sabato 24 agosto 2024

I genitori sbagliano sempre? (Perchè non sopporto Esperte ed Esperti)

Che cos'è il determinismo?

Il determinismo è la tendenza erronea di determinare quasi con chiarezza e certezza millimetriche quanto un atteggiamento, un temperamento, un comportamento e delle azioni concrete dal punto di vista educativo, andranno a influenzare concretamente la personalità del bambino e futuro adulto, e come lo faranno (cfr. Nicolais, Il bambino capovolto).

Alcuni esempi.

Se un neonato viene allattato due anni, sarà morbosamente dipendente dalla madre.

Se un bambino dorme in camera di mamma e papà per i primi quattro anni, la coppia finirà per rovinarsi.

Se un bambino non poppa da mamma per almeno sei mesi avrà problemi alimentari.

Se un genitore vuole modellare un rapporto equilibrato col figlio, dovrà usare un metodo comunicativo precostruito, nonviolento e democratico. 

La famosa Maestrina dalla Penna Rossa


Sto esagerando?

No. Nella maniera più assoluta. Sto meramente semplificando.

Si basa, questo modo di vedere l'essere umano come un barattolino da riempire, su varie teorie psicologiche delle quali io ho una certa opinione (che non credo sia interessante per chicchessia). Ciò che a mio modestitissimo avviso invece è interessante, è il presupposto col quale tali teorie vengono propinate più o meno come oro colato.

Quindi mi sono fatta le seguenti opinioni (sono mie e possono essere lacunosissime).

Psicologi/ghe, coach genitoriali, neuropsichiatri infantili, psichiatri (maschi e femmine) e chi ne ha più ne metta, hanno una loro determinata formazione e tutta una serie di convinzioni professionali derivanti da formazione e vissuti personali. Ci sono, intersecate a tali convinzioni, due dati principali: la storia personale dell'esperto/a e la concezione che l'esperto/a possiede sulla Persona Bambino/a e sulla Persona Genitore (tutto spesso strettamente connesso al proprio vissuto). In fondo allo "schema" vi si trova l'idea concreta che l'esperto/a porta avanti del ruolo educativo e di come dovrebbe essere quest'ultimo. In mezzo tutta una serie di scale di grigi.

Io ne ascolto diversi su Instagram o Facebook e se posso esprimere un parere spassionato, la maggior parte di questi professionisti hanno un potere enorme: quello di far sentire in colpa il genitore, specialmente le mamme. Queste ultime, allevate con l'idea della performance (ossia del fatto che la vita sia una costante scuola dove si ricevono voti e giudizi) e che sia fondamentale sempre dimostrare di essere La Madre Perfetta, hanno poi due reazioni agli ammonimenti degli/delle esperti/e: quelle che a scuola si impuntavano a migliorare la media dopo un votaccio e quindi si mettevano sotto a studiare; e quelle che quando ricevevano un votaccio chiosavano con un "chissenefrega tanto non voglio mica essere la prima della classe". C'è un terzo tipo di reazione, che sostanzialmente non lo è, ed è quella delle persone che sanno già cosa e come devono stare coi loro figli e non sentono il bisogno di nessun sostegno: parafrasando l'esempio della studentessa qui sopra, si tratta di quelle che avevano voti alti e un futuro scolastico tracciato, sono persone sicurissime delle loro opinioni e competenze e non prendono mai in considerazione di sbagliare.

Sui presupposti coi quali tutti gli/le esperti/e si rivolgono al loro pubblico, io sono certa nell'affermare che spessissimo non ci sia il desiderio consapevole di appesantire la vita dei genitori già abbastanza resa complessa da politiche familiari assenti e rivoluzioni economiche che puntano ad alzare la povertà. Io sono sicura che, a parte tutti/e gli/le esperti/e che si sentono autorizzati a manifestare spocchia, hybris, superiorità nei confronti dei genitori (sto parlando di quelli che riterrebbero sempre meglio che i figli venissero allevati da esperti perchè i genitori sono dei cretini incapaci a cui va detto bene cosa fare ma tanto sbagliano) se ogni singolo esperto/a potesse relazionarsi in un dialogo con ogni genitore, non si sognerebbe mai di mettersi a peggiorare il suo status di fragilità nella sua genitorialità. Il problema è che, invece, pare spesso quello l'obiettivo. 

