Vero/Falso

 Che un bambino abbia bisogni primari fisiologici, è un dato assodato. Stare a contatto con mamma, piano piano dare la mano a papà, allontanarsi gradualmente sapendo che papà e mamma sono lì ad accoglierlo quando ha bisogno, sono tutti passaggi normali. La normalità in biologia, esiste. E il fatto che un bambino si senta legato ai genitori dipende anche dalla biologia. Non essere animali significa anche questo: mamma e papà non buttano giù dal nido il bambino malato come fanno gli uccelli; mamma e papà non scacciano dalla tana e non smettono di nutrire il bambino fragile come fanno molti animali. La differenza tra animali ed esseri umani è che noi, gli umani, abbiamo la neocorteccia che ci distingue: necessitiamo di dare significato a quello che facciamo e abbiamo bisogni di costruire relazioni significative con le altre persone che stanno con noi. In sostanza paragonare gli esseri umani agli animali non è corretto poiché quello che muove un genitore umano non è "natura" ("naturale" non è sinonimo di "buono"), ma la capacità di discernere. 

Purtroppo la norma biologica si scontra con l'opinione culturale che molto spesso di fisiologia non se ne intende o la contrasta apertamente. Qualche esempio (breve e senza spiegazioni approfondite):

1) la gravida può scegliere se creare un legame col nascituro (principio base dell'utero in affitto). FALSO

2) il bambino è figlio di chi lo cresce, non di chi lo mette al mondo (principio base dell'utero in affitto). FALSO

3) il bambino deve imparare a diventare indipendente (principio base della pedagogia senza contatto). FALSO

4) quello che fa la mamma, lo può fare il papà (principio base della parità di genere). FALSO

5) nella relazione col bambino è importante la qualità e non la quantità del tempo (principio base delle leggi sulla maternità che allontanano il figlio dalla madre). FALSO

6) il bambino che piange deve imparare a cavarsela da solo (principio base della singletudine e della diffusione della depressione data dall'isolamento e dalle relazioni fluide). FALSO

Persone molto più illustri di me hanno enumerato situazioni storiche, pedagogie, stili di accudimento e presupposti psicologici del perché sussista una cultura del distacco che, di fatto, ha portato verso una fluidità di genere e verso l'adultocentrismo della società, quindi non mi dilungherò. Tuttavia mi limito a sottolineare come vi siano situazioni sociali nelle quali il bambino è costantemente vittima della supremazia adulta che privilegia un'ideologia. Partiamo con l'unica proposta per aiutare le donne: "più asili nido" (c'è qualche politico che vorrebbe la frequenza obbligatoria di un ente statale sin dai 3 mesi di vita per far tornare le madri a essere "produttive"); continuiamo con le indicazioni di allontanare il bambino positivo (ovvero isolarlo dalla cura, che include l'"accudimento"); proseguiamo con chi afferma che la convivenza coi genitori faccia più danni della DAD (il che può essere vero per alcuni nuclei familiari disfunzionali, che lo sono anche a causa delle ideologie scardinatrici della Famiglia) e terminiamo con la rimozione della patria potestà per i genitori che compiono scelte sui figli diverse da quelle che l'opinione pubblica ritiene corrette ("So meglio io come si allevano i figli tuoi" che ha rovinato l'istinto genitoriale di intere generazioni). L'obiettivo è uno solo: il bambino deve stare lontano dalle cure amorevoli della famiglia, deve essere impedito al genitore di creare un legame significativo con i figli. Sempre la stessa sinfonia, dunque. Sempre lo stesso presupposto: il bambino è un oggetto. 

Allora io ho una richiesta che rivolgo alle colleghe mamme: le nostre braccia sono forti e ampie per cullare e prenderci cura dei nostri bambini. Lo sappiamo fare meglio di chiunque altro. Qualsiasi regola che distacca le mamme dai figli, e qualsiasi presupposto abbia, è da comprendere se rispetti il bisogno di accudimento e di attaccamento che noi esseri umani possediamo in modo istintivo: se non lo fa, potrebbe essere dannosa. Dare significato alla relazione vuole dire sapere che quel dato rapporto è vitale per chi, in quella relazione, è implicato. Le mamme proteggono i loro bambini, affrontano fatiche enormi, sanno perfettamente quello di cui hanno bisogno i loro piccoli: debbono solo imparare a credere in loro stesse. Al di là dalle scelte scolastiche, lavorative, religiose che una famiglia compie, nulla è più importante come la relazione dei bambini con gli adulti che di loro si occupano. Stare coi figli, affiancarli, guidarli, sono tutte cose che la famiglia - la mamma e il papà - sa fare molto meglio di idee, miti, credenze, opinioni, suggerimenti. Proteggere i propri figli significa sapere che il luogo migliore per loro, è il cuore dei genitori.