Ci siamo.
Tra un mese andiamo in montagna. La Figlia G, grande organizzatrice di viaggi, sta già compilando un elenco di tutto ciò che può servire. E ovviamente lo compila con dovizia di particolari.
Innanzi tutto la spartizione delle valigie: io avrò la mia da dividere con la Pantuffola (che giustamente a tre mesi indossa le 6-9 mesi e io, che avevo prestato tutto a un paio di persone, ho dovuto ricomprare tutto perché nulla è tornato indietro). Poi c'è quella enorme (16 euro a una bancarella: probabilmente imploderà su se stessa gettando mutande e calzini in ogni dove) per Cigols, Checcolens e il Piccinaccolo. Questa sarà completamente strabordante per la presenza di: 30 paia di mutande, 15 paia di calzini (acquistati nuovi in sconto poiché la lavatrice se li è mangiati), una ventina di magliette (grazie al Cielo Checcolens e il Piccinacolo hanno più o meno la stessa misura), imprecisato numero di pantaloncini corti e qualche pantalone lungo (lo ammetto: alcuni sono bucati sulle ginocchia, vorrà dire che ci saranno prese d'aria), piles di varie taglie e giacche a vento. Lannina, Lillo e la Figlia G possiedono - menomale che ci sono gli zii che fanno regali utili per i compleanni - una valigia per ciascuno e io non ho da controllarne il contenuto. Lo Sposo ha la sua che di solito è semi vuota fino a che io, presa da spirito di pura bontà femminile, non gli ricordo che avrà bisogno di mutande, calzini e magliette: a quel momento, e solo in quel caso, si riempirà la borsa.
Poi servono le scarpe. In cantina, tra regalate e acquistate negli anni abbiamo ogni taglia di scarponi da montagna: fare economia familiare insegna che se tu compri 15.000 lire di scarponcelli per la prima figlia (Canazei 2001), forse riserviranno nel 2020 per il sesto figlio, dopo essere passati da tutti gli altri. Scarpe da ginnastica siamo messi così-così: si consumano come pane, soprattutto sopra (ma come camminano i bambini?). Per tale motivo, dopo una requisizione da amici, abbiamo acquistato un paio di scarpe per Lannina. Costumi da bagno per andare in piscina ne abbiamo a iosa: tra l'altro la Figlia G ha iniziato a usare i miei costumi da donna (di quando avevo la 42), Lannina quelli della Figlia G (quando era adolescente) e io ho dovuto buttarmi su uno scafandro tipo palombaro taglia 48 (però è a fiori, quindi mi assottiglia mimetizzandomi). Lo Sposo indossa sempre lo stesso costume da quando lo conosco, quindi è a posto, mentre i tre moschettieri hanno costumi da svendere (le mie amiche della parrocchia, pensano sempre a me, quando arrivano abiti da maschi). A proposito di scarpe: confesso che io me ne sono acquistata un paio rosa antico e grigio, poiché le precedenti toccavano i 10 anni, nonostante lo Sposo siano mesi che mi dice che facevano schifo. Poi dobbiamo assolutamente ricordarci la sbarra del letto perché la Pantuffola, ovviamente, dorme con noi (o meglio, ciuccia con me) e un paio di passeggini per i trasporti degli stanchi durante le passeggiate.
Però.
Però non ci sono queste di partenze.
Per esempio c'è la "partenza" del Piccinaccolo che andrà, anticipatario di qualche mese, alla scuola materna. Frequenterà con Checcolens che andrà per l'ultimo anno e non vede l'ora di incontrare i suoi amici e la sua maestra (santa donna). Rientrerà senza mensa perché nessuno ha aiutato le scuole paritarie a rimanere a galla dopo la chiusura per il Covid19. Quindi, anziché mangiare a scuola - cosa che diverte un sacco i bimbi - dovranno tornare a casa alle 13. Ovviamente questo ci aiuta poco poiché Lannina uscirà alle 14 e quindi dovremmo andarla a prendere dopo neppure un'ora: forse, per questo motivo, saremo costretti ad anticipare il ritiro di Checcolens e del fratellino alle 12 (giusto per non accavallarci con gli orari del pranzo). Poi c'è, giustappunto, la "partenza" de Lannina: finalmente le scuole medie. Con le dovute preoccupazioni. Per esempio: se continuano con il terrorismo psicologico, ricorreranno alla terribile DAD? Se uno studente avrà il moccio, la classe dovrà fare il tampone? Se non mi accorgessi che Lannina ha la tosse, saremo messi in quarantena? In pochi sanno poco sul Covid19. Men che meno su altre leggi che rischiano di minare la mia libertà genitoriale: già gli incontri con le psicologhe del consultorio sono oltraggiose (Lillo mi raccontò, ridendo, di quanto avevano detto alla classe: ma io non risi per nulla), figuriamoci se magari dovranno presenziare ad altre lezioni di dubbia scientificità. Mi sono chiesta molte volte se non sia meglio fare educazione parentale anche con lei: alla fin fine per la Figlia G fu un'esperienza molto bella, mentre la frequenza di scuola per Lillo fu spossante (scoprimmo solo in terza media che si trattava di un DSA) e a tratti deludente. Ovviamente Lannina vuole andare a scuola, ha sete di amiche, ha voglia di crescere, conoscere compagne. Sicuramente non commetterò errori passati: non avrà il cellulare con internet (lo demmo al Lillo perché, muovendosi in bici, avevamo bisogno di avere la sua posizione: Lannina non farà mai la strada in bici sino a che non sarà ben capace di girare nel traffico e affrontare la strada da sola nel parco perché durante le giornate d'inverno è spesso buio e le facce sono patibolari), quindi il suo cellulare sarà "solo" un telefono. Considerando ciò che scrivono le ragazzine su what's app, non ci sono problemi: userà il mio. Preferisco poter capire subito cosa succede in gruppi di classe.
Poi c'è la "partenza"della Figlia G: inizia l'Università. Sembra ieri che iniziava a gattonare e invece ora si prepara per affrontare treno, dormitorio universitario, lezioni, esami, colloqui coi professori, lavori di casa e lavoretti fuori casa per tirar su due soldi (e magari ripagarsi qualche viaggio). È la fine di un lungo percorso scolastico durato anni (duro, a tratti spossante) che l'ha comunque temprata, soprattutto nelle difficoltà. Le avversità rendono forti e le madri che stimolano discussioni, motivano alle scelte. La Figlia G ha unito l'utile e il dilettevole volendo studiare materie come Filosofia, Teologia, Psicologia e Bioetica. Una partenza che sarà dura, ma - come sempre quando si fa fatica per affrontare lotte che formano e temprano - darà soddisfazione. Alla fin fine la vita è così. Noi genitori saremo sempre qui, ma lei deve fare la sua strada assumendosi responsabilità.
Poi c'è la Pantuffola. Questa sì che è una partenza!!