Quello che noto, è che vi sono alcune differenze sessuali, per esempio. Le esperte donne hanno il peso specifico del piombo, fanno fatica a distaccarsi dai pregiudizi sui genitori (forse anche dalle proprie esperienze personali), fanno un sacco di balletti, reels, mottetti, e paiono sempre incarnare un misto tra La Maestrina della Penna Rossa e Miranda Priestley (indipendentemente dall'età che hanno: si va dalle ventenni alle ottuagenarie saccenti). Gli uomini, invece, usano più massimi sistemi, fanno video brevi e spesso con meno implicazioni personali delle donne. Hanno invece sempre l'aura che li fa assomigliare a un mix tra Albus Silente e Daniel Gottlieb Moritz Schreber (specialmente alcuni moralisti dal ditino sempre alzato*).
La caratteristica terrificante di entrambi i sessi è quella di quando il politicamente corretto penetra immancabilmente sui testi scritti o declamati (con abbondanza di * o di U o di ə): a parte la difficoltà di interpretazione, è palese l'assoluta mancanza di imparzialità (se un* psicologə mostra arcobalenini o sigle lobbistiche, di solito lungimiranza e la deontologia sono andati a quel paese) e il penetrante giudizio su uno o entrambi i sessi soprattutto quelli con tendenze eterosessuali. 

Per fare un esempio chiaro sulle reazioni materne, provo nel modo seguente. 
Se io, con lo scopo di promuovere l'allattamento, affermo senza dubbio che l'allattamento è il modo migliore per nutrire un neonato, le reazioni che susciterò sono molte. Le più frequenti saranno: 
- le mamme che si sfiancheranno pur di allattare: vivranno di ragadi sanguinolente, dolore, mastiti, tiralatti, paracapezzoli eccetera.
- le mamme che allatteranno ma con le loro opinioni personali su durata e modalità.
- le mamme che allattatteranno e spaccheranno i maroni ad altre mamme perchè lo facciano (sui social è pieno).
- le mamme che diranno di non essere perfette né supereroine e che quindi chissenefega: se c'è il latte bene, altrimenti formula lattea e ciaone.

Se io, con lo scopo di promuovere l'allattamento, affermo semplicemente che il latte materno è il mezzo biologico normale per nutrire una creatura umana, che per allattare c'è bisogno di informarsi e si può chiedere aiuto a persone qualificate, che allattare è una relazione tra mamma e bambino, ma che ci sono situazioni rarissime nelle quali l'allattamento non può realizzarsi e allora i mezzi per ristabilire tale relazione ci sono, le reazioni che susciterò potrebbero essere più frequentemente:
- le mamme che trovano intoppi più o meno gravi sapranno chiedere aiuto e sostegno a persone qualificate.
- le mamme che si trovano a non riuscire a superare gli intoppi e serenamente optano per la formula lattea.
- le mamme che optano subito per la formula per tanti motivi, ma che sanno bene che il neonato ha tanto bisogno di contatto, vicinanza eccetera ossia ha bisogni che possono essere corrisposti anche non allattando. 

Quali donne si sentiranno più leggere nella lolo maternità?

Esatto. 

Medesima situazione circa tutte le altre considerazioni educative che esperti ed esperte condividono senza pensare alle conseguenze delle loro parole. 

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Io sono una persona che ha molti difetti come madre. Ne parlo serenamente coi miei figli, non ho problemi ad ammettere che in mille e più situazioni ho sbagliato con ogni figlio. In più posso dire serenamente che sono una di quelle madri che potrebbe rischiare di prendere i suggerimenti degli esperti/e come dei giudizi pesanti e delle invasioni di campo nelle proprie scelte genitoriali.

Vogliamo fare degli esempi delle mie nefandezze?

Facciamo degli esempi, dunque.

La Figlia G l'ho lasciata piangere da piccola. Sono stata molto dura con lei in diverse circostanze. In altre ho assolutamente ceduto a ogni suo capriccio. 
Ricordo negativo: in prima e in seconda elementare, le facevo paranoie per i voti a scuola. 

Lillo l'ho lasciato spessissimo in lacrime alla Scuola dell'Infanzia (primo anno: dal secondo in poi in un'altra scuola si trovò benissimo con la maestra). I suoi pianti mi seguivano fuori da scuola e per me era normale. Quando la maestra di prima e seconda elementare mi disse che era un pigro che non si impegnava, stavo dalla sua parte. Ci ho messo mesi a capire che aveva problemi oggettivi nell'apprendimento.

Con Lannina ero già migliorata, ma quando nacque Cigols lei era molto piccola ed avevo veramente poca pazienza. La sua fortuna è stata non avere mai difficoltà a scuola (quindi insegnanti capaci), quindi la 'tiritera' dei voti con lei smise.

