lunedì 12 novembre 2018

Alla Nobis qualcuno fa sempre il caffè

Ho il pregio di ospitare a casa nostra la mia nonna di 90 anni. Che sia chiaro: non è stata, quando era più in gamba, una persona semplice, per tutta una serie di motivi. Molto dell'affetto per i miei nonni nacque quando riconobbi -già da adulta- quanto loro fecero per me quando ero adolescente e hanno poi fatto per i miei figli. Per me fu ovvio, infatti, lasciare che facessero da nonni alla Figlia G (purtroppo il nonno ci lasciò quando Lillo aveva 8 mesi): nonostante i tanti attriti che avevamo, la nonna è stata disponibile ad aiutarmi e io potetti laurearmi. Non è stato tutto rose e fiori (il mio caratteraccio è proverbiale), ma i miei primi tre figli l'hanno proprio vissuta come nonna a tutti gli effetti.
Un po' per necessità (sua), un po' per spazio (nostro), lei ha vissuto in un albergo che però non fa più per lei (ho paura che si faccia male). Quindi è tornata a stare con noi, non avendo ricevuto altre offerte di ospitalità.
I ragazzi le hanno sistemato la camera appendendo al muro le foto del nonno, tenendole in bella mostra le foto di lei e sua sorellina minore Annamaria (venuta a mancare da bambina per meningite) e le scatole dove sono conservate tutte le lettere d'amore che si sono scambiate lei e mio nonno.
Le piccole Marisa e Annamaria 
Mecocci al mare 

Conosciutisi durante la guerra, lei abitava a Varedo e si recava a Milano per frequentare le Magistrali (un inciso: per come era organizzata la scuola, lei ebbe la preparazione sufficiente per diventare maestra a 19 anni. Fronteggiò la sua prima classe composta da 49 alunni), mio nonno abitava a Moltrasio (sul lago di Como) e andava tutti i giorni a Milano per fare l'impiegato base al Banco di Roma (aveva 14 anni e in seguito si diplomò geometra e si laureò ingegnere). Facevano un pezzo di strada assieme e si innamorarono: 15 anni lei, 16 lui. Scapparono da un tram che fu bombardato pochi secondi dopo. Andavano al cinema vedendo il secondo tempo due ore dopo perché la proiezione veniva interrotta dai raid aerei. 
Giovanni Rossella e Marisa Mecocci fidanzati

Io ho scelto di occuparmi di mia nonna perché si mette tutto sul piatto della bilancia: ci sono tante cose che possono non esserti andate bene di una persona, ma ce ne sono altre che possono essere state del tutto positive: bisogna fare dei bilanci, sforzandosi di essere obiettivi. E io credo sia importante che i bambini lo imparino. E convivere con una persona anziana - con i propri ritmi, le proprie fisime, le proprie difficoltà e la propria inferma salute - credo debba essere possibile (anche a seconda delle situazioni).

Per la Figlia G è un compito più che fattibile: quando le è capitato di essere sola con la Nobis (nonna bis), l'ha accudita con tranquillità. L'ha assecondata nelle ansie, l'ha aiutata a salire le scale ed è l'ultima che le da la buona notte (controllando che tutto sia a posto e la Nobis abbia l'acqua per la notte). Per Lillo è un modo per esercitarsi nell'attendistato: il fare il cavalier servente è un buon modo per far quadrare i bilanci della settimana con qualche moneta. Lannina è affettuosa e servizievole, per lei è tutta una gioia, quella di fare qualche disegno per la nonnetta e, inoltre, apprezza il fatto che ci sia una persona in più per farsi fare le carezzine sulla schiena, la sera. Cigols e Checcolens  sono il chiasso che la tiene allegra e la rincitrullisce il giusto. Checcolens, poi, è colui che si è auto-eletto "caffettiere": quando la nonna vuole il caffè, lui parte in quarta!! "Caffeeeeeeeee per la nonnaaaaa!!!"