"La gravidanza è una schiavitù e le donne debbono liberarsi dal giogo della maternità". Oltre che sentirlo dire dalla bocca di ragazze e ragazzi in età liceale - che suppongono di esserselo inventato, invece sono ben vergati da slogan continuamente rispolverati - questa frase la potremmo facilmente ascoltare dalla signora in basso a destra: Margaret Sanger, fondatrice della Planned Parenthood. Costei era dell'opinione che per cancellare la povertà dal pianeta (1° obiettivo dell'agenda 2030 che viene propinata ai nostri bambini durante le inclusive lezioni di "Nuova Educazione Civica") era necessario impedire alle donne di colore di riprodursi. Medesima soluzione nei confronti delle famiglie povere e numerose che dovevano imparare che il gesto più misericordioso che possono fare "ad uno dei loro bambini più piccoli, è ucciderlo". Medesima carità viene offerta - in modo pressante - alle donne che custodiscono in grembo bambini che non potranno mai avere una "qualità della vita" adeguata al progresso (ovvero non saranno mai produttori di ricchezza per lo Stato): non è un caso che ginecologi e psichiatri giochino sul sentimento di protezione che ogni madre possiede nei confronti del figlio (dimostrando, in questo modo, l'esistenza dell'istinto materno), quando insistono per un gesto di altruismo che interrompa la sofferenza presente e soprattutto futura di un bambino non conforme agli standard qualitativi che la scuola dispone per tutti i discenti (che deve essere resa accessibile e "di qualità" sin dalla prima infanzia e deve preparare per la scuola primaria). Il 4° obiettivo dell'agenda 2030, infatti, riguarda: "Un'educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile" che non è altro che il progetto e il dettame primario della signora sulla sinistra, Marie Stopes, fondatrice della Mothers Clinic e promotrice dell'organizzazione "MSI: Marie Stopes Institute Reproductive Choices" che, in tutto il mondo, diffonde il roseo claim "MSI 2030: il tuo corpo, la tua scelta, il tuo futuro". Ma cosa c'entra la parità di genere, evocata al punto 5 dell'agenda 2030 con i diritti riproduttivi? E' molto semplice: nonostante sia tutto notevolmente ammantato di altruismo, inclusività e promozione del progresso formativo, quello che interessa è la svalutazione costante della maternità che non dovrà più essere uno degli obiettivi delle donne: quest'ultime, infatti, andranno a essere cancellate progressivamente in nome di un più politicamente corretto "persone" (il Parlamento Europeo parla, infatti, della "salute della persona incinta") e, soprattutto, dovranno essere abilmente istruite perché la politica sarà spinta verso il "Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture (i 'famosi' asili nido che diverranno obbligatori per 'consentire' alle donne di lavorare, come dichiarò Bonaccini tempo fa dichiaro: “Confido che il servizio educativo 0-3 anni possa diventare scuola dell’obbligo” ndr) e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie (ovvero l'indifferenziazione rispetto a maternità e paternità, che divengono "genitorialità", ndr) conformemente agli standard nazionali". Donne e uomini cesseranno il loro esistere in modo differenziato, poiché tanto all'educazione ci penseranno loro, le insegnanti: non è un caso che "I Paesi UE sono anche incoraggiati a garantire una completa educazione sessuale nelle scuole primarie e secondarie, poiché può contribuire significativamente a ridurre la violenza e le molestie sessuali", come spiega il Parlamento Europeo.
👉Meno bambini fragili, da eliminare prima di nascere o dopo che sono nati (ricordiamoci Charlie, Alfie e tanti altri);
👉 Meno donne che conoscono il loro corpo, lo considerano prezioso e se ne prendono cura in vista di una maternità (ricordiamoci delle meste soluzioni alla 'salute sessuale e riproduttiva' che vengono propinate nelle scuole: pillola e preservativo);
👉 Meno mamme e con meno figli: è loro diritto lavorare, ovvero è loro dovere dedicarsi all'arricchimento dello Stato, ma non alla "ricchezza" del nucleo familiare (ricordiamoci le promesse elettorali che vengono riproposte costantemente come "più asili nido");
👉 meno violenze di genere e meno bullismo attraverso i corsi scolastici che tendono a fluidificare le relazioni e ad amalgamare i generi (ricordiamoci che le scuole non educano alla costruzione di un pensiero critico, ma criticano il pensatore libero);
👉 meno povertà grazie a politiche di soppressione del bambino indesiderato dalla società (ricordiamoci delle signore Sanger e Stopes che hanno ammantato il loro razzismo, il loro odio profondo per i bambini, il loro ribrezzo verso la povertà e la loro indecente eugenetica con l'immenso amore per la salute femminile, continuano a vivere in ospedali, consultori, gruppi facebook e canali telegram);
👉 parità di genere significa anche genitorialità indietreggiante in virtù di una delega sempre più invadente verso l'istituzione scolastica che, attraverso l'insegnate irreprensibile, snocciola petalosità inerenti gli obiettivi dell'agenda 2030 (ricordiamoci che la denatalità non interessa a molti politici).
Cancelleranno la Mammitudine e la Papitudine, cancelleranno i bambini, cancelleranno l'aiuto reciproco, le famiglie che si sostengono a vicenda, la famiglia, la gioia dell'accoglienza.
Cancelleranno il mondo.
Noi, dove vogliamo stare?