Cigols mi ha tirato idiota tantissimo. Ho avuto scatti di rabbia molto aggressivi con lui e per un paio di volte Lillo è dovuto intervenire perchè ero veramente fuori di me. Più volte ho esagerato, altrettante volte ho chiesto scusa. Dopo la felice parentesi della Scuola dell'Infanzia (dove giusto perchè la maestra mi conosceva - aveva avuto Lillo - sapeva come regolarsi anche con me), Cigols è stato sfortunatissimo sia a scuola con le maestre (elementari: solo dopo la metà della quarta è stato meglio) e i compagni (i classici bambini che quando un compagno cambia scuola è come se smettesse di esistere nonostante alle medie lo abbiano ritrovato), sia con gli educatori degli scout (il bullismo subìto è stata colpa della sua sensibilità: così mi è stato detto). Sono certa del fatto che molte delle sue difficoltà scolastiche (è anch'egli DSA) siano da ricercare nell'ansia dei trattamenti ricevuti dall'insegnante delle elementari. Tra gli errori miei e quelli di altri adulti è un miracolo che sia centratissimo. E che abbia una fede incrollabile.

Checcolens è un bambino che ha sempre fatto di testa sua. Sempre. Totalmente. La sua fortuna è stata l'avere maestre fantastiche e quella di non avere alcuna difficoltà nell'apprendimento. Tuttavia Francesco è tosto e spesso ha tirato scemo pure il padre, che per perdere la pazienza vuole dire proprio l'aver superato ogni limite della (nostra) umana sopportazione.

Il Piccinaccolo è stato un appanicatore seriale. Dotato di una sensibilità oltre ogni prospettiva, mi ha costretto a sopportare i suoi urli di gola a tutte le ore notturne e diurne. Ammetto che lui l'avrei affittato a qualche povero per chiedere l'elemosina per strada. L'avrei regalato al miglior offerente. Ci sono state notti durante le quali ho svegliato la Figlia G e le ho detto di tenerlo perchè ero fuori di me dalla stanchezza. 

La Pantuffola ha quattro anni e pensa di averne quattordici. Ogni tanto mi avvicino e lei di riflesso si blocca e mi chiede scusa. 

Condisco tutte queste confessioni con la chiosa che io sono una di mano lunga e talvolta non riesco a trattenere sculacciate o sberle. L'origine spesso delle mie arrabbiature è stato - ma guarda un po' - il timore nei confronti del giudizio altrui, l'imbarazzo, lo sconforto di essere chiaramente inadeguata, il fatto di non corrispondere a un profilo della Madre-Per-Lo-meno-Decente (quello della madre che hai figli che non hanno problemi a scuola, in sostanza). Ma guarda un po'.

Va meglio adesso?

Sostanzialmente per tutta una fauna e una flora di "esperti/e" noi saremmo sicuramente una famiglia disfuzionale e i miei figli, Cigols in testa, probabilmente potrebbero finire dietro le sbarre per reati gravissimi. Questo è ciò che penso ogni volta che ascolto questi video di una manciata di secondi durante i quali i genitori vengo dipinti sempre come decerebrati, insensibili, ignoranti (tipico è l'esperto/a che ti fa lo "spiegone" modello schemino per gente considerata idiota). Per non parlare dei post nei quali TUTTI i genitori sono dei bastardi senza cuore, devoti alla violenza fisica reiterata, complici di tutte le sofferenze psichiche dei figli, del bullismo, del cyberbullismo, dello scioglimento della calotta polare e del riscaldamento globale (nonchè l'estinzione del procione cinese).

In tutti questi commenti, scritti, o video che siano, il figlio è tabula rasa, ovvero mi pare sempre che venga considerato come le oche di Lorenz, i piccioni di Skinner, i cani di Pavlov, ovvero un vaso che se viene riempito di liquido verde diventerà verde, se viene riempito di liquido rosso diventerà rosso eccetera. Pare quindi che i figli diventino matematicamente, nell'età adulta, quello che la Teoria X dipinge essere l'effetto previsto. Non viene preso in considerazione alcun temperamento, nessun dato biologico, nessuna società intorno e alcuna influenza di altre persone che ruotano intorno ai figli (i bambini occidentali per lo più frequentano moltissimo altri adulti oltre la madre a partire dai quattro/cinque mesi di vita). Ma soprattutto, una volta cresciuti, nessuna responsabilità dei figli stessi sulla loro vita, come se, per tornare all'esempio precedente dei vasi, una volta cresciute e divenute anfore, non potessero far altro che portare avanti la produzione di liquido verde, rosso, eccetera. 
Certo, non sto dicendo che i genitori non siano causa di nulla nella vita dei figli, ma sto affermando che quantunque ci siano famiglie particolari (come la mia e decine e decine di altre) non è detto né che queste siano disfunzionalli se un figlio, durante l'età adulta, matura difficoltà o compie determinate scelte di vita; né che se un figlio nasce e cresce - al contrario - in famiglia disfunzionale, non possa, con forza e scelte personali o di chi gli è vicino, rimediare la sofferenza vissuta e avere un futuro migliore del passato (per scelte personali intendo anche il farsi curare, per esempio). In tutto quest'ultimo esempio escludo le famiglie realmente e oggettivamente disfunzionali dove il bambino subìsce ogni sorta di violenza e i genitori sono completamente fuori da ogni Grazia di Dio.

