giovedì 16 marzo 2023

Amare la Verità più dei figli stessi

Ho avuto amiche di scuola con genitori omosessuali. Ovvero ho avuto amiche i cui genitori hanno optato per l'omosessualità dopo che queste erano nate. Nessuno ha privato queste della presenza materna e paterna, facendo sì che le figliolette mai potessero essere oggetti. costoro sono cresciute sapendo che la loro situazione familiare era particolare, ma ringraziando i genitori di essersi fatti da parte - almeno parzialmente, visto che per tutti i bambini la separazione dei genitori è comunque un danno - per il loro bene. Una di queste mie amiche si chiamava Lauretta e aveva tutte le più belle Barbie degli anni '80. Però io avevo il condominio e la macchina. Insieme ci divertivamo a casa di sua mamma. Sullo stesso pianerottolo abitava papà con lo "zio". Dello "zio" ricordo le crepes. Lauretta è una donna che è cresciuta nella verità. 


Cristian era un compagno di scuola di mio figlio. Il padre decise di "cambiare sesso" e pretendeva di essere chiamato "mamma" anche sui documenti. Piangeva di fronte alle insegnanti, dicendo che lui aveva il diritto di essere chiamato così. Una di queste tizie intervenne commossa dicendogli che la capiva: solo le donne sono così sensibili. Una donna riconobbe a un uomo il diritto di farsi chiamare "mamma" dal figlio che una madre, tra l'altro, l'aveva. Cristian so che non ha finito la scuola. Nessuno sa dove sia Cristian.

Ci sono donne che sono separate. Ci sono donne vedove. Ci sono donne hanno scelto di separarsi per motivi loro, ci sono donne piantate dal compagno per donne più giovani e meno complicate. Ci sono donne che hanno voluto un figlio dal turista teutonico biondo con gli occhi azzurri (ricordate il film "Il grande freddo" dove una moglie offre all'amica lo sperma del marito perché lei sente di essere pronta a fare la madre anche senza un padre? Ecco, quella roba lì succede davvero). Ci sono donne che hanno avuto figli da uomini inadatti alla paternità e che vivono tra avvocati e assistenti sociali. Ci sono donne rimaste incinte e mollate all'annuncio della gravidanza. Ci sono donne che stannocon donne e hanno figli. 

Ci sono donne che fanno le mamme.

I bambini nascono da gamete femminile (ovulo) e gamete maschile (spermatozoo): non è assolutamente possibile cambiare questa regola. 

Sapete chi perde in partenza in tutte le situazioni sovracitate? I bambini. I bambini perdono sempre, in tutti i casi. Tuttavia tra questi bambini ce n'è qualcuno che può portarsi a casa la serenità nonostante tutto. Nonostante il padre sia morto, nonostante il padre sia scappato, nonostante il padre sia tossicodipendente. Nonostante il padre abbia donato il suo sperma in modo consapevole o meno... I bambini che pur perdendo la battaglia della vita perché degli adulti hanno scelto per loro, hanno madri che hanno detto loro la verità: questi sono i bambini che ce la faranno.

I bambini che saranno sereni nonostante, saranno i bambini le cui madri - indipendentemente dalle loro scelte optate o subìte - diranno loro la famosa frase: "Amore, purtroppo è andata così: non è colpa tua. Ce la farai".

Il piagnisteo delle madri che invece pretendono che la realtà si modifichi intorno ai figli perché loro non hanno coraggio della verità, sarà inutile perché crescerà figli prima perdenti e poi rabbiosi. Quando quei bambini si accorgeranno che la realtà non è quella decantata dal piagnisteo delle madri, ma la realtà è che la vita è dura sempre e comunque e il ruolo del genitore è aiutarti a maturare il modo di vivere questa vita non temendo la solitudine perché quel genitore ci sarà sempre, quei bambini - pur amando le loro madri - sarano adolescenti e adulti arrabbiati.

Il ruolo degli altri adulti che assistono a questo scempio è far mettere i piedi per terra a queste donne e dire loro che sbagliano, anche sentendosi accusati di essere cattivi-incomprensivi-brutti-discriminatori eccetera. Per il bene di quei bambini, la verità dev'essere enunciata. 

Le lacrimucce di quell'uomo che pensava di essere donna e pretendeva di essere chiamato "mamma", invece, sostenuto da altre donne (ed è questo il dramma), è il figlio di una società che ha rinunciato a educare. Il capriccio infantile per avere quella caramella (il farsi chiamare mamma) è tutto nel fatto che questa persona non è stata amata nella verità. Non sei una donna, sei un uomo disturbato, sei una persona che soffre: non verrai lasciato solo, ma sarai amato un po' meno rispetto alla tua verità e sarà la verità a farti vivere.

Ogni volta che un adulto pretende un figlio e indipendentemente dall'uso che questo adulto fa del proprio apparato riproduttore, si scoperchia il vaso del vuoto d'amore. Il vuoto di adulti che per sentirsi amati devono farsi il figlio che certamente li amerà perché un figlio ama sempre i genitori, nonostante tutto. E sarà quel nonostante tutto che loro sanno che li salverà dal buio quando i figli sapranno di essere stati oggetto di decisioni arbitrarie prese sulle emozioni fugaci e sui bisogni affettivi.

Che dire poi dei poveri uomini che sentono la paternità dentro di sé tanto da piangere perché hanno diritto al figlio? E che dire delle donne - ostetriche comprese - che non si sentono imbarazzate dal fatto che affermare il diritto a una paternità che toglie una madre a un figlio, vuole dire cancellare la donna stessa? Quel figlio non amato di cosa vivrà? Perché per tirare su un figlio non ci vuole amore. Quello ce l'hanno quasi tutti. Per far sì che un figlio cresca e si barcameni in un mondo come il nostro ci vuole verità.

Sempre la verità.

Ma la verità, alcuni genitori, che sono più piccoli e infantili dei bambini, la temono. Allora ecco tutti gli sforzi per inventarsela la realtà, cercando di dribblarla, saltarla, ostacolarla. Ma la verità è una coperta che ti lascia sempre scoperto qualcosa. 

Amiamo i nostri figli, ma amiamo la verità più di loro, per poter amare loro guardandoli negli occhi.

Sì amore, ti ho voluto nonostante io sapevo di strapparti una madre. Sì, figlio, ti ho voluto nonostante sapessi che saresti stato senza padre.

Dire la Verità.

Verità.