giovedì 3 gennaio 2019

Regali da femmine e regali da maschi

Tempo di bilanci (grazie figli, so che devo anche usare il femminile singolare) di queste feste. Lo affrontiamo di già poiché la Nobis-Befana (da 17 anni è lei che si occupa delle calze) mi ha già incaricato del recupero oggettini per farcire le calzine che tutti e sei troveranno sui loro letti la mattina del 6 gennaio. Anni fa assolveva da sola questo onere del quale si era auto-incaricata: ricordo che a me e al Mari ci fece trovare le calze anche dopo il primo Natale insieme (la Figlia G era lunga 7 cm e fluttuava nel mio pancino, a lei non toccò nulla se non un po' di glucosio-kinder): in realtà la cosa fu gestita a "quattro mani" poiché c'era ancora vivo il nonno Gianni sulle cui marachelle compiute durante la guerra, redigerò apposito capitoletto (marachelle delle quali ha raccontato pure Lillo durante la recita della 5° elementare). Il nonno fece trovare al Mari un elegante pennello da barba e un dopo barba, che ha poi usato lui nella casa dove abitò per gli ultimi anni della sua vita (purtroppo soli quattro anni da quell'anno).
Le calzine della Nobis-Befana contengono sempre robetta utile: matite, temperini, gomme, scotch... debbo ammettere che fino a che se ne occupava lei, gli oggetti che vi si trovavano erano pittoreschi e del tutto introvabili. Probabilmente ci sono negozi appositi per le nonne che fanno le calze ai nipoti, magari sono negozi che appaiono solo alle nonne e solo dicendo formule magiche che vengono dette alle nonne quando lo diventano (tipo Grimmauld place n°12). Ricordo quadernini tascabili con matitine del diametro di cinque millimetri, gomme fatte a torte (tipo quelle del Mulino Bianco degli anni '80), spazzole con specchietti annessi, macchinine con la carica a mano... 
Io sono convenzionale e ho la fantasia di un triceratopo con l'indigestione (ho solo l'indigestione e non il peso del triceratopo, Lillo, grazie!!) e siccome l'hanno scorso tra Lannina e Cigols ci sono stati momenti di tensione con perdita di ciocche di capelli e unghie piantate nella schiena per delle matite con delle gomme fatte a mucca, ho deciso che per i tre "dell'Apocalisse", come sono stati soprannominati Lannina, Checcolens e Cigols, verranno composte tre calze uguali: conterò anche il numero delle arachidi e dei mandarini, chissà mai che accadano rappresaglie per lo scippo di spicchi dei succulenti agrumi.
Questo passato Natale è stato piuttosto "grasso" e siccome ho girato qua e là nei negozi per farmi un'idea di quale gioco potessero gradire i piccoli (il Piccinaccolo non ha ancora afferrato il concetto secondo il quale, sin dai primi di ottobre, vengono redatte liste accurate di doni desiderabili, per cui si è accontentato di un gioco rumoroso e semovente sul quale a spiaccicato prontamente del sugo dei maccheroni), ho realizzato quanto i bambini siano molto più intelligenti di ciò che si pensa: loro sanno che quando giocano fanno finta ("facciamo che io ero..." si dicono spesso), non si fanno i problemi che ci facciamo noi sul maschile e femminile. Sì perché pare che questo Natale la discussione infuocata fosse su: "Per l'amor del Cielo, se vogliamo bambini intelligenti, non regaliamo giochi con distinzioni di sesso". Post su facebook, meme su instagram, cartelli in alcuni negozi e messaggini-catena su whatsapp... Pare sia fondamentale, per ridurre la violenza di genere, regolamentare i flussi migratori e abbassare l'inquinamento, non regalare Barbie alle femmine e macchinine ai maschi. Che poi io abbia sempre ricevuto sia le Barbie, sia il Lego enon mi sia mai venuto in mente di farmi trattare da schiava da nessuno, è un mistero.
Purtroppo pare che il determinismo abbia spopolato, in pedagogia ("Se non facciamo così i nostri figli faranno cosà SICURAMENTE"), mentre invece le variabili sono tantissime e, tra le motivazioni che si possono dare al mancato rispetto tra uomini e donne, ci sono sicuramente l'aver dimenticato il Valore di ogni persona e della Vita di questa, l'accesso alla pornografia e il fatto che i ragazzi e le ragazze crescano da soli, senza limiti, regole e controllo. Circa i limiti e le regole mi affretto a precisare che io ne do a pacchi, ai miei figli, ma il contrappeso è dato da molte coccole, tanti baci, tante storie lette insieme, tante spiegazioni e tanto tempo stando con loro.
Poiché io ho quasi ....ntanni e non ho molta memoria, mi sono fatta dare delle spiegazioni sull'argomento sia dai miei figli, sia da altri bambini. Lannina mi ha spiegato, per esempio, che ci sono eccome giochi da femmine e da maschi, ma non tanto nell'oggetto, quanto nel modo col quale si usa. Per esempio i miei figli hanno paccate di Playmobil (ereditato da me, soprattutto): maschi e femmine faranno più o meno le stesse cose, ma mentre il maschio userà la fattoria a mo' di fortino, la femmina creerà un Eden fatto di coniglietti e altri animalucci. E in effetti, il "mio" Playmobil consisteva nel castello medioevale: io facevo storie di ordinaria vita di corte, i miei amichetti (o i fratelli delle mie amiche) organizzavano guerre sanguinose. Cigols è vagamente più settoriale: a lui i peluches non piacciono, o meglio, sono ottimi bersagli del Nerf (una specie di fucile con proiettili gommosi). Idem per altri giochi che magari sono fatti per un solo genere, ma poi vengono condivisi e usati in modo diverso: prendiamo il Monopoli (io ho ancora quello con le Lire!) con il quale giocano insieme variando un po' le regole. Mentre Lannina lo fa diventare un negozio (i soldi del Monopoli sono utilissimi per pagare 5.000 Lire un trattore giocattolo), Cigols costruisce fortini con le casine e gli alberghini... E a volte si pestano, altre si confidano e si alleano "contro" di me. Il fatto è che noi adulti non pensiamo al fatto che i bambini siano intelligenti, a mio modesto avviso: non si impara a rispettare gli animali non sparando a dei peluches, ma sapendo che il regno animale ci è stato donato da chi ci ha creato e che lo dobbiamo amministrare bene. Lo specifico perché anni fa ero convinta che regalare una pistola ai miei figli sarebbe significato farli diventare assassini. Poi mi sono fatta guidare da loro.
Detto questo, figliuoli, vorrei ricordarvi che la Befana è caruccia, ma il 6 gennaio arrivano i Re Magi: i primi che si sono fidati, i primi che hanno capito che Lui, il Bambinello, era il Re. E non si sono fidati una volta, ma due, non tornando da Erode a dirgli dove si trovava la Sacra Famiglia.

Sì, lo so. Il 7 si va a scuola. Ma ricordatevi i Magi...