Mi pare come se la linea della normalità attraverso cui si misura la funzionalità, sia stata accuratamente abbassata per poter giudicare "normale" la famiglia perfetta della quale ignoro le caratteristiche. In più, sembra che ogni filone di pensiero e ogni ideologia abbia la propria definizione della Famiglia. Il dramma è, quindi, che adesso come adesso, essendoci sedicianta filoni di pensiero, ci sono milliquattro famiglie ritenute funzionali, le altre polentadue sono tutte disfunzionali. E allora rinchiudeteci tutti. 

Se l'essere umano non potesse disporre di risorse personali (alle quali attingere grazie alla prossimità e alle persone che sanno che non siamo indipendenti gli uni dagli altri) che ne sarebbe delle centinaia di bambini e ragazzi che vivono l'essere stati in orfanotrofio per poi essere adottati anche da adolescenti? Sarebbero vite perse, persone non degne di avere una vita normale e delle opportunità. Che ne sarebbe di tutta una serie di adulti che magari hanno subìto violenze? Per chi concepisce ogni vita diversa e inferiore dalla perfezione, non varrebbe la pena che vivessero i depressi, i melanconici... Non varrebbe la pena che si rivolgessero proprio a quei professionisti attraverso i quali raggiungere un po' di serenità (anche magari attraverso l'adozione). Oppure dovrebbero obbligatoriamente essere curati. In sostanza: o l'eutanasia o l'elettroshock/lobotomizzazione. E naturalmente eutanasia come se piovesse: prima si abortivano gli anencefali, poi siamo passati ai Down, adesso è normalissimo definire in diritto di essere abortito il figlio indesiderato. Quindi se una quindicenne è gravida, è OVVIO che il figlio sarà un peso per la società perchè indesiderato.

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Io ho sofferto durante la mia infanzia. Avevo una madre molto sofferente, figlia di una donna sofferente ma passivo-aggressiva, a sua volta figlia di una donna sofferente e cattiva. Avevo un padre molto duro, educato duramente per colpa di uno zio libertino che morì di sifilide che non doveva essere emulato eccetera. 
I miei nonni, tutti e quattro, hanno sbagliato? Tantissimo. Da ogni parte. Senza ritegno. 

Ma.

Ma i miei quattro nonni vissero e sono vissuti in periodi storici e culturali che hanno influito nelle loro vite. Chi la guerra. Chi la morte di figli. Chi lo stramaledetto Sessantotto. Hanno sbagliato, ma siamo proprio certi che volessero fare dei danni? Siamo certi che tutte queste persone deliberatamente volessero rovinare la vita dei figli?
Potrei porre la stessa questione sui miei genitori. Certo che avrebbero potuto....... Ma non è detto che fare "diagnosi post evento" (ovvero delle diagnosi su segni e sintomi di una patologia della quale si sa già a posteriori l'esito) sia proprio corretto. Io ringrazio profondamente il mio psichiatra (al quale io ho scelto deliberatamente di rivolgermi da adulta, grazie al supporto di mio marito: quindi ho usato il mio cervello e la mia volontà, cosa che per certi esperti io non avrei dovuto avere essendo probabilmente stata allevata a pensare di essere spesso incapace) che dopo avermi ascoltato anni inveire contro i miei genitori, ha cominciato a chiarirmi il motivo di questa o quella loro scelta, attribuendo spiegazioni tecniche e uno sguardo lungimirante verso il passato. Certo: ho avuto bisogno di preservare la mia integrità standomene lontana alcune volte. Certo: ho avuto bisogno di psicofarmaci. Certo: ho avuto anche conforto dalla fede (che io ho desiderato maturare grazie al supporto della Tata). Tuttavia la mia guarigione c'è stata quando io ho cominciato la strada verso il perdono, la pena, la compassione anche nei confronti dei miei genitori. Ho messo limiti, ho installato paletti e ho maturato con i miei genitori delle scelte intenzionali sul modo nel quale io voglio relazionarmi con loro. 

