlio, quella di non invadere lo spazio maschile tra padre e figlio.