E questo l'hanno fatto tante amiche che hanno avuto genitori realmente disfunzionali che hanno scelto di chiedere aiuto; hanno scelto di farsi consigliare; hanno scelto di capire il motivo dei loro sbagli nelle relazioni d'amore; hanno scelto anche di allontanarsi dalle famiglie d'origine definitivamente per preservarsi. Insomma, hanno scelto. Le oche di Lorenz, i piccioni di Skinner, i cani di Pavlov no, non hanno potuto scegliere perchè sono animali. Mentre noi non lo siamo. 

I miei genitori hanno sbagliato? Certo. E pure io, da genitore. Adesso quella adulta sono io e la mia relazione con loro dipende da me: loro non cambieranno più mentre io posso scegliere. Ecco perchè non tollero il peso del giudizio costante che alcuni esperti/e tranciano sui genitori dei loro pazienti (alcuni condividono i loro "casi" sui social): perchè per causa loro e delle loro psicoterapie, le famiglie che potrebbero magari ricucirsi anche solo in rapporti di buona creanza, invece si distaccano completamente originando situazioni vergognose di anziani che muoiono in casa e vengono trovati dopo mesi, o anziani abbandonati nelle RSA. E questo vale in tantissime situazioni: recentemente una nonna mi raccontava che da quando la nipote, per scappare dal padre violento (genero della nonna stessa), si è rivolto a un Consultorio, lei non ha più visto né sentito la nipote. Con rammarico estremo sapendo di avere un'età nella quale ogni giorno è regalato. Perchè - mi viene da dire - queste/i professioniste/i si comportano così?

Lo scopo di ogni terapia, di ogni sostegno e di ogni aiuto deve poter essere la fisiologia o un ripristino salutogenico delle relazioni familiari (anche, quindi, allontanandosene nelle situazioni gravi). La fisiologia impone (siamo fatti così, dice la sigla del famoso cartone animato) che un figlio abbia due genitori amorevoli che lo educhino e lo preparino alla vita adulta seguendo e rispettando il suo temperamento e conoscendo proprio la fisiologia di tutti i bambini (studiando, per esempio: che è una scelta di pedagogia attiva). Il figlio cresce abbastanza equilibrato se immagazzina il concetto che i genitori lo amano e lo ameranno sempre. Che non è lassismo, ma è autorevolezza (lo specifico ai moralisti* dediti all'autoritarismo). Il figlio matura con delle difficoltà e delle sofferenze che spesso sono legate al suo temperamento e al modo in cui affronta la vita che spesso non dipende dai genitori, ma da altri fattori. Se un esperto/a vuole essere d'aiuto può evitare il determinismo come la peste bubbonica, e può essere di sostegno formendo informazioni o letture. Ancor meglio può farsi trovare come professionista non sui social ma nella vita vera. Quando una famiglia non è fisiologica (separazioni/divorzi, lutti, disfunzionalità non gravi) non è detto che smembrarla faccia del bene ai singoli componenti. Può servire, è chiaro, in situazioni gravi e gravissime, ma non tutte lo sono. In altri casi ricucire i rapporti o per lo meno far trovare delle soluzioni per cui tutti i familiari possono vivere senza sentirsi privati della propria integrità, sarebbe più congeniale. La salutogenesi agisce proprio in questo modo: ripristina la fisiologia nelle situazioni dov'è possibile, in tutte le altre fa trovare le risorse per il benessere.

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Sempre facendo un esempio personale, io ho "stoppato" una serie di tradizioni psichiche derivanti dalle donne della mia famiglia di origine, grazie ad alcune persone delle quali le Teorie X degli/delle esperti/i non tengono conto a causa del loro determinismo. Prima di tutto mia figlia, la più grande: lei, piovutami tra le braccia, mi ha obbligato a farmi delle domande e a trovare le risposte. In seconda istanza ma praticamente parimerito mio marito che, di peso, mi ha portato dallo psichiatra, allontanandomi fisicamente anche da persone della mia famiglia d'origine. La Figlia G e lo Sposo sono stati gli elementi esterni che non vengono presi mai in considerazione nei video e nei filamtini su Instagram. 


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*attenzione attenzione: Quando io scrivo il termine "moralista" non lo attribuisco a un filone di pensiero tipicamente religioso, ma a qualunque filone anche ideologico di qualsiasi colore o appartenenza politica. Quindi utilizzo il termine "moralismo" con i suoi sinomini: rigorismo, rigidezza, intransigenza, perbenismo, conformismo.